In rete si possono ammirare le opere di Erica Abelardo, in arte “Eka”, appartenenti all’affascinante sand art
SIMONE FAPPANNI*
Alzi la mano chi sa cos’è la sand art? Va bene, lo confesso: ne so poco o nulla anch’io. E’ grave per un critico. Mea culpa. A venirmi in aiuto è Erica Abelardo, che nelle pagine del suo sito web lo spiega chiaramente: «Si tratta di una particolare tecnica illustrativa che si attua attraverso la manipolazione dei granelli di sabbia in condizione di controluce su di un piano luminoso». Eka (questo il suo nome d’arte), afferma che il suo lavoro «consiste nel trasformare in immagini le idee dei miei committenti e questo avviene con una particolare tecnica di disegno materico, che si realizza in condizione di controluce su di un piano luminoso, attraverso la manipolazione dei granelli di sabbia, usando solo le dita e i palmi delle mani. La sand art ottimizzata in performance dal vivo durante eventi di vario tipo in Italia e all’estero».
Con questa tecnica così particolare ha realizzato un video (visualizzabile su www.youtube.com/watch?v=i8P1uFgCArI) con una serie di suoi lavori riguardanti la pandemia che ha fatto il giro della rete.
«Il covid-19, le cause, la Cina, la pandemia, gli ospedali, gli operatori sanitari, le persone contagiate, le disposizioni governative, le distanze sociali, il lavoro delle forze dell’ordine, lo stare a casa. Sono i soggetti che ho rappresentato in sabbia non potendo sfuggire a ciò da cui era difficile distrarsi: la cronaca. Ho acceso la telecamera e ho registrato una cronologia di immagini, poi le ho lavorare con un software di montaggio video, concentrando il lavoro di tante ore in pochi minuti di video. Il messaggio non è stato “il movente” ma la conseguenza di un semplice allenamento con la sabbia. Inizialmente non sapevo che quello che stavo facendo poteva caricarsi di un messaggio… Il risultato è stato un grido artistico che riassumeva il momento sociale e sanitario, il messaggio era l’intenzione di lasciare uno storico, una traccia, un promemoria, per non dimenticare questi accadimenti.
*Critico d’arte
Commenti
Posta un commento