Zani, confermata la condanna a 14 anni in Appello

 

 La Corte d’Appello di Brescia ha confermato ieri pomeriggio la condanna a 14 anni per Gianfranco Zani, colpevole secondo l’accusa di avere appiccato il 22 novembre 2018 il rogo nella casa coniugale di Ponteterra (Sabbioneta), dove si trovava il figlio undicenne Marco, morto per asfissia mentre riposava in camera da letto. Confermata la condanna del tribunale di Mantova, che aveva fissato in 14 anni la pena di Zani: 8 per l’incendio in casa e 6 per la morte del figlio Marco. Silvia Fojotikova, la mamma del bimbo, che nel pomeriggio ha pubblicato alcuni post sul suo profilo Facebook, dopo la sentenza ha commentato: «Speravo in una condanna esemplare».
I fatti. Zani, dopo aver incendiato la casa di Ponteterra, quel giorno di novembre del 2018, era fuggito ma era stato bloccato da una pattuglia della polizia stradale a Casalmaggiore. Pochi giorni prima di quel folle gesto l’uomo era stato colpito da un provvedimento del gip di Mantova di divieto di avvicinamento alla casa di famiglia, dove vivevano la moglie e tre figli. I malumori tra i due, fatti anche di liti violente, andavano avanti da tempo. La situazione era precipitata quando il giudice aveva proibito al marito di avvicinarsi all’abitazione e la moglie, decisa a separarsi, era stata accompagnata in una casa famiglia. La donna, quel giorno, era uscita per accompagnare il figlio maggiore, di 17 anni, all’oratorio. In casa era rimasto il bimbo di 11 anni. Zani, entrato nell’abitazione, avrebbe dato fuoco ad alcuni arredi che si trovavano al piano superiore. Al suo ritorno Silvia ha notato il marito, a bordo di un furgone, provenire dall’abitazione. Quando lui si è accorto della moglie, l’ha speronata, per poi fuggire. E’ stata lei, vedendo del fumo uscire dalla villetta, a raggiungere la stanza da letto dove si era sviluppato l'incendio e a lanciare l’allarme. Sono stati poi i Vigili del fuoco a raggiungere l’11enne e a soccorrerlo. Le sue condizioni, però, erano apparse da subito gravi. E per Marco non c’è stato nulla da fare.
Ora, dopo la sentenza della Corte d’Appello di Brescia, si aprono le porte della Cassazione. La parte civile chiederà l’ergastolo. La difesa potrebbe chiedere una pena più lieve, perché non reputa volontario l’incendio scoppiato quella sera a Ponteterra. Secondo la difesa, infatti, la volontà di Zani sarebbe stata quella di creare un danno agli effetti personali della moglie (e non di far divampare un incendio) e l’uomo non sarebbe stato conscio del fatto che in casa ci fosse il figlio 11enne.

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