FABIO VARESI
Tutte le cose belle non durano per sempre. Ce lo insegnano da quando siamo bambini, ma anche da adulti speriamo che non sia così. Invece, pare proprio che la favola della Vanoli sia giunta a un amaro epilogo, proprio quando la società sembrava essersi assestata nel gotha del nostro basket. Ma gli effetti della pandemia hanno distrutto il sogno di una società, che ha sempre fatto i salti mortali per far quadrare i conti. Purtroppo le conseguenze del Covid-19 si sono fatte sentire pesantemente sulle aziende locali, che non possono più dare una mano ad Aldo Vanoli come in precedenza. La speranza è che da qui al 31 luglio accada un miracolo, ma è giusto non farsi troppe illusioni. Qualche tempo fa un mio conoscente, tifosissimo della Vanoli, mi disse che custodiva gelosamente tutti i magazine realizzati da il Piccolo, per rileggerli quando la squadra non avesse più giocato in serie A. Mi sa che quel momento è arrivato. E allora ripercorriamo 21 anni ricchi di soddisfazioni, di una piccola società che da Soresina è arrivata a sfidare i giganti della pallacanestro italiana.
La grande avventura è iniziata nel lontano 1999, quando Secondo Triboldi ha deciso di portare la massima serie sotto il Torrazzo. All’epoca in pochi gli davano credito, anche perché la squadra al tempo griffata Tamoli, è partita dalla B2, dopo che il Gruppo Triboldi ha rilevato la società di Soresina (che militava in C1) ed ha acquisito i diritti di Bernareggio. Al primo colpo la squadra allenata da Simone Lottici ha raggiunto i playoff e la stagione successiva ha centrato la promozione, battendo in finale Torre Boldone (2001). Anche in B d’Eccellenza, la Tamoil ha subito ben figurato, raggiungendo da matricola i playoff e impegnando Teramo, poi promossa. Nel 2003, sempre con Lottici in panchina e Andrea Conti in campo, i biancoblu hanno raggiunto la finale che metteva in palio la promozione in Legadue, persa alla “bella” per mano di Montecatini. L’anno dopo si è interrotto il felice matrimonio sportivo con Lottici e sotto la guida di Tinti, la squadra ha centrato una sofferta salvezza. Intanto, la casa dei biancoblu è diventato il PalaSomenzi, in grado di contenere il crescente numero di tifosi della squadra di Triboldi, che dopo un’altra eliminazione nei playoff, nel 2006 ha conquistato la storica promozione in Legadue, sotto la sapiente guida di Andrea Trinchieri, in una stagione che ha visto la squadra centrare addirittura 17 vittorie di fila. Dopo aver vinto il proprio girone di regular season, i biancoblu hanno superato nei playoff Cento, Forlì e Osimo. La permanenza nel secondo campionato nazionale è stata di breve durata. Da matricola, i cremonesi hanno subito raggiunto i playoff (perdendo i quarti di finale con Pavia) e la stagione successiva (con coach Cioppi), sono arrivati in semifinale, cedendo a Caserta, poi promossa in serie A. Ma lo storico traguardo è stato raggiunto nel 2009: dopo il terzo posto in regular season, la Vanoli (che si chiamava ancora Soresina) ha vinto i playoff in modo incredibile e rocambolesco. Dopo il 3-1 a Pavia nei quarti, i biancoblu hanno sfidato la fortissima Fastweb Casale Monferrato, che ha gettato al vento gara 3 e poi ha ceduto 87-83 gara 5 in un PalaSomenzi stracolmo. Poi è arrivata l’apoteosi, nella finale vinta contro la Dinamo Sassari, dopo 4 match combattutissimi. Decisiva una magia di Troy Bell in gara 3, che rubò palla a Rowe mentre palleggiava per impostare l’azione che poteva portare alla vittoria i sardi. Invece, quella giocata spianò la strada ai biancoblu, che completarono l’opera sempre al PalaSerradimigni il 7 giugno. Qualche mese prima, la squadra aveva raggiunto anche la finale della Coppa Italia di Legadue (persa a Cremona con Veroli dell’ex Trinchieri). La prima stagione nella massima serie è stata però più complicata del previsto: la salvezza è arrivata, infatti, solo all’ultima giornata, dopo che l’esperto Attilio Caja ha