Addio a Gigi Simoni, tecnico gentiluomo

LUTTO • Alla guida dei grigiorossi ha scritto pagine indimenticabili, formando la storica triade insieme a Favalli e Luzzara

FABIO VARESI
La Cremonese perde uno dei suoi eroi. All’età di 81 anni, se n’è andato Gigi Simoni, un anno fa colpito da ictus e spentosi ieri a Pisa, dove risiedeva da tempo. Ci ha lasciati in punta di piedi, come era nel suo stile, proprio il giorno del decennale del triplete interista, società che gli ha regalato grandi soddisfazioni, ma anche amarezze. A Cremona, arrivato senza proclami, ha formato con Erminio Favalli e Domenico Luzzara una formidabile triade, che ha scritto pagine leggendarie della storia grigiorossa. Nato a Crevalcore (provincia bolognese) nel 1939, è stato un buon giocatore con le maglie di Mantova, Napoli, Torino, Juventus, Brescia e Genoa, giocando 187 presenze in serie A e realizzando 32 reti. Ritiratosi nel 1974, l’anno dopo ha iniziato ad allenare il Genoa, con il quale ha centrato nel 1976 una delle tante promozioni in serie A, compresa quella alla guida del Pisa sul campo dello “Zini” in una caldissima domenica di giugno del 1987. Dopo qualche esperienza negativa, è addirittura finito in C2, ma con umiltà si è rimesso in gioco sulla panchina della Carrarese e in quella vittoriosa stagione, ha potuto conoscere tanti elementi interessanti, che nessuno seguiva. Nell’estate del 1992, l’infallibile fiuto di Erminio Favalli ha permesso il suo arrivo a Cremona e grazie ai suoi consigli, la Cremo ha ingaggiato alcuni giovani interessanti come Colonnese e Tentoni. L’inizio della stagione in serie B non è stato dei più convincenti, ma dopo la scoppola di Cesena all’esordio, Gigi ha messo le cose a posto e la squadra ha iniziato a volare, centrando la promozione e conquistando a Wembley il Torneo Anglo-Italiano in finale con il Derby County. Ma il capolavoro, Simoni l’ha compiuto salvando per due volte i grigiorossi in serie A, centrando grandi vittorie come contro il Milan di Capello nel 1994 e nel derby con il Piacenza l’anno prima. Al termine della stagione 1994-95, Simoni aveva voglia di fare il salto di qualità, senza però ricevere la giusta proposta e quindi un po’ a malincuore è rimasto a Cremona, dovendo allenare una rosa poco attrezzata per centrare un’altra salvezza. Eppure la squadra si è ripresa nel girone di ritorno, prima di crollare a fine campionato. La sua avventura in grigiorosso è terminata con un terribile 1-7 sul campo del Milan, ma ciò non toglie nulla a uno dei più grandi tecnici che la Cremonese abbia avuto, al pari di Mondonico. In quattro stagioni alla Cremo, ha collezionato 140 panchine in campionato, con lo score di 44 vittorie, 47 pareggi e 49 sconfitte. Dopo una stagione al Napoli, Moratti gli ha finalmente concesso la grande chance e alla guida dell’Inter di Ronaldo, ha vinto la Coppa Uefa e perso d’un soffio lo scudetto nella contestatissima sfida con la Juve (famosa per il rigore non concesso nello scontro in area bianconera tra Ronaldo e Iuliano). Esonerato la stagione successiva, la sua carriera è andata in calando, complice anche la morte del figlio Adriano nel 1999 dopo un incidente in moto. Rilanciatosi al Gubbio, nel ruolo di direttore tecnico e centrando la storica promozione in serie B, è poi tornato a Cremona, diventando anche presidente. Sono sicuro che si sia già ritrovato con Erminio e Domenico a discutere di calcio di fronte a una tavola imbandita, spiegando la tattica con la mollica di pane, come faceva al termine dei pranzi al Continental. Ciao Gigi, non ti dimenticheremo...

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