Giulietta e Romeo sulle Alpi: un libro a fascicoli rarissimo


GRANDI DIMENTICATI • Un’opera ritrovata che tra Ottocento e Novecento ottenne grande successo nel mondo

ALESSANDRO ZONTINI
La tradizione operistica italiana è veramente rimarchevole ed ha consegnato alla storia della musica nomi immortali. Chiunque abbia solo qualche minima conoscenza in tema non può non conoscere i nomi e le opere più significative dei maestri Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo ed altri ancora. Purtroppo il sommo genio dei predetti ha ingiustamente oscurato altri eccellenti artisti che, a torto considerati minori rispetto a quelli, non hanno ricevuto il debito successo ed il loro talento è, talvolta, sfumato nella memoria e nella tradizio- ne musicale del ‘900 musicale italiano. Questa infausta sorte cede, tuttavia, in qualche caso il passo a clamorose riscoperte.
Non fa eccezione, a questa regola, il caso di Alfredo Catalani e della sua “La Wally,” opera in quattro atti del 1891, ispirata al Die Geier-Wally di Guglielmina von Hillern (un romanzo del 1875), rappresentata per la prima volta il 20 gennaio 1892 alla Scala di Milano con notevole successo. L’opera destò vivo interesse venendo proposta anche da altri illustri teatri, in Europa ed altrove. Gustav Mahler, cui l’opera era piaciuta enormemente, volle dirigere il lavoro di Alfredo Catalani ad Amburgo mentre Arturo Toscanini la propose a più riprese, con notevole riscontro di pubblico, anche a New York. Dopo la seconda guerra mondiale, l’interesse per quest’opera svanì del tutto e solo all’inizio degli anni ’90 venne sporadicamente riproposta qua e là, specie nell’est Europa. Finalmente nel 2017 La Wally venne “messa in scena”, con buon successo, presso i teatri italiani di Lucca, Modena, Piacenza e Reggio Emilia. La vicenda è ambientata sulle vette del Tirolo e, come nel “Romeo e Giulietta”, due famiglie si detestano ferocemente. Wally, la protagonista (di cui è possibile ascoltare mirabili interpretazioni eseguite da Maria Callas e da Renata Tebaldi), è innamorata di Giuseppe Hagenbach, il figlio del peggior nemico del proprio padre, il “capo famiglia” Stromminger.
Nel corso di una festa connotata da canti, balli e prove sportive (che pare un po’ la festa a casa Capuleti, allorquando Romeo e Giulietta si incontrano per la prima volta), il vecchio Stromminger ed il giovane Hagenbach litigano ferocemente, ma vengono divisi dall’intervento di Wally il cui trasporto amoroso per quest’ultimo non sfugge a Vincenzo Gellner, innamorato della protagonista (lo stesso trasporto di Giulietta per Romeo che non sfugge a Tebaldo, nel dramma shakespeariano). La lite cessa e Gellner informa il padre di Wally in merito all’infatuazione della figlia per il rampollo del suo acerrimo nemico. Il vecchio sprona, quindi, la figlia ad unirsi in nozze con Gellner (un po’ come la madre di Giulietta che propone il nobile Paride alla figlia) ma Wally, piuttosto che concedersi al corteggiatore, fugge dal villaggio dirigendosi nottetempo verso una baita in alta montagna (un ulteriore dettaglio che pare mutuato dall’esilio veronese di Romeo). La ragazza ritorna solo dopo la morte del padre per scoprire che Hagenbach è fidanzato con la bella Afra e che Gellner l’ha attesa a lungo per dichiararle il proprio amore. Nel corso di una festa agreste che culmina con un ballo ove le coppie si baciano, Hagenbach afferra Wally, che gli ha dichiarato tutto il proprio amore e la bacia davanti ad Afra e a Gellner.
Ma il bacio è solo uno scherzo e, quando Wally se ne avvede, promette a Vincenzo Gellner di sposarlo se solo questi avesse ucciso Hagenbach.
Pur di coronare il proprio sogno d’amore, allora Gellner attende nei pressi di un ponte l’ignaro Hagenbach, lo aggredisce, lo scaraventa nel baratro e, subito dopo, si presenta a Wally annunciandone la morte.
