La Fiera bussa ai piani alti

 AGRICOLTURA • Il Consiglio comunale approva l’appello a Regione e Governo, ma serve trovare unità

Vanni Raineri 

È stata una settimana in cui il caso Fiera della Frisona ha tenuto banco con alcune iniziative interessanti. Stabilire quali risultati siano effettivamente raggiungibili resta incerto, l’impressione di fondo è che per chiedere soldi all’esterno servirebbe prima garantire risorse proprie e soprattutto risolvere i gravi dissidi all’interno della Fiera.
L’appuntamento istituzionalmente più rilevante è il Consiglio comunale che si è tenuto giovedì pomeriggio, simbolicamente proprio all’interno della Fiera, in Sala Stradivari, e con la presenza fisica dei consiglieri, dopo parecchie sedute in webinar, anche se non aperto al pubblico.
Sul piatto una mozione presentata per la prima volta congiuntamente (come ha sottolineato con orgoglio il presidente del Consiglio comunale Paolo Carletti) da presidente e vice presidente (Maria Vittoria Ceraso, dell’opposizione) del Consiglio, e che come da attese è stata poi approvata all’unanimità dei consiglieri presenti.
In breve, la mozione, visto il programmato spostamento della Mostra nazionale del bovino da latte a Montichiari, ha riassunto la grande tradizione cremonese giudicando positivamente il piano di rilancio predisposto da CremonaFiere, di 10 milioni di euro da ripartirsi in 5 anni. Si chiede a Regione Lombardia e Governo nazionale un sostegno anche economico al piano di rilancio, che dovrebbe essere presentato in Consiglio Regionale. Si chiede poi al sindaco Galimberti di coinvolgere le parti per ricomporre unità di intenti, e a tutti i membri del CdA di mostrare impegno concreto a favore del rilancio della Fiera.
La mozione sarà trasmessa ai comuni della Provincia per essere approvata.
Il Consiglio comunale si era aperto con gli interventi del presidente della Fiera Biloni e del direttore De Bellis, che hanno sottolineato l’importanza strategica dell’ente. Biloni ha anche sostenuto di aver chiamato inutilmente più volte Anafij (protagonista del “trasloco”), proprio mentre Anafij sostiene il contrario: da qui, oltre che naturalmente dai contrasti tra Libera e Coldiretti, dovrebbe ripartire il sindaco per cercare di ricostituire il dissidio. Il presidente della Camera di Commercio Auricchio ha poi esaltato la capacità della nostra Fiera di attirare sempre i ministri dell’Agricoltura, suscitando anche le invidie parmensi, dove lui sino a pochi mesi fa è stato presidente della Fiera.
Tra gli interventi politici, da rimarcarne alcuni interessanti dell’oppposizione: Ventura ha chiesto espressamente di mettersi al tavolo con Anafij, Libera e Coldiretti per sanare la situazione, Malvezzi ha detto concretamente che per rilanciare la Fiera servono soldi, e se c’è chi è contrario a capitalizzare serve capire se lo faccia per mancanze di risorse o perché non ci crede. «La Regione darà una mano - ha aggiunto - se ci sarà cofinanziamento, e si devono fare alleanze con una strategia chiara. Senza condivisione produciamo solo documenti». Per Zagni, sempre in tema di risorse, serve capire quanto dei 10 milioni del piano sarà messi dai soci.
Il sindaco Galimberti, dopo aver esaltato Cremona, ha concordato che è necessaria la sostenibilità economica, un piano finanziario con costi e ricavi: «Il Comune storicamente ha investito tantissimo nella Fiera, e dopo la fine dei mutui lo scorso anno abbiamo comunque messo 120mila euro, da aggiungere ai 100mila che hanno messo ciascuno Provincia e Camera di Commercio. Anche quest’anno dobbiamo trovarli, in seguito chiederemo a Regione e Governo. Poi ovviamente serve un appello alle categorie economiche per i capitali privati. Nelle premesse del piano vanno inserite le alleanze, un tema che va aperto immediatamente». Altro punto caldo: «Nel sistema regionale fieristico, di cui fa parte anche Montichiari, non può esserci concorrenza tra Fiere lombarde». Sul “tavolo di ricomposizione attriti”: «Lavoriamoci assieme cercando di capire, serve anche il contributo della Regione».