preso la squadra a metà campionato. La permanenza nel 2010 è stata comunque un’impresa da ricordare, alla luce di un roster poco competitivo. Più tranquilla la stagione con Mahoric, conclusa al 12° posto, mentre il terzo campionato nella massima serie è stato a due facce: deludente con Mahoric ed entusiasmante con il ritorno di Caja e l’ingaggio di Jason Rich, scovato nel campionato belga. Alla fine, la Vanoli ha raggiunto un soddisfacente decimo posto, impensabile prima dell’arrivo della guardia americana. Ad inizio della terza stagione (nel 2011), Secondo Triboldi ha lasciato a sorpresa la società e Aldo Vanoli decise di proseguire da solo, ricoprendo la carica di presidente. Nell’estate del 2012 è arrivato Luca Vitali, desideroso di rimettersi in gioco e la squadra dopo una partenza difficile, si è risollevata sotto la guida di coach Gresta, che ha preso il posto di Caja. Addirittura, ha cullato il sogno di accedere ai playoff, poi sfumati nel finale. Anche con Gresta, la stagione successiva non è partita bene e la società si è affidata a un coach di grande esperienza come Cesare Pancotto, che ha raggiunto la salvezza, anche se con un certo affanno. Ma Pancotto sa il fatto suo e con il ritorno di Luca Vitali, la stagione successiva è arrivato lo storico accesso alla final eight di Coppa Italia (2015), mentre in campionato la squadra è calata nel girone di ritorno, rimanendo però sempre lontana dalla zona calda della classifica. Il campionato 2015-2016 è stato ancora più esaltante, perché Pancotto ha qualificato la Vanoli ancora alla final eight di Coppa Italia (con tanto di vittoria nei quarti con Sassari, prima di cedere a Milano), ma soprattutto ha centrato il quarto posto in regular season. Quindi è arrivato nel 2016 il primo accesso ai playoff ed anche senza l’infortunato Vitali, la squadra si è battuta con coraggio e ha ceduto 3-1 a Venezia. In estate, la società ha giocato d’azzardo, lasciando liberi i due azzurri Vitali e Cusin, ma la scelta si è rivelata sbagliata, perché la squadra è partita male e dopo il successo all’esordio con Pistoia, ha incassato sette ko di fila. Sempre sul fondo della classifica, non è più riuscita a riemergere e non è servito il cambio di allenatore (Lepore è stato promosso head coach al posto di Pancotto). Il successo di Pesaro sembrava cambiare la situazione, ma poi la squadra ha ceduto di schianto, retrocedendo per la prima volta nella sua storia. Ma quando sembrava dover ripartire dall’A2, sono arrivati la mancata iscrizione di Caserta e il ripescaggio. Sulla panchina era già arrivato Meo Sacchetti, che dopo i trionfi di Sassari e l’esperienza a Brindisi, voleva rimettersi in gioco. Con un roster rinnovato e con la presenza di un allenatore in campo come Travis Diener, tornato a giocare dopo 3 anni di inattività, la squadra ha giocato bene, centrando la final eight di Coppa Italia (eliminando Avellino e perdendo con tanti rimpianti con Torino) e i playoff proprio all’ultima giornata. Poi stanca e un po’ scarica, ha ceduto nei quarti con Venezia. Ma la stagione è stata eccellente e con Sacchetti è iniziato un ciclo davvero importante. Arriviamo, infatti, alla straordinaria stagione 2018-2019. Con le grandi sorprese Saunders, Crawford e Mathiang, la squadra ha terminato l’andata al quarto posto, a due lunghezze dal secondo ed è arrivata in gran forma alla final eight di Coppa Italia di Firenze. Prima ha messo sotto Varese dell’ex Caja (82-73), poi l’ambiziosa Virtus Bologna (102-91) e quindi l’apoteosi in finale contro Brindisi, battuta 83-74 il 17 febbraio 2019. Il successo è stato completato dal premio come miglior giocatore a Crawford. Insomma, un trionfo a 20 anni dall’inizio dell’avventura e a 10 anni dall’approdo nel basket che conta. Ma non è finita, perché la Vanoli ha macinato vittorie e terminato la regular season addirittura al secondo posto e per la prima volta ha partecipato ai playoff nutrendo delle ambizioni.