Wally, spaventata per quanto accaduto corre, in preda al rimorso, nei pressi dell’orrido ed ode, in lontananza, un lamento: Hagenbach è ancora vivo.
Con l’aiuto di alcuni paesani Wally, calatasi nel burrone, recupera il malcapitato e, strappatolo alla morte, lo affida alle cure di Afra.
A quest’ultima, Wally, per espiare la propria colpa consistita nell’aver ordito il terribile piano, regala tutte le proprie sostanze ricevute in eredità dal padre e si allontana sotto gli occhi di tutti.
Wally va a vivere, sola ed isolata, in una baita in alta montagna ove, guarito dalle ferite, la raggiunge Hagenbach che le dichiara tutto il suo amore. Wally confessa l’orrendo complotto ai danni dell’uomo ma l’innamorato la perdona. Tuttavia, come in “Romeo e Giulietta”, anche nell’opera di Guglielmina von Hillern, la morte, quale deus ex machina, tronca la felicità degli innamorati, ribaltando un finale che si attendeva, ed auspicava, lieto. Hagenbach, raggiante per l’amore ritrovato, esce dalla baita ove una valanga sopraggiunta lo travolge, uccidendolo.
Wally, visto il destino dell’amato, si toglie la vita gettandosi in mezzo alle nevi perenni, raggiungendo così il suo amore.
Il dramma ebbe un notevole successo ed il relativo “libretto d’opera”, ristampato innumerevoli volte, si può reperire con facilità.
Estremamente difficile da reperire, viceversa, il relativo romanzo di Guglielmina von Hillern.
Atteso il successo dell’opera, il regista Guido Brignone, nel 1932, decideva di dirigere la riduzione cinematografica della vicenda drammatico-amorosa basandosi sulla sceneggiatura di Gian Bistolfi e ricorrendo alla bella fotografia di Ubaldo Arata. Il film, interpretato da Germana Paolieri, “diva” dell’epoca, riscuoteva l’agognato successo e, di conseguenza, l’Editrice Popolare Milanese di Sesto San Giovanni, intendendo cavalcarne i successi teatrali e cinematografici, dava alle stampe, nel 1932, il romanzo con le vicende di Wally.
Sulla scorta dei grandi romanzi e delle pubblicazioni dei primi decenni del secolo scorso che comparivano in edicola a fascicoli da rilegarsi, la predetta casa editrice decideva di proporre l’opera in 10 uscite settimanali con, a corredo, le foto tratte dal film.
La copertina di ogni fascicolo proponeva una bella foto degli attori del film e sul retro recava “Nel mentre per tutte le migliori sale cinematografiche d’Italia risuona la romanza di Wally... è di vivo interesse lanciare il grande romanzo d’amore della “WALLY” di Guglielmina von Hillern, mai tradotto in Italia. La nostra edizione sarà riccamente illustrata con le fotografie originali dello splendido film della CINES”. L’ultimo fascicolo era arricchito da una fascetta editoriale con la scritta: “CONTIENE: L’ultima dispensa, il frontespizio, l’indice e la copertina per rilegare il volume dell’opera di complessive 149 pagine”. Oggi la definiremmo un’operazione di puro “marketing”. I fascicoli dovrebbero aver venduto bene considerato il notevole successo del dramma ottenuto sia in teatro che al cinema; eppure questa bella e ben illustrata raccolta è a tutt’oggi introvabile. Mentre la partitura originale dell’opera autografa di Alfredo Catalani è custodita presso l’Archivio storico Ricordi di Milano, il sistema SBN OPAC segnala un solo esemplare dell’opera di Guglielmina von Hillern conservato presso la biblioteca comunale “Domenico Fava” di San Salvatore Monferrato, in provincia di Alessandria. La circostanza è del tutto singolare e misteriosa: possibile che dell’opera di Guglielmina von Hillern sia disponibile una sola copia? In attesa di poter compulsare una nuova edizione di questo tragico capolavoro è, intanto, possibile ascoltare la voce del soprano russo Anna Netrebko o di quello olandese Donij van Doorn, due eccellenti interpreti europee a conferma dell’interesse, non solo italiano, per le vicende della sfortunata innamorata.

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