Scuola, si riparte tra mille incognite

 RIENTRO IN CLASSE • La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: «E’ tutto sotto controllo. Le classi? I posti più sicuri»

Mancano poche ore alla ripresa delle lezioni nelle scuole italiane. Lunedì riapriranno le classi e, secondo la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (che ha parlato ieri), «è tutto sotto controllo», il nostro Paese si è «preparato ad affrontare i problemi ad uno ad uno. Se ci saranno bambini positivi interverrà il dipartimento di prevenzione territoriale». La ministra Azzolina ha concluso il suo discorso durante la visita a una scuola di Biella, assicurando che «la scuola è il posto attualmente più sicuro di tutti».

IL NODO CATTEDRE
Nonostante le rassicurazioni che arrivano dal Ministero, in vista della ripresa permangono alcuni punti da chiarire. Il primo è quello legato alle possibili cattedre vacanti. Secondo una stima di Gilda, un sindacato di docenti, i posti vuoti sono in tutto tra i 170 e i 180mila: posti di ruolo, a tempo indeterminato, che non sono assegnati e che vengono occupati con le supplenze. Il tutto nonostante l’annuncio, arrivato a fine agosto dal governo, dell’assunzione di 80-85mila insegnanti di ruolo.
13MILA POSITIVI AL TEST, LA METÀ NON LO HA FATTO
Ieri, intanto, sono arrivati i dati dei test sierologici effettuati da personale docente e non docente su base volontaria. A svolgere l’esame è stato quasi il 50% del personale: sono 13mila le persone risultate positive che non potranno prendere servizio. Più del 50% dei lavoratori della scuola non si è sottoposto al test, ma potrà comunque rientrare in aula. E a far accendere il dibattito è l’ordinanza della Regione Campania, con il governatore De Luca che ha imposto al personale scolastico l’obbligo di sottoporsi all’esame sierologico (pena una multa fino a tremila euro).

LA MALATTIA E LA MISURAZIONE DELLA FEBBRE
I presidi, ieri, sono intervenuti su un altro tema cruciale che divide il Paese: il rientro in classe di docenti e ragazzi dopo assenze per malattia. «In materia sanitaria non ci esprimiamo - ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli - ma chiediamo che ci sia chiarezza: la riammissione a scuola, ad oggi, diversamente da come avveniva in passato, avviene senza certificati medici. Se uno studente si assenta e la scuola non sa il perché (ovvero non rientra nei casi Covid) potrebbe avere anche il virus ma se nessun medico lo ha visitato saremmo di fronte a una riammissione non ottimale. Allora bisognerebbe reintrodurre un obbligo di certificazione al rientro».

IL CASO PIEMONTE
La ministra Azzolina ha inoltre aggiunto che il governo potrebbe «impugnare il decreto della Regione Piemonte» che impone alle scuole di verificare la temperatura degli studenti. La misurazione della febbre, infatti, secondo le linee guida della ripartenza, dovrà avvenire a casa: uno dei temi, quest’ultimo, che più divide l’opinione pubblica a poche ore dalla ripartenza.

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