Battere Trieste nei quarti non è stato facile, ma alla fine la squadra di Sacchetti ha piegato i giuliani 3-1. La semifinale è iniziata con il successo di Venezia al PalaRadi, ma la Vanoli si è riscattata in gara 2 e addirittura ha espugnato il Taliercio in gara 3. Nel secondo match in laguna, la squadra sembrava ormai pensare alla “bella”, ma una volta sotto di oltre 20 punti, ha avuto una reazione ed ha recuperato fino ad avere la palla del pareggio, sprecata però da Crawford, non più il giocatore decisivo ammirato in Coppa Italia. Alla fine, la Reyer ha vinto i due match che hanno fruttato la finale, poi vinta con Sassari. Ma per la Vanoli è stata un’annata indimenticabile. In estate, la società è riuscita a trattenere solo Saunders, mentre Crawford e Mathiang sono volati in Turchia. I sostituti Tiby e Sobin non si sono rivelati all’altezza e la squadra ha faticato. Ma con l’arrivo del centro Happ e la crescita di Akele, i biancoblu sono risaliti in classifica, chiudendo l’andata al quinto posto. In Coppa Italia, Milano è apparsa troppo forte ed ha vinto largamente sui campioni in carica, ma in campionato la Vanoli è rimasta stabilmente in zona playoff, fino allo stop per il Covid. Il resto è storia recente, con il progetto di diventare una sorta di Club Italia e poi la doccia fredda delle mancate coperture economiche per affrontare la nuova stagione. Quindi sono arrivati gli addii del coach e via via di tutti giocatori, prima dello scioglimento del cda, anticamera della chiusura definitiva dei battenti. Quando una società sportiva scompare, è sempre doloroso, ma in questo caso lo è ancora di più, perché si è passati in pochi mesi da un trionfo alla probabile chiusura. La stessa cosa è accaduta a Torino lo scorso anno, ma non in presenza di una pandemia. Speriamo che non sia così, ma prepariamoci al peggio. E comunque vada, grazie Vanoli per le tante emozioni che ci hai regalato...
I grandi giocatori della storia biancoblu • Keith Langford, Quadre Lollis, Troy Bell, Marko Milic, “Von” Wafer, Marco Cusin, Earl Jerrod Rowland, Hrvoje Perić, Luca Vitali, Travis Diener, Paul Biligha, Darius Johnson-Odom, Kelvin Martin, Wesley Saunders, Andrew Crawford, Mangok Ma-thiang, Ethan Happ.
Tutte le cose belle non durano per sempre. Ce lo insegnano da quando siamo bambini, ma anche da adulti speriamo che non sia così. Invece, pare proprio che la favola della Vanoli sia giunta a un amaro epilogo, proprio quando la società sembrava essersi assestata nel gotha del nostro basket. Ma gli effetti della pandemia hanno distrutto il sogno di una società, che ha sempre fatto i salti mortali per far quadrare i conti. Purtroppo le conseguenze del Covid-19 si sono fatte sentire pesantemente sulle aziende locali, che non possono più dare una mano ad Aldo Vanoli come in precedenza. La speranza è che da qui al 31 luglio accada un miracolo, ma è giusto non farsi troppe illusioni. Qualche tempo fa un mio conoscente, tifosissimo della Vanoli, mi disse che custodiva gelosamente tutti i magazine realizzati da il Piccolo, per rileggerli quando la squadra non avesse più giocato in serie A. Mi sa che quel momento è arrivato. E allora ripercorriamo 21 anni ricchi di soddisfazioni, di una piccola società che da Soresina è arrivata a sfidare i giganti della pallacanestro italiana.
