Sindaci, è un’occasione da non perdere


MARTIGNANA DI PO • L’appello del primo cittadino Gozzi su MaB Po Grande Unesco e VenTo


MARTIGNANA DI PO - La VenTo e il marchio MaB Po Grande Unesco? Grandi opportunità da cogliere. Lavorare tra sindaci per il futuro del territorio Casalasco? Meglio farlo al di fuori di sovrastrutture burocratiche che hanno dimostrato di non funzionare.
Su questo doppio binario abbiamo sentito il parere di Alessandro Gozzi, sindaco di Martignana per il terzo e ultimo mandato, tra i più impegnati e presenti laddove si decidono le sorti del nostro territorio.
Partiamo dal riconoscimento da parte dell’Unesco del Po Grande a riserva della biosfera. Gozzi, assieme agli amministratori di Casalmaggiore, Gussola e San Daniele Po (Davide Persico rappresenta formalmente i comuni cremonesi), e tra i più presenti ai vari incontri che si sono tenuti, l’ultimo dei quali tra Cremona e Guastalla (per un disguido i sindaci casalaschi erano stati dirottati su Cremona e non laddove si sono radunati i colleghi della zona più vicina).
Prima domanda: non le sembra che parecchi amministratori casalaschi stiano sottovalutando l’occasione?
«Questa nostra zona in questo momento storico ha tre grandi opportunità: la VenTo, il MaB e il contratto di fiume. E’ vero che ci vorrebbe maggiore attenzione da parte di tutti. Al di là dei limiti temporali del mandato, sono chance che si stanno concretizzando. La VenTo è importantissima perché fino ad ora altre province hanno saputo meglio valorizzare le aree vicine al Po, ma la sua presenza porta comunque gente da noi, e se ci organizziamo possiamo produrre un’offerta concordata ed efficace, che comprenda musei, aree naturalistiche e altro, in rete con i tanti altri luoghi di interesse presenti».
Fino ad oggi non è stato semplice svolgere un’azione coordinata.
«E’ vero, ma è fondamentale. Farci la guerra tra di noi è miope, solo un’offerta composita può attirare attenzione».
Lo dicono tutti, ma alla resa dei conti non accade, e paghiamo anche un certo pessimismo di fondo che caratterizza su questo tema la nostra gente. Che idea si è fatto?
«Io non posso competere da solo con Sabbioneta, per esempio, anche se ognuno ha le proprie peculiarità. Ci sono amministrazioni che iniziano un percorso comune interessante, poi basta che cambi un sindaco e il percorso si interrompe. La collaborazione nasce anche dalle piccole cose: io ad esempio personalmente sfalcio l’erba in paese e non mi fermo ai confini del mio comune se credo sia logico proseguire per altri 200 metri. Il pessimismo della gente invece lo si supera assieme. Dobbiamo essere consapevoli che la nostra golena è molto bella e ampia rispetto alle altre. Detto questo, io ho partecipato a tutte le assemblee del Po Grande, ma ricordiamo che MaB significa Man and Biosphere, quindi non è un progetto meramente turistico ma di valorizzazione e conservazione, senza insediamenti impattanti».
Per chiudere con la VenTo, superati i timori di un percorso che transiti soprattutto dal Parmense tagliandoci fuori?
«Certo: all’ultima riunione di Cremona i dirigenti di Aipo e Autorità di Bacino lo hanno confermato, d’altro canto il recente finanziamento del primo tratto fino a Stagno e la previsione del prossimo fino a Casalmaggiore lo confermano».
Cambiando tema: recentemente ha incontrato i suoi colleghi di Gussola, San Giovanni in Croce e Rivarolo del Re, i Comuni più popolosi a parte Casalmaggiore e a sud del Piadenese, per pianificare il futuro di questa area.

«Il discorso è lo stesso: la necessità di unirsi per certe iniziative, muovendoci assieme a Casalmaggiore, che deve restare il faro ma anche avere interlocutori».
Un modo per dire che le tante unioni naufragate non hanno raggiunto l’obiettivo? In fondo è vero che i più grossi risultati di pianificazione si ottennero negli anni Novanta con l’individuazione di aree di interesse sovracomunale, che favorirono ad esempio l’ampliamento dell’area industriale di San Giovanni e l’autodromo di San Martino del Lago.
«Meglio proseguire senza utilizzare sovrastrutture burocratiche, dalle unioni di comuni alla consulta del Casalasco. Gli incontri sono iniziati per fronteggiare le emergenze legate al ponte sul Po chiuso e del Covid, e sono felice che si sia creata un’unità di intenti che prima non c’era. E’ più produttivo parlare tra noi».
Ovviamente ci saranno suoi colleghi che penseranno di essere stati tagliati fuori.
«Va detto che alcuni non si facevano mai vedere agli incontri, ma il succo è che noi abbiamo lanciato un sasso, chi vuole seguirci lo faccia. Serve superare i personalismi, e l’età, l’esperienza e i tempi duri che stiamo vivendo aiutano. Sono fiducioso».




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