Galimberti ha illustrato le prossime mosse: il 29 aprile incontro con l’assessore regionale all’Economia Guidesi, il 30 il piano di rilancio verrà presentato in Commissione Agricoltura regionale (con un appello ai capigruppo per presenziare alla call), quindi si cercherà un incontro col Ministero dell’Agricoltura e prima dell’estate ci sarà un nuovo Consiglio comunale in Fiera a Cremona.
Un Consiglio quindi che, al contrario di qualche ricostruzione parziale, non ha preso posizione pro o contro qualcuno, ma si è posto in modo costruttivo il problema di ricostituire le fratture che hanno portato alla perdita della Fiera. E il punto è sempre questo: serve presentarsi ai piani alti dopo aver creato le condizioni per farlo con una voce unica, altrimenti esporteremmo solo un’immagine litigiosa senza speranze di raccogliere alcunché.
Mercoledì sera c’era stato un anticipo televisivo interessante: nel programma di Cremona 1 “Sviluppo & territorio” il direttore Guido Lombardi ha presentato una puntata alla quale hanno partecipato i principali attori, dal sindaco Galimberti al presidente della Provincia Signoroni, poi i vertici di Camera di Commercio Auricchio, di Libera e Coldiretti Crotti e Voltini, di Confcommercio Badioni, il direttore di Confindustria Falanga, i vertici della Fiera in Biloni e De Bellis, politici come Pizzetti, Zagni, Malvezzi e Ventura, e il professore della Cattolica Antoldi.
Nonostante i nomi, pochi gli sviluppi concreti. Subito Voltini, chiamato in causa, ha ricordato nuovamente le basi del 2015, quando a seguito della «discesa repentina dell’appeal della Fiera nessuno ha ascoltato le nostre proposte. Noi ci siamo per lavorare a un progetto spendibile e propedeutico per il settore che non riguardi solo il bovino da latte, chiedendo che tutti mettano risorse alle stesse condizioni di Coldiretti».
Crotti l’ha accusato di dire certe cose e farne altre, poi quasi tutti hanno lanciato appelli all’unità e hanno sottolineato l’esigenza indifferibile di creare una rete di alleanze con altre Fiere. Interessante l’intervento di Pizzetti: «Il nastro non è riavvolgibile, serve una sfida nuova, sennò è inutile andare a Milano o a Roma. Continuiamo a ragionare come se nulla fosse cambiato, ma vogliamo fare della Fiera un pilastro di un nuovo film o un tassello che rimane lì immobile? Alla Fiera servono capitali freschi, altrimenti sono solo chiacchiere, e serve un matrimonio con altre Fiere, in Regione e fuori. Infine, nel CdA della Fiera non possono sedere 17 persone».
Ancora Crotti: «Facciamo sistema nei fatti. Chi ci sta ci sta, chi no se ne assuma le responsabilità». Voltini: «Se saremo in Fiera a Cremona? Certo, se verrà attualizzato il piano che appoggiammo prima di andare in assemblea per come ci era stato esposto. Anafij ha sottoscritto un nuovo contratto con Montichiari ma potrà collaborare già nel 2021 alle giuste condizioni. La Fiera non ha saputo dare servizi a chi in Fiera ci andava».
Con Riccardo Crotti che è in procinto di imitare Voltini (è probabile presidente regionale lombardo di Confagricoltura al posto di Boselli, già commissario a Cremona), il rischio è che, più che comporsi, le tensioni si spostino a un più alto livello.

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