TURISMO • Massimo Agliardi (The Crown Jewels): «La riapertura di domenica sarà solo “famigliare”»
Da domani dunque potremo tornare a spostarci, anche fuori regione nelle altre zone gialle, poi dal 21 dicembre si tornerà ad una maggiore rigidità. Spiragli comunque per chi di professione gestisce i viaggi. Sul momento che stiamo vivendo, sull’anno terribile che sta terminando e sulle prospettive future abbiamo sentito il parere di Massimo Agliardi, titolare dell’agenzia di viaggio cremonese The Crown Jewels.
Innanzitutto, i clienti iniziano ad informarsi sulle nuove regole e sulla possibilità di organizzare viaggi?
«Onestamente la risposta è no. L’apertura dei prossimi giorni consentirà alle persone di raggiungere le seconde case, di andare a trovare parenti in altre regioni, quindi sarà un turismo limitato al treno, a voli e spostamenti interni. Solo questo ci chiedono, non certo una vacanza. E’ vero che da domenica ci si potrà spostare, ma con le chiusure totali dei principali giorni di festa manca lo spirito per pensare ad un viaggio vero e proprio, che tra l’altro comporterebbe la stessa spesa pur nei forti vincoli fissati. D’altra parte nemmeno io lo farei. Qualcuno chiede informazioni sui periodi futuri, e anche noi stiamo iniziando a programmare ma fino alla fine dell’inverno rimane una grande incertezza. Abbiamo rimandato anche la programmazione che ci eravamo ritagliati nella sola Italia. Vedremo a febbraio. Per ora l’interesse dei clienti è sui buoni regalo che poi potranno essere utilizzati per tutto il prossimo anno».
Tra l’altro è stato chiarito dal Ministero che anche chi tornerà dopo il 6 gennaio dovrà sottoporsi a tampone e, quando previsto, quarantena.
«L’interesse è limitato a chi ha grande disponibilità di denaro e vuole ragiungere i luoghi più esclusivi, tanto che lo scalo di Dubai in questi giorni è intasato per chi si dirige alle Maldive. Se non interessa il costo e la necessità di sottoporsi a quarantena al rientro si parte, ma ciò vale per pochi ricchi. E pensare che ci sono pesi sicuri e aperti che si potrebbero raggiungere, ma a frenare è la grande burocrazia al rientro in Italia. Spero che l’Europa possa fare qualcosa: di sola Italia non campiamo, noi viviamo sull’estero».
Obiettivo dunque puntato alla prossima primavera?
«Neanche questo, piuttosto all’estate 2021. In primavera si può limitare l’interesse alla sola Italia o al massimo a destinazioni vicine come le Canarie».
L’impressione però è che, quando tornerà la possibilità di viaggiare in sicurezza, tanti italiani avranno una gran voglia di farlo.
«E’ vero, e lo abbiamo già verificato nella lenta ripartenza del giugno scorso: abbiamo organizzato una giornata al lago di Garda e abbiamo dovuto fermarci a 20 prenotazioni, ma avremmo raggiunto tranquillamente quota 50. Per il prossimo anno stiamo lavorando sulla Polinesia (già 12-13 clienti hanno già le valigie pronte), Cuba, il Canada. Grazie a Dio c’è una fetta di clientela non spaventata. Speriamo piuttosto che si individuino a livello internazionale i corridoi giusti, validi per tutto il mondo, ma servono accordi tra paesi e tra compagnie aeree, alcune delle quali chiuderanno i battenti e altre ridurranno i voli».
Come alla fine di ogni crisi, farà la differenza l’originalità dell’offerta.
«Assolutamente è così: ci sarà una selezione naturale e chi ha lavorato sempre bene, con professionalità, sopravviverà e sarà ripagato, e credo sia giusto così: purtroppo abbiamo assistito in passato ad aperture selvagge di agenzie prive della necessaria competenza. Dal canto nostro cerchiamo di ascoltare i desideri dei clienti. Ad esempio a marzo ho iniziato a inventarmi dirette Facebook parlando a braccio e mantenendo il rapporto con la gente, e l’idea è piaciuta molto».
Chiusura d’obbligo: come valuta i ristori dello Stato?
«Noi abbiamo percepito solo i primi 600 euro, poi non abbiamo potuto accedere ai contributi a fondo perduto per le troppe clausole che ce lo impedivano. Per lo Stato a maggio eravamo aperti, pur non fatturando alcunché. L’unico altro introito percepito sono i quasi 2000 euro dalla Regione. Poi basta».
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