La Lombardia ripiomba in zona rossa

 CORONAVIRUS • Si torna alle prescrizioni di marzo, anche se Cremona ha meno contagi

 Benedetta Fornasari

Giallo, arancione e rosso. Moderata criticità e misure standard, elevata gravità e livello di rischio alto, massima gravità e livello di rischio alto. Il nuovo Dpcm, siglato dal premier Giuseppe Conte e dal Ministro della Salute Roberto Speranza e valido fino al 3 dicembre, stabilisce delle regole di contenimento del Covid-19 per tutto il territorio nazionale e applica un differente livello di misure restrittive suddividendo l’Italia in base all’andamento della pandemia in aree distinte, caratterizzate da uno «scenario di tipo 3» (zona arancione) e da uno «scenario di tipo 4» (zona rossa).
Si tratta di un nuovo lockdown a classificazione regionale, disposta con ordinanza del Ministro della Salute che ha il compito e la responsabilità di recepire l’esito del monitoraggio periodico effettuato dai rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Regioni e del Comitato Tecnico Scientifico. Dopo 14 giorni di “stabilità” è possibile modificare la zona di appartenenza territoriale, passando così a una situazione di minore rischio (es. da zona rossa a zona arancione).
Per la Regione Lombardia e i suoi abitanti, e quindi anche per i cittadini della provincia di Cremona, si è acceso il semaforo rosso, che comporta un inasprimento delle misure di contenimento del Coronavirus.
AREA ROSSA (Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta). Il provvedimento è valido dalla giornata di ieri.
Mobilità. Vietato lo spostamento in qualsiasi orario, anche all’interno del proprio comune, salvo che per motivi di lavoro, situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono vietati quindi gli spostamenti da una Regione all’altra, tra province e comuni.
Servizi di ristorazione. Chiusura dei bar, pub, gelaterie, pasticcerie e ristoranti, sette giorni su sette. L’asporto è consentito fino alle ore 22 mentre per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni.
Attività commerciali. Stop ai mercati e chiusura dei negozi, fatta eccezione per la vendita di generi alimentari e prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato che della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali. Restano aperte le edicole, le tabaccherie, le farmacie e le parafarmacie, le lavanderie, i parrucchieri e i barbieri, ma non i centri estetici. Serrata anche per i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura. Sono sospese le attività di sale giochi, corner scommesse, sale bingo e casinò.
Scuola. Viene attivata la didattica a distanza per gli alunni di seconda e terza media e gli studenti delle scuole superiori. Le attività scolastiche delle scuole dell’Infanzia, della scuola Primaria e del primo anno di frequenza della scuola Secondaria di primo grado si svolgono in presenza. Le università sono chiuse, salvo specifiche eccezioni.
Trasporti. A bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale, con esclusione del trasporto scolastico dedicato, è consentito un coefficiente di riempimento non superiore al 50%.
Sport. Sono sospese tutte le competizioni sportive salvo quelle riconosciute di interesse nazionale dal Coni e Cip. Sono sospese le attività nei centri sportivi. È permesso svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva solo all’aperto in forma individuale.
Puglia e Sicilia sono ricomprese nell’area arancione di medio rischio invece tutte le altre regioni, unitamente alla provincia autonoma di Trento e Bolzano, sono collocate nell’area gialla.
Di seguito le altre disposizioni in vigore per tutta la nazione: coprifuoco notturno dalle ore 22,00 alle ore 5,00, con divieto di spostamento fuori casa, salvo comprovate esigenze, lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute; mascherina obbligatoria a scuola per tutti gli alunni dai 6 anni in su; applicazione del lavoro agile ai massimi livelli possibili, sia nella pubblica amministrazione sia nel privato.

 dpcm, le aperture deroghe possibili solo tra 14 giorni

(v.r.) Da un paio di giorni, da quando cioè è stata istituita la zona rossa per la Lombardia e altre tre regioni, la zona arancione in un paio di altre e gialla per le rimanenti, imperversa la polemica sul tipo di colore da dare ad ognuna e se sia possibile differenziare all’interno delle regioni stesse.
Al di là dello scontro istituzionale tra governo e regioni, qui interessa la possibilità che la provincia di Cremona, come altre (Brescia, Bergamo, Lodi) colpite duramente nella prima ondata ma oggi meno interessate dai picchi della seconda, possa ottenere una deroga. Il Dpcm effettivamente prevede all’articolo 2 una situazione di questo genere, quando afferma: “Con ordinanza del Ministro della Salute… d’intesa col presidente della Regione interessata, può essere prevista, in relazione a specifiche parti del territorio regionale, in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico, l’esenzione dell’applicazione delle misure…”.
Le verifiche però sono previste ogni due settimane, e Fontana ha già chiarito (confortato dal ministro) che la regione può stabilire deroghe solo nei successivi controlli. Per i primi 14 giorni dunque Cremona sarà certamente zona rossa. La speranza è che un abbassamento generalizzato (ma per la Lombardia intera sarà improbabile) oppure localizzato (un contenimento a Cremona) possa portare ad un allentamento delle misure a partire da venerdì 20 novembre.

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