Malati di tumore, le cure a casa della fase Covid sono un progetto

 

SANITA’ • Già dopo l’estate il 40% dei malati oncologici sarà curato nella propria abitazione

Benedetta Fornasari
Terapie orali, visite ed esami di controllo a domicilio. L’Ospedale di Cremona, in collaborazione con l’associazione di Volontariato (OdV) Medicina e Arte MEDeA, e con l’Associazione Uniti per la Provincia di Cremona, ha sperimentato con successo durante l’emergenza Coronavirus una nuova modalità di assistenza clinica destinata ai pazienti oncologici e ora è tutto pronto per avviare ufficialmente il progetto, che partirà dopo l’estate.
Una équipe di medici e infermieri è stata appositamente costituita per seguire almeno il 40% dei malati di tumore presso le loro abitazioni così da ridurre gli accessi alle cure in reparto e in day hospital.
«La pandemia - spiega Rodolfo Passalacqua, Direttore dell’Unità Operativa di Oncologia della Asst di Cremona e Presidente di MEDeA – ha inevitabilmente cambiato la gestione dei pazienti oncologici e noi siamo stati i primi in Italia ad attivare già dallo scorso 15 marzo la terapia oncologica domiciliare per 80 pazienti positivi al Covid-19 o con sintomi riconducibili al virus. Abbiamo deciso di proseguire questa attività che coinvolgerà anche l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l’Ospedale San Raffaele, due centri di eccellenza della sanità lombarda con cui lavoriamo in sinergia. I risultati si potranno verificare nel lungo periodo, ma i sistemi sanitari di tutto il mondo stanno andando nella direzione della domiciliarità per i molteplici benefici che ne derivano sia per i malati che per i loro familiari, soprattutto in termini di miglioramento di qualità della vita. Il nuovo progetto, chiamato “Oncohome”, sarà sempre fatto in collaborazione con i medici curanti e il territorio e si pone una serie di obiettivi: la diminuzione del sovraccarico delle strutture ospedaliere e dei costi sociali legati alla ospedalizzazione; la riduzione degli spostamenti difficoltosi, dello stress e del discomfort del malato oncologico e dei suoi familiari per affrontare meglio la malattia e le sue conseguenze; il contenimento dei rischi per la salute pubblica correlati alla ripresa della diffusione del Covid-19 e all’insorgere di nuovi focolai. Il team medico-infermieristico che opera a domicilio esegue visite, medicazioni, esami del sangue, ecografie, Ecg e tutti i controlli che non necessitano di essere effettuati in ospedale».
Non tutti i pazienti però possono essere curati a casa, ma vengono individuati dagli oncologi, caso per caso, in base a una serie di fattori.
«I trattamenti domiciliari sono ben attuabili nelle situazioni di terapie orali di tipo biologico che prevedono per esempio l’assunzione di chemioterapici o di farmaci ormonali per bocca. Il paziente inoltre deve abitare nel territorio cremonese, deve essere autosufficiente oppure assistito da familiari/caregiver che si occupano di controllare gli effetti collaterali della malattia e delle cure e/o di trasmetterli con sistemi di telemedicina o fare da intermediari con medici e infermieri; inoltre deve essere dotato di idonea strumentazione tecnologica (peraltro ormai alla portata di tutti) per rimanere costantemente in contatto con il personale curante così da potersi scambiare tutte le informazioni necessarie. Verranno forniti dei “device” per la rilevazione di parametri clinici (quali pressione, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno ecc..) che saranno trasmessi in automatico ai sanitari curanti».
Il Covid-19, conferma il dottor Passalacqua, ha avuto effetti devastanti per i malati oncologici.
«Negli ultimi due mesi abbiamo ripreso a pieno regime le attività in reparto e purtroppo constatiamo che sempre più persone arrivano da noi con tumori in stadio avanzato e situazioni molto gravi. Si tratta perlopiù di nuovi pazienti, coloro che durante i mesi di lockdown, pur accusando malessere e disturbi di vario genere, non hanno potuto o voluto sottoporsi a esami di accertamento. È ancora molto forte la paura di contrarre il virus soprattutto perché si tratta di soggetti fragili che dovrebbero affrontare contemporaneamente le problematiche oncologiche e quelle infettive».
Da due settimane è attivo il servizio di sostegno psicologico “MEDeA al telefono, un amico risponde”. I volontari dell’associazione, non potendo essere fisicamente vicini, sono a disposizione telefonicamente per ascoltare, accompagnare e supportare i pazienti oncologici e le loro famiglie anche attraverso videochiamate.
Il servizio è disponibile dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 11.30 contattando i numeri 0372 1966350 e 353 4104395.

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