Innovazione: un corso per avvicinare al lavoro

 ISTRUZIONE • Seconda offerta formativa della Fondazione Its basata sulla meccatronica, settore salvagente nella crisi

 Vanni Raineri

E’ stata presentata in videoconferenza la nuova offerta formativa della Fondazione ITS Nuove tecnologie Made in Italy. Quella che doveva essere una conferenza stampa, con la quale omaggiare anche i diplomati della prima edizione del corso, si è trasformata, a causa dell’emergenza Covid, in un appuntamento online.
Il nuovo percorso formativo, che prenderà il via il 30 novembre per concludersi nel settembre 2021, si intitola “Tecniche di industrializzazione del prodotto e del processo-Digital Automation in Manufacturing 4.0”, sempre incentrato su un’offerta formativa che punta su eccellenza e innovazione. Un percorso sostenuto dall’Associazione Industriali, dalla Camera di Commercio e dalla Provincia di Cremona, con l’obiettivo di formare personale qualificato che possa soddisfare le necessità del mercato. Il nuovo percorso sarà focalizzato sulla meccatronica.
L’incontro è stato moderato da Giovanni Garavelli, e ha visto l’intervento dell’ingegner Corrado La Forgia (Fondazione ITS-AssoIndustriali), da Maria Grazia Cappelli (Camera di Commercio di Cremona) e da Filippo Moglia (Fondazione ITS-IIS Torriani). Infine, un intervento di Claudio Aiolfi titolare delle Officine Aiolfi di Madignano.
La Forgia ha presentato il corso dell’anno accademico 2020-2021, ricordando che la spinta della Fondazione è il forte legame sul territorio tra scuola e mondo dell’impresa, che comporta di investire sulla formazione post diploma per dare un futuro alle nostre imprese; un’integrazione, quella tra mondo della scuola e lavoro, condivisa dalle istituzioni. Le ITS, ha spiegato, sono scuole ad alto contenuto tecnologico, e sono ben 106 in Italia, di cui 20 in Lombardia. La scelta della meccatronica si deve al fatto che si tratta di un settore trainante per la nostra economia, assieme all’agroalimentare, al cosmetico e al liutario, ma a differenza di questi altri tre non può vantare scuole o iniziative formative importanti supportate anche da atenei. «Dal punto di vista operativo - ha concluso La Forgia - partiamo da zero. Questo deve essere uno strumento di attuazione del Masterplan».
La Cappelli ha spiegato che «il nostro sistema produttivo vede un disallineamento tra offerta e richiesta di lavoro, specie nel settore manifatturiero che in questo periodo di emergenza è il salvagente del tessuto economico, il settore che ha più tenuto e che si spera faccia da traino per altri che sono più direttamente interessati dalla crisi».
Dal canto suo, Moglia ha ricordato come il corso della passata edizione era “Ingegneri nella smart factory 4.0”, iniziato nell’ottobre 2019 e conclusosi il 4 settembre scorso. «E’ stato un anno difficile - ha spiegato - ma c’è tanta voglia di ripartire. Sono coinvolte 34 aziende del territorio: la proposta formativa ha consentito di comprendere alcuni dei linguaggi dell’automazione, per creare tecnici in grado di digitalizzare i processi, programmare macchine utensili e robot». Ha ricordato come nessun contributo economico sia richiesto ai corsisti. L’anno scorso furono 23, 22 dei quali (tra cui una donna) hanno ottenuto il certificato di specializzazione al termine di 1000 ore di formazione di cui 400 di project work. Questo grazie a 21 formatori di cui 14 laureati in Ingegneria, solo il 20% dei quali provenienti dal mondo della scuola. La media di frequenza è stata elevata (900 ore) così come la votazione media (85 centesimi). Dei 22 specializzati, 8 hanno già iniziato un’attività lavorativa, ma l’obiettivo è di collocare tutti entro due anni dal conseguimento del diploma.
Anche il prossimo percorso sarà di 1000 ore, di cui 440 di tirocinio. Il corso è rivolto a giovani o adulti fino a 29 anni, residenti in Lombardia, con diploma di 5 o 4 anni. La gratuità riguarda anche trasporto, sussidi e dispense (rivolgersi al sito itscremona.it).
«Questo è solo l’inizio di un percorso - ha chiuso La Forgia -: si punta ad avere una formazione permanente, quindi è una sfida per il territorio», specificando che questa formazione non si contrappone a quella delle università o degli istituti tecnici ma è complementare, e per alcuni aspetti si tratta della possibilità di riqualificare chi magari si è reso conto di aver conseguito un diploma o ha iniziato un percorso universitario non consoni alle proprie aspirazioni.
Prima del congedo, sono stati nominati i 22 recenti diplomati, molti dei quali erano in collegamento.

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