Riapertura senza danni, ma attenzione

CORONAVIRUS • Preoccupano alcuni focolai e la crescita di contagi nei Paesi in via di sviluppo


I DATI DI IERI
A ieri, il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus che causa il Covid-19 è di 238.011, con un incremento giornaliero di 251 nuovi casi. Tra gli attualmente positivi, 161 sono in cura presso le terapie intensive, con un decremento di 7 pazienti rispetto a giovedì. 2.632 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 235 pazienti. 18.750 persone, pari all’87% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. I deceduti in 24 ore sono 47, i dimessi 1.363.
IN LOMBARDIA
I casi attualmente positivi sono 14.045 in Lombardia. Anche questa settimana Cremona è tra le meno colpite dai nuovi contagi, con 43 nuovi casi (6 di media al giorno). Resta il fatto che se in Italia l’incremento dei casi in 7 giorni è dello 0,72%, nella nostra regione è l’1,57%. Resta dunque la Lombardia l’area sotto osservazione.
NUOVI FOCOLAI
In ogni caso ormai possiamo dirlo: la riapertura pressoché completa delle attività, sia pur mantenendo le giuste precauzioni, non ha comportato nel nostro Paese un rialzo del numero dei contagiati.
Detto questo, non possiamo permetterci di trascurare quanto sta avvenendo in altre parti del pianeta, dove si registrano nuovi focolai che preoccupano le autorità.
Ad esempio grande attenzione in Cina, dove si sono prese misure estreme seppure in presenza di pochi nuovi casi (attorno alla capitale Pechino). Preoccupano anche i nuovi focolai in Germania e soprattutto negli Stati Uniti, dovuti all’effetto della riapertura. Le situazioni più drammatiche si registrano però in India e in Brasile, dove si è verificata un’esplosione di casi, il che conferma che il virus rimane pericolosissimo e che non sembra possa essere il caldo l’antidoto. Crescita sensibile di casi anche in Africa, dove però è ancor più difficile stabilire l’attendibilità dei dati raccolti dalle autorità sanitarie locali.
SECONDA ONDATA
In ogni caso, l’arrivo di una eventuale seconda ondata non dovrebbe trovarci impreparati: avremo nuove armi per affrontarla, ed è probabile che possa trasformarsi in una normale influenza invernale. Dovremo comunque tenere ben presenti le gravi carenze gestionali che si sono evidenziate: più che ai test e al tracciamento (la app Immuni non sta riscuotendo grande successo) ci siamo affidati al distanziamento e alle mascherine. In pratica non avevamo un piano per affrontare la pandemia: ci serva da lezione, la prevenzione è fondamentale. In vista del vaccino è poi necessario revisionare i centri vaccinali.
INFERMIERI IN PIAZZA
Anche a Cremona (come si vede nella foto sopra) lunedì gli infermieri sono scesi in piazza per protestare, raccogliendo commenti unanimi di favore da parte dei cittadini. L’accusa è chiara: siamo eroi quando facciamo al meglio il nostro lavoro, ma quando si decidono gli stipendi quel sacrificio non viene riconosciuto.

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