AGRICOLTURA • Articoli e comunicati: è la guerra tra Libera e Coldiretti
Vanni RaineriLa guerra dell’agricoltura cremonese tra Coldiretti e Libera si arricchisce di un nuovo capitolo e si fa più cruenta. Il nuovo botta e risposta in settimana. Prima La Provincia, il quotidiano controllato dalla Libera, ha pubblicato un nuovo articolo in cui si attacca la gestione del Consorzio Agrario, poi il presidente Coldiretti Paolo Voltini ha replicato con toni durissimi, infine ieri la replica del presidente della Libera Riccardo Crotti.
Ma andiamo con ordine. Come noto il Consorzio Agrario ha visto all’inizio della scorsa settimana l’approvazione (con maggioranza schiacciante) del Bilancio 2019, che ha confermato la supremazia di Coldiretti all’interno della società cooperativa che raggruppa i servizi per gli agricoltori cremonesi, che fino al 2015 era stata controllata dalla Libera.
Nell’articolo pubblicato martedì, non firmato, è già emblematico il titolo: “Consorzio Agrario. Dietro la facciata, i debiti”. Dopo aver ribadito, come la settimana precedente, che “innumerevoli sono i soci che hanno espresso parere contrario” al Bilancio (i numero però dicono 1390 voti a favore e 73 contrari), nel pezzo si biasimano i “toni trionfalistici fuori luogo”, e soprattutto si rimarcano le forti esposizioni sia nei confronti dei fornitori che delle banche. Nel dettaglio, sono quasi 50 milioni di euro le esposizioni verso i fornitori, alcuni dei quali soci (la critica nemmeno velata nell’articolo è che si tratti proprio dei soci contrari). Di altri 60 milioni è l’esposizione verso le banche, e 12 milioni di euro verso altri finanziatori. E poi altre critiche per definire la situazione pesante, e la richiesta di un salto di qualità nella gestione.
Come detto, durissima la replica di Paolo Voltini in risposta agli “attacchi sferrati dalla Libera”: «L’articolo in questione - afferma Voltini - non è firmato da nessuno. E’ quindi manifestamente riconducibile all’editore, al proprietario del giornale che, evidentemente, sulle affermazioni che fa non ha nemmeno il coraggio di metterci la faccia… nel consiglio di amministrazione del Consorzio siedono anche quattro consiglieri espressi dalla Libera di Cremona che sugli investimenti e sulle scelte strategiche hanno sempre condiviso ed avallato le decisioni di questi anni. Che dire poi del fatto che la Libera si permette di criticare in modo così radicale il bilancio del Consorzio dopo che la stragrande maggioranza dei soci lo ha approvato: 1390 voti a favore e 73 contrari. Penso che tra i 1390 voti a favore ci sarà stata, inevitabilmente, anche una buona parte di voti provenienti da aziende associate alla Libera. Fossi una di queste aziende, mi sarei sentito perlomeno offeso dalla mia organizzazione che, evidentemente, sta compiendo delle azioni solo ed esclusivamente per screditare il Consorzio Agrario di Cremona, incurante di quanto danno possa creare questo atteggiamento alle imprese agricole ed all’agricoltura del territorio… Il Consorzio ha certamente una quota di indebitamento, come è normale in ogni attività d’impresa che non viva di rendita, ma sarebbe importante anche sottolineare che le risorse finanziarie non sono state buttate, fanno parte dell’attivo patrimoniale del bilancio del Consorzio, dove ritroviamo tutti gli investimenti che sono stati fatti in quanto necessari per ammodernare una struttura che deve stare al passo con i tempi».
Sulla vicenda è intervenuto anche il direttore di Coldiretti Cremona Mauro Donda: «Se non si hanno idee e di conseguenza nemmeno iniziative di rilievo, quando non si ha una reale progettualità e si perde costantemente consenso, non resta altro che screditare gli altri, così da poter mostrare ai propri iscritti che comunque qualcosa si sta facendo. Tuttavia, chi ha ruoli di rappresentanza e di responsabilità dovrebbe valutare bene le ricadute delle proprie azioni. Se Coldiretti avesse deciso di comportarsi allo stesso modo speculando in modo fazioso su cooperative suinicole o lattiero-casearie del territorio solo perché amministrate da un presidente di espressione Libera, senza curarsi dei danni che simili atteggiamenti avrebbero inevitabilmente procurato ai soci e al settore agricolo, si sarebbe comportata in modo assolutamente irresponsabile. Coldiretti, però è altra cosa rispetto alla Libera ed anche gli agricoltori cremonesi se ne stanno accorgendo».
Finita qui? Figurarsi. Ieri la Provincia è tornata sull’argomento, con una intervista (anche questa senza firma) al presidente Libera Ricardo Crotti che è partito proprio dall’ultima frase di Donda: «Chi avesse letto con grande attenzione tale articolo (il primo di martedì, ndr) non avrebbe trovato neanche un minimo accenno alla Coldiretti o al suo presidente… Evidentemente Voltini si è sentito personalmente coinvolto, confondendo ruoli e situazioni. E ha reagito d’impulso… prima di lanciare strali, sarebbe fortemente opportuno da parte di chi guida una realtà tanto importante riflettere sui propri atteggiamenti e comportamenti, fattori che, essi sì, possono davvero screditare l’ente… Dalla base sociale emerge la richiesta di un sostanziale cambio di passo nella gestione dell’ente… Voltini potrebbe… dare le risposte che tutti gli agricoltori attendono dal “loro” Consorzio. Una cooperativa, come l’ha giustamente definita lo stesso Voltini, quindi non un feudo personale, ma una società costituita per gestire in comune beni e servizi destinati ai soci».
A corredo dell’intervista, un fondo ancor più corrosivo del direttore Marco Bencivenga: «La Provincia e la Libera, proprietaria della testata attraverso la controllata Sec (Società editoriale cremonese), non hanno alcuna necessità di “screditare” o di «attaccare» il signor Paolo Voltini per una ragione tanto semplice quanto evidente: come si suol dire, il signor Paolo Voltini si scredita e si attacca da solo, come dimostra l’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Cremona sui comportamenti che avrebbe tenuto nel recente passato sia come presidente del Consorzio Agrario sia come leader provinciale e regionale di Coldiretti». Il direttore ha ricordato le accuse a Voltini indagato per estorsione aggravata, nella fattispecie per aver estorto con minacce le dimissioni di due funzionari nominati dalla Libera Agricoltori prima del ribaltone. Anche in Tribunale lo stesso conflitto che si ripete, e che era valso a Voltini un’inibizione a svolgere le cariche di presidente di Coldiretti e Consorzio Agrario; inibizione poi annullata dal Tribunale del Riesame di Brescia.
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