La grande avventura è iniziata nel lontano 1999, quando Secondo Triboldi ha deciso di portare la massima serie sotto il Torrazzo. All’epoca in pochi gli davano credito, anche perché la squadra al tempo griffata Tamoli, è partita dalla B2, dopo che il Gruppo Triboldi ha rilevato la società di Soresina (che militava in C1) ed ha acquisito i diritti di Bernareggio. Al primo colpo la squadra allenata da Simone Lottici ha raggiunto i playoff e la stagione successiva ha centrato la promozione, battendo in finale Torre Boldone (2001). Anche in B d’Eccellenza, la Tamoil ha subito ben figurato, raggiungendo da matricola i playoff e impegnando Teramo, poi promossa. Nel 2003, sempre con Lottici in panchina e Andrea Conti in campo, i biancoblu hanno raggiunto la finale che metteva in palio la promozione in Legadue, persa alla “bella” per mano di Montecatini. L’anno dopo si è interrotto il felice matrimonio sportivo con Lottici e sotto la guida di Tinti, la squadra ha centrato una sofferta salvezza. Intanto, la casa dei biancoblu è diventato il PalaSomenzi, in grado di contenere il crescente numero di tifosi della squadra di Triboldi, che dopo un’altra eliminazione nei playoff, nel 2006 ha conquistato la storica promozione in Legadue, sotto la sapiente guida di Andrea Trinchieri, in una stagione che ha visto la squadra centrare addirittura 17 vittorie di fila. Dopo aver vinto il proprio girone di regular season, i biancoblu hanno superato nei playoff Cento, Forlì e Osimo. La permanenza nel secondo campionato nazionale è stata di breve durata. Da matricola, i cremonesi hanno subito raggiunto i playoff (perdendo i quarti di finale con Pavia) e la stagione successiva (con coach Cioppi), sono arrivati in semifinale, cedendo a Caserta, poi promossa in serie A. Ma lo storico traguardo è stato raggiunto nel 2009: dopo il terzo posto in regular season, la Vanoli (che si chiamava ancora Soresina) ha vinto i playoff in modo incredibile e rocambolesco. Dopo il 3-1 a Pavia nei quarti, i biancoblu hanno sfidato la fortissima Fastweb Casale Monferrato, che ha gettato al vento gara 3 e poi ha ceduto 87-83 gara 5 in un PalaSomenzi stracolmo. Poi è arrivata l’apoteosi, nella finale vinta contro la Dinamo Sassari, dopo 4 match combattutissimi. Decisiva una magia di Troy Bell in gara 3, che rubò palla a Rowe mentre palleggiava per impostare l’azione che poteva portare alla vittoria i sardi. Invece, quella giocata spianò la strada ai biancoblu, che completarono l’opera sempre al PalaSerradimigni il 7 giugno. Qualche mese prima, la squadra aveva raggiunto anche la finale della Coppa Italia di Legadue (persa a Cremona con Veroli dell’ex Trinchieri). La prima stagione nella massima serie è stata però più complicata del previsto: la salvezza è arrivata, infatti, solo all’ultima giornata, dopo che l’esperto Attilio Caja ha preso la squadra a metà campionato. La permanenza nel 2010 è stata comunque un’impresa da ricordare, alla luce di un roster poco competitivo. Più tranquilla la stagione con Mahoric, conclusa al 12° posto, mentre il terzo campionato nella massima serie è stato a due facce: deludente con Mahoric ed entusiasmante con il ritorno di Caja e l’ingaggio di Jason Rich, scovato nel campionato belga. Alla fine, la Vanoli ha raggiunto un soddisfacente decimo posto, impensabile prima dell’arrivo della guardia americana. Ad inizio della terza stagione (nel 2011), Secondo Triboldi ha lasciato a sorpresa la società e Aldo Vanoli decise di proseguire da solo, ricoprendo la carica di presidente. Nell’estate del 2012 è arrivato Luca Vitali, desideroso di rimettersi in gioco e la squadra dopo una partenza difficile, si è risollevata sotto la guida di coach Gresta, che ha preso il posto di Caja. Addirittura, ha cullato il sogno di accedere ai playoff, poi sfumati nel finale. Anche con Gresta, la stagione successiva non è partita bene e la società si è affidata a un coach di grande esperienza come Cesare Pancotto, che ha raggiunto la salvezza, anche se con un certo affanno. Ma Pancotto sa il fatto suo e con il ritorno di Luca Vitali, la stagione successiva è arrivato lo storico accesso alla final eight di Coppa Italia (2015), mentre in campionato la squadra è calata nel girone di ritorno, rimanendo però sempre lontana dalla zona calda della classifica. Il campionato 2015-2016 è stato ancora più esaltante, perché Pancotto ha qualificato la Vanoli ancora alla final eight di Coppa Italia (con tanto di vittoria nei quarti con Sassari, prima di cedere a Milano), ma soprattutto ha