Vanni Raineri
Il rientro nei propri ruoli di presidente regionale e provinciale Coldiretti e presidente del Consorzio Agrario di Paolo Voltini, stabilito dal Tribunale del Riesame dei Brescia che ha annullato le interdizioni a suo carico stabilite dal gip di Cremona, ha riacceso antichi contrasti che negli ultimi mesi sembrava si fossero smorzati. Nei giorni scorsi due sono stati i terreni di scontro tra le antiche anime dell’agricoltura cremonese, la Libera e appunto Coldiretti: il bilancio del Consorzio Agrario e il nuovo cda di CremonaFiere.
CONSORZIO AGRARIO Fu nel 2015 che avvenne il ribaltone, con Coldiretti a strappare alla Libera la maggioranza per controllare il Consorzio. Molto attesa era quindi l’approvazione del bilancio avvenuta lunedì scorso. La Libera, rimarcando sul proprio quotidiano La Provincia l’insoddisfazione di una parte dei soci, puntava a dar voce a questo malcontento, ma i risultati sono stati schiaccianti a favore della gestione corrente. Nonostante la stessa Provincia abbia indicato la crescita del fronte degli scontenti, segnalando che “innumerevoli soci hanno espresso parere contrario”, i numeri stessi sono inappellabili: su 1473 votanti i contrari sono stati 73, 10 le schede bianche e 1390 i voti favorevoli.
Il bilancio 2019 del Consorzio Agrario di Cremona è stato dunque approvato a stragrande maggioranza, in continuità con gli anni passati.
CREMONAFIERE A parziale rettifica di quanto scritto sabato scorso, Coldiretti e Consorzio Agrario hanno partecipato all’elezione del presidente e del nuovo cda, resta il fatto che non hanno accettato alcun incarico. Qui a prevalere è ancora la Libera, di cui fa parte il nuovo presidente Roberto Biloni. Sul tema Paolo Voltini è stato particolarmente duro: «E pensare che un anno fa Coldiretti, Libera, Confartigianato, Confcommercio, Cna ed Apindustria erano arrivati a mettere nero su bianco proprio alcune intese sulla Fiera di Cremona. Alla base di quel protocollo tutti avevano sottolineato la necessità di “condividere” per poter realizzare obiettivi comuni ed evitare i pasticci di questi ultimi anni. Coldiretti aveva invano ammonito i soci dall’affrontare una modifica statutaria che apriva la porta a nuovi azionisti/partners senza che se ne intravedesse nemmeno l’ombra, che cambiava la governance senza che se ne fossero ravvisate le necessità».
«Crediamo che quegli errori non abbiano insegnato molto - aggiunge il direttore di Coldiretti Mauro Donda - se è vero che improvvisamente (in coincidenza con la temporanea sospensione di Paolo Voltini dalla presidenza di Coldiretti e di Consorzio Agrario) tra i soci privati è maturata l’urgenza di accelerare il rinnovo degli organi di Cremonafiere SpA, con un anticipo di un anno rispetto alla scadenza naturale del mandato».
«Se hanno deciso di andare avanti senza condividere con noi né i tempi e le modalità del rinnovo, né le necessità di un progetto - conclude Paolo Voltini - non si possono lamentare se poi non partecipiamo alla gestione».
Sulla situazione abbiamo sentito Giovanni Bozzini, presidente Cna ed eletto vicepresidente di CremonaFiere, che nel tempo ha sempre cercato di mantenere una posizione di equilibrio all’interno dell’ente fieristico. Innanzitutto come spiega il comportamento di Coldiretti e Consorzio Agrario? «Sono nell’assemblea, hanno condiviso il piano strategico, il bilancio, la modifica dello statuto, una serie di richieste alcune delle quali volute da Coldiretti, ma non hanno accettato di entrare nel cda. Dicono che la procedura è sbagliata ma non dicono che progetto hanno in mente. Un altro aspetto da smussare è la conflittualità tra Consorzio e Fiera, per avviare un clima di serenità che porti alla Fiera 2.0. Io ho lavorato per smussare i contrasti, rispetto le posizioni ma non capisco la strategia».
E sulla “urgenza improvvisa” di rinnovare il cda? «Non è così, erano i tempi stabiliti, in corrispondenza con l’approvazione del bilancio e il cambio di statuto: le dimissioni del cda uscente erano propedeutiche poiché lo statuto stesso prevede l’allargamento dei consiglieri».
Sulla mancata condivisione dopo il protocollo firmato da tutte le componenti? «Basta leggere il documento: la stesura è stata fatta a 4 mani da me e dal direttore di Coldiretti Donda. Abbiamo inserito tutte le richieste; poi potranno arrivare interessamenti dal mondo fieristico e valuteremo il da farsi. Il cda è aperto a ogni proposta progettuale seria con l’intento di salvare il sistema fieristico cremonese».
Chiudendo, su queste basi che futuro dobbiamo attenderci? «Abbiamo modificato un articolo per congelare tre posti destinati a Coldiretti: sono soci importanti per le quote che hanno. Non si preclude nulla a nessuno: la nostra non deve essere una Fiera non esclusiva ma inclusiva per chi porta idee innovative e di sviluppo. Per il resto le diatribe vanno superate guardando avanti: se la Fiera avrà contraccolpi negativi non sarà a causa dei litigi ma per la crisi generalizzata. Abbiamo messo in calendario tutti gli eventi del secondo semestre 2020, il sistema fieristico cremonese è in fermento e deve superare le divisioni, ci sarà il tempo per lavorare a soluzioni condivise, grazie alla compattezza nel nuovo cda e a Comune e Camera di Commercio che hanno creduto quanto le banche nella Fiera mettendoci risorse».
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