Piadena, Priori dice no a Storti

 CASO RIFIUTI • La ditta aveva chiesto un consiglio straordinario, per il sindaco non è il momento

PIADENA DRIZZONA - Qualche tempo fa abbiamo riferito l’allarme dell’Amministrazione comunale in merito al progetto della Storti Trasporti Pesanti sui rifiuti pericolosi in transito nella stazione di Piadena e stoccati nel terminal aziendale che si occupa dell’interscambio gomma-rotaia in una rete di trasporto europea.
La polemica non si è sopita, anzi, tanto che la ditta ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario. «Spiace - ha affermato Stefano Storti - che il Consiglio comunale abbia ignorato il nostro comunicato inteso a spiegare come stanno le cose. Dopo gli interventi dell’Amministrazione comunale e degli ambientalisti nasce la preoccupazione dei cittadini. Per questo chiediamo una seduta straordinaria che ci consenta di poter essere ascoltati e poter dare chiarimenti in merito alla sicurezza. Questo è un progetto che porta sviluppo, Piadena non diventerà una nuova terra dei fuochi. Rifiuti pericolosi sono anche le gramaglie, i fertilizzanti, i bancali di detersivi. Non stiamo parlando di bombe nucleari o bidoni radioattivi, esclusi dall’autorizzazione. Inoltre il materiale, per cui la legge ha ampliato i giorni di stoccaggio in ditta a 6, rimarranno in stazione solo lo stretto necessario». Gli imprenditori hanno intenzione di organizzare un evento “porte aperte” presso lo stabilimento proprio per evidenziare come l’attività sia sicura, e porti solo sviluppo al territorio.
La risposta del sindaco Matteo Priori alla richiesta di un consiglio straordinario aperto non è positiva. Secondo l’amministrazione comunale di Piadena Drizzona non è tempo adesso, ma in futuro si vedrà. «Il rischio è di fare tante parole ed essere poco concreti - spiega Priori - anche perché se la ditta avesse voluto aprirsi alla cittadinanza poteva conferire con il comune per tempo, mentre invece il loro progetto ci è capitato tra capo e collo mediante una comunicazione della Provincia di Cremona a ottobre. Senza dimenticare il fatto che le normative Covid impongono sedute ristrette e dunque non rendono praticabile la strada di un consiglio comunale aperto, in questo momento riteniamo come amministrazione che sia più utile attendere le eventuali controdeduzioni della ditta Trasporti Pesanti, per avere risposte a quesiti ben precisi che abbiamo avanzato. A quel punto possiamo anche pensare ad un consiglio aperto, ma ora non è il momento».
A tal proposito Priori precisa che la ditta Trasporti Pesanti deve presentare le proprie documentazioni entro il 13 dicembre, ma può chiedere lo slittamento dei tempi in avanti per 90 giorni complessivi: al momento non si conosce quale strategia l’azienda adotterà. Di certo c’è che il consiglio comunale si è schierato, in modo praticamente unanime, contro il progetto con una mozione votata sia dalla maggioranza che dalla minoranza di centro-sinistra guidata da Ivana Cavazzini. La mozione è stata spedita ai vari enti interessati dalla questione: Arpa, Ats Valpadana, i comuni limitrofi e pure la Provincia di Cremona, Regione Lombardia e il Ministero delle Infrastrutture.
«Ci sono due punti - spiega Priori - che emergono tra tutti: da un lato il fatto che il traffico aumenterà dato che già ci saranno tre treni merci in più al giorno, come la stessa Trasporti Pesanti ha messo in conto, senza dimenticare che - trattandosi di scambi intermodali - anche il traffico su strada non diminuirà, perché ci saranno più camion; dall’altro lato la stazione ferroviaria di Piadena Drizzona nasce come luogo per il trasporto passeggeri, dunque non ha la conformazione e probabilmente nemmeno gli spazi per il trasporto merci e per lo stoccaggio. Non dimentico di segnalare la richiesta del Certificato di Prevenzione Antincendio, che a nostro avviso è un altro dei noccioli della questione: perché i 2400 metri cubi di rifiuti sono una piccola montagna che, in caso di incendio, non si spegne certo con un estintore. Insomma, attendiamo le controdeduzioni, dopo avere accolto la contrarietà di quasi tutto il consiglio». Con l’eccezione di Dante Benelli, uscito dall’aula al momento del voto.

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