centrato il quarto posto in regular season. Quindi è arrivato nel 2016 il primo accesso ai playoff ed anche senza l’infortunato Vitali, la squadra si è battuta con coraggio e ha ceduto 3-1 a Venezia. In estate, la società ha giocato d’azzardo, lasciando liberi i due azzurri Vitali e Cusin, ma la scelta si è rivelata sbagliata, perché la squadra è partita male e dopo il successo all’esordio con Pistoia, ha incassato sette ko di fila. Sempre sul fondo della classifica, non è più riuscita a riemergere e non è servito il cambio di allenatore (Lepore è stato promosso head coach al posto di Pancotto). Il successo di Pesaro sembrava cambiare la situazione, ma poi la squadra ha ceduto di schianto, retrocedendo per la prima volta nella sua storia. Ma quando sembrava dover ripartire dall’A2, sono arrivati la mancata iscrizione di Caserta e il ripescaggio. Sulla panchina era già arrivato Meo Sacchetti, che dopo i trionfi di Sassari e l’esperienza a Brindisi, voleva rimettersi in gioco. Con un roster rinnovato e con la presenza di un allenatore in campo come Travis Diener, tornato a giocare dopo 3 anni di inattività, la squadra ha giocato bene, centrando la final eight di Coppa Italia (eliminando Avellino e perdendo con tanti rimpianti con Torino) e i playoff proprio all’ultima giornata. Poi stanca e un po’ scarica, ha ceduto nei quarti con Venezia. Ma la stagione è stata eccellente e con Sacchetti è iniziato un ciclo davvero importante. Arriviamo, infatti, alla straordinaria stagione 2018-2019. Con le grandi sorprese Saunders, Crawford e Mathiang, la squadra ha terminato l’andata al quarto posto, a due lunghezze dal secondo ed è arrivata in gran forma alla final eight di Coppa Italia di Firenze. Prima ha messo sotto Varese dell’ex Caja (82-73), poi l’ambiziosa Virtus Bologna (102-91) e quindi l’apoteosi in finale contro Brindisi, battuta 83-74 il 17 febbraio 2019. Il successo è stato completato dal premio come miglior giocatore a Crawford. Insomma, un trionfo a 20 anni dall’inizio dell’avventura e a 10 anni dall’approdo nel basket che conta. Ma non è finita, perché la Vanoli ha macinato vittorie e terminato la regular season addirittura al secondo posto e per la prima volta ha partecipato ai playoff nutrendo delle ambizioni.
Battere Trieste nei quarti non è stato facile, ma alla fine la squadra di Sacchetti ha piegato i giuliani 3-1. La semifinale è iniziata con il successo di Venezia al PalaRadi, ma la Vanoli si è riscattata in gara 2 e addirittura ha espugnato il Taliercio in gara 3. Nel secondo match in laguna, la squadra sembrava ormai pensare alla “bella”, ma una volta sotto di oltre 20 punti, ha avuto una reazione ed ha recuperato fino ad avere la palla del pareggio, sprecata però da Crawford, non più il giocatore decisivo ammirato in Coppa Italia. Alla fine, la Reyer ha vinto i due match che hanno fruttato la finale, poi vinta con Sassari. Ma per la Vanoli è stata un’annata indimenticabile. In estate, la società è riuscita a trattenere solo Saunders, mentre Crawford e Mathiang sono volati in Turchia. I sostituti Tiby e Sobin non si sono rivelati all’altezza e la squadra ha faticato. Ma con l’arrivo del centro Happ e la crescita di Akele, i biancoblu sono risaliti in classifica, chiudendo l’andata al quinto posto. In Coppa Italia, Milano è apparsa troppo forte ed ha vinto largamente sui campioni in carica, ma in campionato la Vanoli è rimasta stabilmente in zona playoff, fino allo stop per il Covid. Il resto è storia recente, con il progetto di diventare una sorta di Club Italia e poi la doccia fredda delle mancate coperture economiche per affrontare la nuova stagione. Quindi sono arrivati gli addii del coach e via via di tutti giocatori, prima dello scioglimento del cda, anticamera della chiusura definitiva dei battenti. Quando una società sportiva scompare, è sempre doloroso, ma in questo caso lo è ancora di più, perché si è passati in pochi mesi da un trionfo alla probabile chiusura. La stessa cosa è accaduta a Torino lo scorso anno, ma non in presenza di una pandemia. Speriamo che non sia così, ma prepariamoci al peggio. E comunque vada, grazie Vanoli per le tante emozioni che ci hai regalato...
I grandi giocatori della storia biancoblu • Keith Langford, Quadre Lollis, Troy Bell, Marko Milic, “Von” Wafer, Marco Cusin, Earl Jerrod Rowland, Hrvoje Perić, Luca Vitali, Travis Diener, Paul Biligha, Darius Johnson-Odom, Kelvin Martin, Wesley Saunders, Andrew Crawford, Mangok Ma-thiang, Ethan Happ.
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