“Il Sistema” sarà una fiction

 POLITICA • Sallusti ha presentato il libro-intervista a Palamara al Rotary club Cvs

Vanni Raineri

Il caso Palamara, nonostante non sia argomento che i media affrontano troppo volentieri, diventerà una fiction. La novità assoluta arriva proprio da Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale e autore del libro-intervista all’ex magistrato già presidente dell’Anm e membro del Csm, relatore di una conviviale online organizzata dal Rotary Club Casalmaggiore Viadana Sabbioneta. Un libro, “Il Sistema”, che è stato il caso dell’anno, e che ha fatto emergere un quadro decisamente allarmante dell’amministrazione della giustizia nel nostro Paese. Almeno agli alti livelli, poiché, come ha affermato Sallusti, la maggior parte della magistratura non c’entra nulla. Anzi, in fondo è penalizzata dal fatto che per far carriera sia necessario aderire ad una delle correnti politiche che governano il mondo delle toghe, passaporto ben più decisivo rispetto al curriculum professionale per accedere ai piani alti.
“Il Sistema” è un libro fortunato nato per caso: «Nell’estate 2020 - ha affermato il giornalista - fu depositata l’inchiesta su Palamara e divennero pubbliche chat, messaggi e mail che lui scambiava col suo mondo e non solo. Gli chiedo un appuntamento per avere quei materiali, e con mia grande sorpresa (non lo conoscevo se non per comuni frequentazioni televisive, ed eravamo su fronti opposti) lui accetta. Gli dico che è civilmente morto, può solo decidere se morire lentamente travolto dal fango oppure raccontando gli ultimi 15 anni di questo Paese. Dopo un po’ lui accetta e seguono altri incontri. Gli chiedo solo che il libro contenga solo documenti inoppugnabili e non indiscrezioni».
Che sia un libro fortunato non ci piove, al record annuale di vendite sono seguite le richieste dei diritti: già acquistati quelli per farne un’opera teatrale da parte della Compagnia di Edoardo Sylos Labini, opzionati quelli per farne una fiction televisiva che, c’è da scommetterci, farà discutere parecchio. Anticipare che la produrrà Mediaset crediamo non sia un azzardo.
Ma “Il Sistema” racconta tutta la verità di Palamara? «Secondo me è una verità incompleta, non solo per scelta legittima sua, ma anche perché la verità, lo so per mestiere, è sempre più complessa di una singola visione, quindi lui conosce una parte della verità, al di là della sua reticenza. Certo lui ha detto di aver perduto i telefonini che aveva prima, ma credo che il suo sia un modo per dire che la storia potrebbe non finire qui».
Qual è la cosa che l’ha più sconvolta di questa vicenda? «La Procura di Perugia decide di appiccicargli un’accusa infamante, cioé di essere stato corrotto da un avvocato per nominare un giudice (che lui dice di non aver mai conosciuto) in una certa sede. Questo è necessario (poi l’accusa verrà ritirata ma la cosa è fatta) per poter inserire un trojan nel suo cellulare. Ad inquietarmi di più è il fatto che, per inserire questo trojan, si chiede la partecipazione di una compagnia telefonica che si presta, fingendo un guasto per chiamare il cliente Palamara e attivare il dispositivo. È inquietante che una compagnia privata sia strumento della Procura, se pensiamo che, giusto e sbagliato che sia, la Appe ha addirittura rifiutato al Governo Usa di fornire la password del telefono di un terrorista considerando la privacy bene superiore rispetto alla sicurezza».
Sulla ricostruzione della magistratura divisa e governata dalle correnti politiche rimandiamo alla lettura del libro. Fatto sta che “tre governi sono stati fatti saltare da questo sistema per motivi politici: Prodi, Berlusconi, poi si è tentato con Renzi (caduto poi per altri motivi) e infine Lega-M5S. Io queste cose le sostengo da anni, ma sentirle in modo documentato da chi ricopriva quell’incarico ed era responsabile di quei comportamenti fa un certo effetto. È Palamara a dire che nel 2008 in una riunione dell’Anm si dice che se Berlusconi torna in campo bisogna impedirgli di governare. Infatti poi il giudice Franco parlerà di un plotone di esecuzione».
Facile per Palamara parlare ora, ma opporsi prima? «Qualsiasi magistrato si opponesse alle scelte politiche del sistema veniva espulso, e lo stesso Palamara ha preferito tacere rimanendo nel Sistema, a cui non sono estranei i Presidenti della Repubblica». Su questo argomento, sull’operazione Mani Pulite cui viene fatta risalire l’origine del Sistema e su altro basta leggere il libro. Che è giunto alla sua 12ª edizione. «Ma Repubblica e La Stampa non ne hanno dato notizia: ovvio che l’informazione è complice».
Palamara ha preferito la seconda opzione delle due che gli ha offerto.
Che ruolo vede nel suo futuro? «Dipende. Il politico?».

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