Non solo insulti social: Liliana Segre nel mirino

 IL CASO • Abbiamo ricevuto una lettera infamante. Non l’abbiamo cestinata, ve la proponiamo

Vanni Raineri

Martedì pomeriggio, riunione di redazione. Si parla degli argomenti da abbozzare in vista del nuovo numero in uscita il sabato e spunta una lettera consegnata a mano in redazione. Ormai le lettere arrivano soprattutto via mail, ma c’è ancora qualcuno che preferisce inviarle in busta, se non addirittura consegnarle a mano come in questo caso.
E’ già capitato ovviamente di ricevere lettere con contenuti talmente discutibili da consigliarne la cestinatura immediata, non certo la pubblicazione. E anche in questo caso, dopo un moto di sdegno collettivo, ci accingiamo ad avvicinare la busta al cestino dei rifiuti, sede naturale del suo contenuto, poi però ci fermiamo. Perché non pubblicarla? In fondo è quel che chiede il lettore-mittente, che si firma indicando anche la residenza.
La lettera non è che una invettiva continua nei confronti di Luciana Segre, già nella prima riga definita “la vecchia ebrea” (di cui noi giornalisti saremmo gli “acclamatori”), ma rispecchia posizioni purtroppo condivise: ci sta la critica anche se politicamente scorretta (che lustro ha dato all’Italia?) ma non gli attacchi per il fatto di essere ebrea (il che pare le sia costato non poco…).
Alla fine abbiamo dunque accontentato il signore (cui abbiamo anche corretto alcuni errori grammaticali), anche se non mettiamo in calce il suo nome. 
Quanto a Liliana Segre, che sta ricevendo cittadinanze onorarie a raffica anche nella nostra Provincia, e che ha da poco festeggiato i 90 anni con un’ultima testimonianza pubblica fatta davanti a tanti ragazzi nell’Aretino, siamo certi che considererà anche questa lettera un’ennesima medaglia al valore, assieme ai tanti insulti ricevuti che fa sì che sia scortata (nella lettera sembra un favore). Non c’è bisogno di aggiungere che il testo non rappresenta i cremonesi ma solo una posizione minoritaria, ma che come detto è condivisa, sia pur senza manifestazioni pubbliche, da non pochi cittadini.
Ecco il testo:
Caro direttore Tamburini,
È mai possibile che voi giornalisti siete diventati acclamatori della vecchia ebrea? Quale lustro ha dato questa donnina all’Italia per meritare un seggio senatoriale? Non mi risulta che abbia meriti culturali, scientifici o letterari come previsto. Non c’erano veri italiani illustri che meritavano più dell’ebrea israelita? Il Mattarella era per caso ubriaco quando ha firmato il Decreto di nomina? Questo soggetto va intorpidendo la mente dei nostri giovani studenti con la sua storiella sul povero e vituperato ebreo, tutto ciò a spese dei contribuenti italiani, scortata e spesata di tutto. Sono anni che subiamo i piagnistei delle comunità ebraiche. Questi signori non sono italiani visto che guardano e glorificano le nefandezze di Israele. La maggioranza di loro sono informatori del Mossad. Non ho mai sentito questa signora accennare una critica contro Israele. Questi se la ridono, piangono e fottono. Se la ricorda la Fiamma Nirenstein membro del Parlamento italiano e del Copasir, grande regalo del delinquente Berlusconi? Questa tipa voleva addirittura fare l’ambasciatrice di Israele a Roma con i soldi della pensione pagata dagli italiani. Questi rimangono sempre ebrei israeliti discendenti dei Deicidi come sancisce il Vecchio Testamento, un’entità di popolo assassino di un Dio. Tra tanti episodi cito quello delle associazioni partigiane: alla Festa della Liberazione era stata invitata la delegazione della cosiddetta brigata ebraica, la quale voleva imporre al comitato invitante la cacciata della delegazione palestinese previa la non partecipazione al corteo. Naturalmente questi si presentano sempre con le becchiere israelite e la scazzetta in testa a simboleggiare la loro appartenenza ad Israele. Sei giusto tra i giusti se li aiuti altrimenti cosa si è: dei pezzi di m….? Non so niente dell’Olocausto e francamente non mi tocca, sono indifferente alla loro sorte e questa vecchia che siede abusivamente e immeritatamente su uno scranno senatoriale non mi rappresenta né rappresenta l’Italia. Svegliamoci altrimenti ci metteranno proni al loro servizio.
La saluto. Non sono fascista né simpatizzante di uno stato che umilia e affama un altro popolo. (segue firma)

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