La Vanoli si è privata di tutti i suoi “gioielli”

BASKET A • La società si è alleggerita dei contratti in essere per poter far quadrare i conti e permettere l’iscrizione

FABIO VARESI

La Vanoli Basket non molla. Il presidente e i suoi stretti collaboratori si stanno scervellando per far quadrare i conti e per prima cosa hanno azzerato i costi degli ingaggi pluriennali, privandosi però di alcune colonne della squadra, che poco più di un anno fa alzava la Coppa Italia. Una scelta dolorosa, ma necessaria per sopravvivere. Nell’ordine sono partiti il coach Meo Sacchetti (approdato all’ambiziosa Fortitudo Bologna), la guardia Vojislav Stojanovic (che valuta offerte dalla Spagna), l’ala Niccolò De Vico e il play Michele Ruzzier, che giocheranno con Varese e l’ala Nicola Akele (nella foto), che ieri ha firmato per Treviso. Resta sotto contratto solo il finlandese Palmi, in attesa di trovare una sistemazione. In pratica, la Vanoli ha dovuto rinunciare a tutti i suoi “gioielli”, per poter iscriversi al campionato. Tutto è precipitano negli ultimi due mesi, perché a parte Stojanovic, tutti i partenti che erano sotto contratto, sono stati intervistati dal nostro giornale ed avevano manifestato la volontà di restare ancora a Cremona, anche nelle difficoltà. Purtroppo, le valutazioni tec-niche e i sentimentalismi non contano nel bilancio di una società e l’imperativo di Aldo Vanoli, lo ripetiamo per l’ennesima volta, è la sopravvivenza della squadra in serie A. E’ chiaro che se a fine luglio, i conti consentiranno alla Vanoli di partecipare al massimo campionato, non sarà facile allestire un roster competitivo, soprattutto viste le ristrettezze e-conomiche, ma questo è un problema al momento secondario. Fa male, però, vedere una squadra come Varese, che negli ultimi anni è spesso giunta alle spalle dei biancoblu, puntare a un campionato di vertice con molti ex della Vanoli come appunto Ruzzier e De Vico, il coach Caja, probabilmente Jason Rich e Andrea Conti dietro la scrivania. Purtroppo la pandemia ha mandato in frantumi il progetto di una società sana, che faceva leva su tanti sponsor locali, anche loro messi in ginocchio dal coronavirus. Qualcuno può obiettare che vi sia troppa preoccupazione per le società sportive, mentre molti italiani fanno fatica ad imbandire la tavola, ma per la provincia di Cremona la Vanoli non è solo sport, ma soprattutto un patrimonio da preservare, perché rappresenta un valore per i giovani che vogliono giocare a basket. Non ci resta che aggrapparci alla speranza, che anima la società e che l’ha portata a scrivere sul proprio profilo Facebook: “Anche questa battaglia la possiamo vincere solo insieme, ognuno con i propri mezzi… È il momento di restare uniti. Forza che ce la facciamo!». Speriamo...

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