Due messe in suffragio delle vittime del Covid

CELEBRAZIONI • Stamattina alle 10 alla casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi”, martedì al Cimitero

Due messe saranno celebrate nei prossimi giorni per ricordare le vittime del Covid-19.
Martedì 15 settembre, alle ore 16 il vescovo Antonio Napolioni presiederà una Messa in suffragio delle vittime dell’epidemia di Coronavirus presso il Cimitero di Cremona. La data scelta coincide con la ricorrenza della memoria liturgica della Madonna Addolorata, a cui è intitolata proprio la Cappella del Cimitero cittadino.
Con monsignor Napolioni ci saranno il vicario zonale don Pietro Samarini e i sacerdoti della città. Tra loro anche don Achille Bolli che il Vescovo ha incaricato per le celebrazioni nella Cappella del Cimitero di Cremona che riprenderanno, dopo la sospensione dettata dall’emergenza sanitaria, dal 17 settembre, ogni martedì e giovedì alle ore 9 e nei giorni festivi alle ore 10. Saranno presenti anche le autorità locali come segno di partecipazione della comunità civile nel ricordo dei concittadini vittime del Covid e nella vicinanza alle famiglie colpite dal lutto.
La Messa, che si svolgerà presso il monumento centrale del cimitero, sarà trasmessa in diretta sui canali digitali diocesani (sul sito diocesidicremona.it e sulle pagine ufficiali Facebook e Youtube) e in tv su Cremona1 (canale 80 e 580 del digitale terrestre).
Stamattina invece, alle ore 10 nel giardino della casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona, verrà celebrata una Santa Messa in suffragio delle vittime del Covid e come segno di riconoscenza per tutte le persone che si sono prodigate al servizio degli ospiti della struttura nel corso della pandemia.
La celebrazione vuole fare memoria di quanto è accaduto negli scorsi mesi e in particolare ricordare le persone “che se ne sono andate” in un modo che nessuno avrebbe mai voluto rendendo drammatico il distacco. La Santa Messa - animata dal Coro Polifonico Cremonese, diretto dal maestro Federico Mantovani -  sarà presieduta dal Vescovo Emerito Dante Lafranconi.
La celebrazione fa eco a quanto detto da papa Francesco il 31 maggio scorso:  «Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi» e vuole quindi porsi come un invito alla speranza e alla fiducia nel futuro per tutta la comunità.

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