Cessione del credito, come ristrutturare casa senza aprire il portafoglio

 Accanto a banche e compagnie assicurative nascono delle società che garantiscono di occuparsi di pratiche, contatti e organizzazione dei lavori, rendendoli a costo zero per il cliente

Vanni Raiberi 

Sotto la spinta del bonus 110%, sono sorte sul mercato aziende che propongono il cosiddetto “pacchetto completo”. Ciò sta a significare che il cliente non si dovrà occupare di pratiche burocratiche, di contattare professionisti e imprese, ma tutto questo gli verrà offerto da una società che dall’inizio alla fine lo affiancherà sino alla consegna finale.
Abbiamo provato a sentire il responsabile di una di queste società, e gli abbiamo posto domande che spesso i cittadini vorrebbero fare ma non trovano risposte chiare, fuori dai tecnicismi, col risultato che spesso preferiscono rimanere in attesa nel timore di compiere passi sbagliati.


Partiamo da una prima domanda. Nel caso il mio immobile non sia in regola, posso sanare abusi edilizi e altre irregolarità prima di procedere nei lavori?
«Certamente, ed è ciò che stanno facendo in tanti, spesso scoprendo loro stessi in questa occasione che la loro abitazione non è perfettamente in regola. Il problema vero è la lentezza di reazione da parte dei comuni, che sono spiazzati da un enorme aumento di richieste di accesso agli atti e di sanatorie. Anche in questo senso l’operazione raggiunge un obiettivo “sano”».


Al cittadino resta la possibilità alternativa di chiedere lo sconto in fattura all’impresa edile, o di cedere il credito a una banca o una compagnia assicurativa.
«Le aziende sono soprattutto orientate ad intervenire sul cappotto termico e sui serramenti, ai lavori tipicamente edilizi quindi e non all’efficentamento energetico, non sono in grado di fornire il pacchetto completo. Quanto alle banche, a volte è necessario accendere un mutuo. Il consiglio è di fare attenzione alle possibili truffe che scatenano come sempre operazioni di massa come questa, magari promettendo l’aumento di due categorie solo con fotovoltaico e pompe di calore». 


Ultimamente sul mercato si affacciano, oltre alle banche e alle compagnie assicurative, anche società che offrono il pacchetto completo come quella che lei rappresenta. In pratica promettono di occuparsi di tutto in cambio della cessione del credito: il cittadino non versa nulla e non incassa nulla, solo a fine lavori si ritroverà una casa seminuova. C’è da fidarsi?
«Se l’azienda non fa bene i lavori semplicemente non viene pagata, quindi è interessata a fare i lavori a regola d’arte con la dovuta certificazione, altrimenti è lei che rischia. È quindi l’azienda a dover essere preoccupata. Ci sono aziende nate nel 2020 sull’onda del business dell’efficentamento energetico: ci si faccia delle domande».


Il cittadino teme di poter essere chiamato a risarcire lo stato qualora non fossero rispettate alcune condizioni. Esiste davvero questo rischio? E chi mi assicura che i lavori vengano eseguiti a norma?
«In parte ho risposto. Esistono due tipi di controlli: quelli dell’agenzia delle entrate e quelli dell’Enea: questi ultimi verificano che gli interventi siano idonei e corrispondano al progetto. Ci sono poi i controlli sugli abusi: chi usufruisce del Superbonus e anche negli anni seguenti compie abusi deve fare molta attenzione”».


Facciamo un esempio. Una famiglia non ha denaro ma possiede una casa che vorrebbe ristrutturare usufruendo del superbonus. Concretamente c’è la possibilità che riesca ad ottenere il risultato non versando alcunché in nessun passaggio dell’operazione?
«Certo, è così. Molti sono rimasti alla finestra pensando a una bufala. Ora però si vedono i cantieri che crescono e si capisce che si tratta di un’occasione concreta».


Per quanto riguarda i lavori che posso eseguire, esiste un tariffario?

«Sì, c’è un tariffario da non superare, ma è semplicissimo seguire i massimali ben circostanziati dal decreto».


Sono già molti i cantieri aperti? E c’è il rischio che attendendo troppo si rischi poi di non trovare più un’impresa edile disponibile?
«I cantieri aperti non sono moltissimi ma sono già diversi. Effettivamente chi si sveglia tardi rischia di arrivare fuori tempo massimo: le richieste vanno scadenziate, i lavori richiedono tempo. Detto, questo, si spera in un’ulteriore proroga da parte del governo. Ad aver aderito sinora sono soprattutto i proprietari di abitazioni singole, mentre per i condomini la situazione è più complicata. Chi non sta approfittando dell’occasione sono enti pubblici e onlus».


In pratica un cittadino vi contatta e voi da cosa partite?
«Per prima cosa incontriamo la persona e vediamo l’abitazione, poi segue una valutazione veloce che tenda a verificare gli interventi da effettuare. Quasi tutte le case richiedono un cappotto serio, la sostituzione dei serramenti, una caldaia nuova, e anche il fotovoltaico diventa un’opzione interessante: prima pochi ad esempio acquistavano l’accumulatore, ora sono tanti. Anche il cappotto termico è sempre stato trascurato».


Complessivamente, il superbonus che vantaggi porterà alla società italiana?
«È tutto opinabile ovviamente, ma c’è da dire che se tutti mettono il fotovoltaico ogni casa è destinata a produrre più energia di quanto ne consumi, diventa quindi una piccola centrale elettrica. Poi gli interventi di isolamento termico diminuiscono il fabbisogno di energia e abbassano il livello di inquinamento da combustibili, con la diminuzione di emissioni. Le persone avranno case più confortevoli e sane. Importante la spinta a un settore come quello dell’edilizia che è stato molto frenato dalla pandemia».

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