Arci Pesca Fisa, «la nostra versione»

 IL CASO • Parizzi, Capoani e Somenzi replicano alle accuse dell’ex presidente Bagni: «Noi corretti»

Vanni Raineri

Non ci stanno a passare per chi ha cercato di “scippare” il controllo del comitato provinciale di Arci Pesca Fisa, e per questo vogliono replicare alle accuse mosse dall’ex presidente Mario Bagni su queste colonne.
Due settimane fa abbiamo ospitato un’intervista a Bagni, ex presidente del Comitato che ha sede al circolo Signorini di via Castelleone, che ha raccontato dal suo punto di vista i motivi che hanno portato al commissariamento del comitato provinciale di Cremona (da qualche settimana commissario è il presidente regionale Giovanni Oldani). Bagni ha affermato che tre consiglieri, che sono anche guardie ittiche regionali, erano stati espulsi dopo aver cercato di “farlo fuori” dalla carica di presidente. E lui, dopo essersi dimesso, ne ha chiesto e ottenuto l’espulsione da Arci Pesca Fisa.
Abbiamo incontrato i tre “ribelli”, che si mostrano senza nascondersi e spiegano il loro, di punto di vista.
Si tratta dell’ex vicepresidente Francesco Parizzi, dell’ex segretario Silvano Capoani e dell’ex cassiere Eugenio Somenzi, che ricostruiscono così la vicenda: «Il signor Bagni era stato incaricato, senza necessità di fare elezioni, dal presidente regionale Oldani per sostituire l’ex presidente Giovanni Piacentini. Alcuni anni fa lui ci contatta per allargare la base dei soci». E così Capoani lascia l’incarico alla Fipsas (altra federazione legata alla pesca) e si aggrega assieme ad altri 8 amici, tutti come lui guardie ittiche regionali in forza alla Provincia di Cremona. «Andiamo a casa di Bagni - raccontano - e costituiamo il nuovo statuto per far rinascere il comitato, spostando la sede al Circolo Signorini e provvedendo noi all’acquisto di diverso materiale. Bagni rimane sempre lontano da Cremona per almeno 6 mesi all’anno, e anche nei restanti 6 mesi spesso non è presente. E così per anni non ha mai convocato assemblee e non ha nemmeno mai presentato un bilancio, negando ogni trasparenza a noi consiglieri. A quel punto ci siamo ribellati, e in base allo statuto, che prevede che l’assemblea possa essere convocata su richiesta di un terzo dei consiglieri, convochiamo un’assemblea straordinaria con la mozione di sfiducia nei confronti del presidente e la nomina del nuovo presidente. Nonostante Bagni ci minacci di non firmare il decreto per consentirci di coprire l’incarico di guardie ittiche provinciali, noi non desistiamo indicando nell’assemblea (che si è tenuta il 4 luglio scorso, ndr) Parizzi quale nuovo presidente».
Sfiduciato Bagni, Parizzi è dunque nominato presidente. «Il che avviene al termine di una breve ma accesa discussione, al termine della quale Bagni abbandonava l’assemblea. Da parte nostra abbiamo registrato il verbale all’ufficio entrate comunicando la nuova nomina, e inviato tutto al comitato regionale».
Ma le cose non vanno nel verso desiderato: «Il comitato regionale ritiene l’assemblea, impugnata da Bagni, non regolare per tre motivi: perché non convocata dal presidente, perché non era prevista la partecipazione con delega e per la mancanza del numero legale. Ma niente di tutto ciò è vero: l’assemblea da statuto si può convocare con la richiesta di un terzo dei consiglieri, e noi eravamo molti di più; inoltre la delega è prevista con un massimo di due, e al momento del voto il numero legale c’era eccome».
A quel punto che succede? Il presidente Oldani e il segretario regionale Peluso arrivano a Cremona convocando l’assemblea che elegga il nuovo consiglio, e lì è maretta. Oldani decide prima di sospendere poi di commissariare il comitato e lo scorso 3 ottobre convoca un’assemblea regionale cui partecipano i presidenti provinciali e i loro delegati. Oldani riferisce di insulti e bestemmie nei riguardi di Bagni (che i tre negano) e il Consiglio regionale approva il commissariamento.
Ma voi tre siete stati effettivamente espulsi dalla Fisa? «Questo l’abbiamo letto sul Piccolo, ma non ci è stato comunicato nulla. E quali sarebbero i motivi?». Una lettera inviata alle altre guardie ittiche ma non a loro tre lascerebbe intendere che l’espulsione possa essere effettiva.
E ora che farete? «Ho scritto per parlare coi garanti - afferma Capoani - poi se servirà andremo a Roma». L’amarezza riguarda anche le accuse personali: «Guardi questo documento - indica Parizzi - con cui la Fipsas mi aveva candidato al titolo “Una vita per la Fipsas” per 56 anni di fila nella Federazione lodando la modestia, l’operatività, la dedizione e gli ottimi rapporti mantenuti con tutti, gestendo fino a 37 agenti».

Commenti

  1. Non è la prima volta che nelle controversie interne all' Arci Pesca Fisa, viene citata la FIPSAS ( Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subaquee), con la quale non abbiamo nulla in comune e nulla da spartire e non è la prima volta che il Sig. Raineri scrive degli articoli forvianti. Capisco che il creare polemiche gli permetta di scrivere un ulteriore articolo, ma non è questa la correttezza giornalistica. P.S. la foto pubblicata è del Campo gara in concessione FIPSAS Cremona e non di Arci. ( tanto si deve per la "correttezza giornalistica") e non solo !!

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