Bongiovanni: «Voglia di normalità, ma serve aiuto»

POLITICA • Il sindaco di Casalmaggiore dopo il lockdown: «Lo Stato non faccia debiti per salvare aziende decotte»

Vanni Raineri
L’apice della pandemia Covid-19 sembra alle spalle, e dopo questi mesi terribili facciamo il punto con il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni.
Assieme ai suoi colleghi di Cremona e Crema durante la pandemia ha incontrato il premier Conte, al quale voi sindaci avete formulato richieste di sostegno per il nostro territorio. Si ritiene soddisfatto degli interventi messi in atto, in primis le risorse a fondo perduto (poco meno di un milione per Casalmaggiore), o si aspetta altro?
«Con il Presidente del Consiglio Conte abbiamo parlato di cose pratiche, che servono ai Comuni. Ha promesso e mantenuto sul contributo a fondo perduto per i Comuni più colpiti, sulla tassazione e le entrate per il 2020 e alcune agevolazioni. Speriamo possano bastare a chiudere i bilanci. Mentre il nostro appello sulle scuole, di fare in fretta protocolli per ripartire a settembre, è caduto nel vuoto. Sulle infrastrutture invece è tutta una partita ancora da giocare».
Cosa pensa dell’intervento del consigliere regionale del M5S Degli Angeli che lamenta come nel Piano nazionale sia assente tra le opere prioritarie il nuovo ponte sul Po di Casalmaggiore?
«Politicamente un 5 stelle che attacca un ministero, che ha sottosegretari e parlamentari del suo partito, che possono controllare e decidere, fa sorridere, tuttavia temo che tutti siano incorsi in un equivoco. Quel piano nazionale mi pare il riassunto di tutto lo scibile umano degli ultimi 20 anni senza alcun criterio. Dovevano in fretta presentare qualcosa e hanno pescato un file a caso… mentre non hanno considerato le urgenze e le novità più recenti. Credo che si parlerà di nuovo Ponte non appena lo stesso passerà in proprietà Anas, so che Provincia di Parma è già stata coinvolta per lo studio di fattibilità da Anas stessa».
Stiamo uscendo da un’emergenza che ha segnato il nostro tessuto economico. Dato il suo osservatorio privilegiato, è fiducioso nella ripresa o crede che ci siano aziende in grande difficoltà?
«Oggi c’è voglia di riprendere la normalità e lavorare. Ma a fine settembre ci sarà il redde rationem. Se permangono questa fiscalità e questi lacci burocratici, anche in questa emergenza, temo che settori come il commercio possano ricevere il colpo di grazia, a ricaduta poi gli effetti si avranno sulle produzioni a monte. Spero di sbagliarmi. Lo Stato sta facendo debiti, mi auguro non per salvare aziende decotte o pagare nuovi “guru” per tavoli, task force e nuove authority, anziché cancellarle. Mentre sul turismo occorreranno forti interventi di sostegno».
La Regione Lombardia è stata al centro di polemiche per la gestione del lockdown. Ritiene che si tratti di mere strumentalizzazioni politiche o effettivamente ci sono stati errori?
«Siamo di fronte ad una pandemia mondiale, ad un virus sconosciuto, di cui non si sanno cause ed effetti veri, con cure sperimentali. Gli scienziati medici vanno a tentativi e non danno alcuna certezza. Fatto sta che una dottoressa lombarda in un ospedale lombardo ha scoperto il Covid19. Fatto sta che la Lombardia ha 10 milioni di abitanti, 1 milione di pendolari su Milano ogni giorno nelle sue stazioni, migliaia di sbarchi a Malpensa da tutto il mondo, grande densità abitativa, spiccato senso di associazionismo, pranzi, cene e aperitivi nei locali. Nessuna altra Regione ha minimamente le stesse caratteristiche di contatti e socialità tra autunno e inverno».
Si stanno ripetendo in città atti di vandalismo preoccupanti, l’ultimo dei quali ai danni della società Interflumina. E’ un caso o esiste un forte disagio, spiccatamente tra i giovani?
«Il disagio giovanile è un problema vecchio, ma nuove sono le forme di sfogo che vediamo. Danneggiare l’Interflumina o parchi che sono pubblici cioé di tutti, anche di chi li danneggia, fa capire che alle spalle a questi esseri manca una famiglia che li segue e che a scuola non hanno imparato nulla. Ci sono indagini in corso. Di sicuro è gente che non vogliamo a Casalmaggiore e faremo terra bruciata intorno a costoro. Casalmaggiore è aperta, accogliente, ha tante possibilità, si vive bene, a prescindere da qualche idiota che non sa come passare il tempo».

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