Sboccia la primavera nel giardino Medea

VOLONTARIATO • Presto sarà ultimato il giardino terapeutico. Passalacqua: «Chiusa la prima fase»


BENEDETTA FORNASARI
Piante officinali e aromatiche, arbusti a frutti commestibili, fiori selvatici e un boschetto per farfalle. La bellezza e la vitalità della primavera sbocciano nel giardino terapeutico di “Casa MEDeA”, l’ex limonaia di via Ca’ del Ferro a Cremona, che dal 2015 è sede di alcune delle attività di volontariato della associazione che si occupa dell’assistenza dei pazienti oncologici. Nel terreno di oltre duemila metri quadrati, alle spalle dell’edificio al civico 33, sta prendendo forma il progetto riabilitativo di ortoterapia e di floricoltura destinato ai malati di tumore e ai loro familiari che, già dalla prossima settimana, potranno dedicarsi al giardinaggio in un’oasi di pace e di relax.
Ne abbiamo parlato con il dottor Rodolfo Passalacqua, direttore della Unità Operativa di Oncologia dell’ospedale di Cremona e Presidente di MEDeA, non dopo aver ricordato l'importante figura del l’ex presidente Donatello Misani, strappatoci dal Coronavirus.
Un progetto nato tre anni fa che finalmente si concretizza con grande soddisfazione di tutti.
«Dopo varie vicissitudini burocratiche siamo riusciti a ultimare la prima fase dei lavori, dell’importo di circa 150mila euro. Nei giorni scorsi abbiamo terminato la piantumazione della siepe perimetrale e di alcune piante autoctone e abbiamo sistemato l’area dedicata ai laboratori didattici di coltivazione, l’aiuola delle farfalle e il roseto nella zona di ingresso. Il giardino è ora fruibile e nei prossimi mesi verrà completato con la realizzazione di una fontana, di un percorso rialzato con piante officinali e di punti ristoro con panchine, tavoli e gazebo. Siamo molto contenti perché lo spazio è pronto per accogliere in sicurezza i primi piccoli gruppi di persone che naturalmente svolgeranno le attività con il supporto di uno psicologo.
Desidero ringraziare a nome di MEDeA tutti i soci e i volontari per aver contribuito alla realizzazione del giardino terapeutico e, in modo particolare, il vicepresidente Maurizio Lanfranchi che ha coordinato tutti i lavori insieme agli architetti Vanessa Passalacqua e Giulio Fabbi, alla biologa Elena Fabbi e alla psicologa Jessica Saleri».
Il restyling del giardino consente di iniziare un importante percorso terapeutico e riabilitativo. Quali sono i benefici per la salute dei pazienti oncologici?
«Circa il 60% dei malati oncologici soffre di disturbi psicologici quali ansia e depressione che, in forma grave, colpiscono addirittura il 30% dei nostri pazienti. Il giardino terapeutico rappresenta una risorsa che può portare a una significativa riduzione di questa tipologia di disturbi, è uno spazio per praticare attività all’aperto che stimolano la socialità, riducono lo stress emotivo, fanno bene al fisico e al morale e contribuiscono alla riabilitazione e al reinserimento sociale dopo terapie pesanti e interventi chirurgici complessi.
In Italia, in ambito oncologico, siamo tra i primi a condurre questo progetto che sarà oggetto di studio e di ricerca per valutarne gli effetti e i benefici per la salute psico-fisica. La letteratura medica attesta che, soprattutto per i soggetti con disabilità e affetti da disturbi psichici, dedicarsi alla cura dei fiori e dell’orto genera un benessere psicologico derivante dallo stare in compagnia di altre persone, dall’uscire di casa, dall’avere un impegno che distrae e allo stesso tempo rilassa e che produce un risultato visibile».
Quali sono i progetti per il prossimo futuro?
«A breve partirà un consultorio telefonico con sede a casa MEDeA. Abbiamo pensato infatti di ampliare l’assistenza domiciliare sperimentata con successo dalla nostra équipe medico-infermieristica che durante l’emergenza Coronavirus ha seguito 71 malati presso le loro abitazioni. Inoltre, siamo capofila di un progetto sperimentale di terapie a domicilio a cui hanno aderito altri importanti centri di cura oncologici lombardi. Abbiamo recentemente presentato il progetto a Regione Lombardia e siamo in attesa di sviluppi. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita del malato oncologico, riducendo le cure in ospedale, e i relativi spostamenti dei pazienti, in favore delle terapie domestiche».

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