La straordinaria realtà di Cascina San Marco

 SOLIDARIETA’ • Gestita da Fondazione Sospiro, si trova in campagna nella frazione Tidolo e occupa ragazzi con disabilità

Vanni Raineri

In soli due anni la Cascina San Marco ha fatto passi da gigante, ed è oggi un punto di riferimento importante per la presa in carico di persone con disabilità intellettiva ed autismo associati a severi disturbi della condotta. La struttura situata a Tidolo, frazione di Sospiro, nacque nel 2016 da un progetto presentato dal Direttore del Dipartimento delle Disabilità Serafino Corti al cda di Fondazione Sospiro, per offrire ai disabili un’opportunità di inclusione sociale attraverso esperienze lavorative in campo agricolo. La scelta è caduta poi sulla coltivazione di piccoli frutti rossi, che richiedono azioni semplici e fatte manualmente, che quindi ben si adattano alle capacità di queste persone, che hanno dimostrato nel tempo di svolgere il compito con grande soddisfazione.
La gestione fa dunque capo a Fondazione Sospiro, che come noto gestisce servizi destinati agli anziani e ai disabili. Complessivamente nelle varie sedi sono circa 800 gli ospiti, dei quali 400 con disabilità anche profonda.
A Cascina San Marco vivono e lavorano 50 persone, seguite da operatori e psicologi.
A presentare la splendida esperienza sono stati giovedì sera il presidente Simone Zani e la vice presidente Francesca Scudellari, con la loro relazione al ristorante La Clochette di Solarolo Rainerio dove erano ospiti del Rotary Club Piadena Oglio Chiese del presidente Gianfranco Tripodi.
Il contatto si deve al Rotaract Piadena Casalmaggiore Asola, che ha svolto un service in cascina San Marco. Questa, come ha affermato Zani, è una realtà sociale rara, voluta con determinazione: «La volontà del dottor Corti col suo proposito era quella di migliorare il progetto di vita, gestire attività esclusive e iniziare al lavoro questi ragazzi. Si è pensato da subito alla realtà agricola perché prevede attività seriali e semplici, e consentiva di offrire al mercato qualcosa di diverso». Vale a dire le marmellate fatte con lamponi, more, ribes e mirtilli.
L’inizio ha visto una raccolta fondi che ha prodotto importanti risultati, grazie soprattutto all’adesione di Fondazione Cariplo e dell’associazione I Bambini delle Fate, la nota impresa sociale creata in Veneto da Franco Antonello che si occupa di assicurare sostegno economico a progetti e percorsi di inclusione sociale a beneficio di soggetti con autismo e altre disabilità. E poi altri 25 sponsor (tra cui la Vanoli, i cui ragazzi junior hanno contribuito in cascina alla raccolta dei frutti), che hanno consentito l’acquisto del casolare con l’inizio dei lavori e l’inaugurazione del 5 luglio 2018. In cascina ci sono il laboratorio di trasformazione e il punto vendita, al piano superiore il laboratorio di etichettatura e confezionamento. Zani ha raccontato la soddisfazione dei ragazzi e il grande beneficio sul loro progetto educativo, come dimostrano tanti risultati raggiunti: è il caso di Paloma, una ragazza che dopo 4 anni è tornata in famiglia.
Il progetto di Tidolo è stato presentato tra gli altri allo Iulm di Milano, e si è avvalso della collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel corso dell’anno ci sono anche momenti conviviali, come la festa del raccolto che favorisce l’integrazione sociale: nell’edizione del giugno 2019 si sono avute 400 presenze. Purtroppo il Covid ha cancellato queste opportunità. E poi momenti importanti condivisi quali le riunioni aziendali.
Francesca Scudellari ha espresso il grande orgoglio per questo progetto a nome della Fondazione Sospiro, ormai diventata eccellenza a livello internazionale: «Ora stiamo attuando un progetto su direttive di un’Università americana, di Baltimora, e abbiamo aperto anche ambulatori per minori a Milano e a Spinadesco».
Al termine della serata è stato proiettato un bel video che illustra il corso della giornata tipo in cascina.
Sollecitato da una domanda sulle problematiche dovute al Covid, Simone Zani ha risposto: «E’ stato un periodo duro per noi, figurarsi per i ragazzi. Ma nonostante il caos e i contagi in Fondazione (che oltre a 800 ospiti conta 800 dipendenti) i danni sono stati limitati. I ragazzi sono stati impegnati giocando a carte, a tennis tavolo, certo essendo loro abituati a vivere a contatto con la natura non è stato facile. Vanno ringraziati gli operatori e gli psicologi che li hanno sostenuti».
Nel corso della serata il Club ha presentato un nuovo socio: Massimiliano Rossi, private banker e allenatore di basket di Viadana.

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