La Lombardia spera nella zona bianca dal 14

 COVID • Il quadro del contagio in deciso miglioramento: ieri a Cremona 33 casi

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha firmato un’ordinanza che andrà in vigore dal 24 maggio. Tutte le Regioni e Province Autonome sono in area gialla.

LA ZONA BIANCA
Il decreto entrato in vigore il 18 maggio stabilisce che dal primo giugno passeranno in zona bianca tre regioni: Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Il 7 giugno toccherà ad Abruzzo, Veneto e Liguria ma dal 14 giugno anche Lombardia, Lazio e Umbria potrebbero entrare in fascia bianca se nel monitoraggio del 28 maggio avranno un’incidenza di 50 casi per centomila. 

I NUMERI
Calo dei casi Covid in Italia nelle ultime 24 ore. Il dato contenuto nel bollettino del Ministero della Salute indica 5.218 nuovi positivi, in discesa rispetto ai 5.741 della giornata precedente, questo nonostante la crescita dei tamponi processati, 269.744 e che determina un tasso di positività che torna sotto il 2%, esattamente all’1,93%. Tornano però a crescere i decessi, 218 (+54). I guariti sono 12.695 mentre gli attualmente positivi vedono un calo complessivo di 7.698 unità attestandosi su un totale di 291.788.

IL QUADRO LOCALE
Sono 33 i nuovi positivi in provincia di Cremona. In Lombardia continuano a diminuire i ricoverati nelle terapie intensive (-8) e nei reparti (-93). Su 45.058 tamponi effettuati, sono 847 i nuovi positivi (1,8%). I guariti/dimessi sono 998.

I DATI SONO BUONI
«Il quadro è in deciso miglioramento. Il nostro Paese ha una curva che decresce. L’età mediana delle persone in terapia intensiva si abbassa, passando a 65 anni. Il tasso di incidenza decresce in tutte le fasce di età, ed è più marcata la decrescita se osserviamo le fasce d’età vaccinate. L’Rt a 0,78 da 0,86 della scorsa settimana ma è importante che il limite superiore è sotto il valore di 1». Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa settimanale sull’emergenza Covid-19.

IL CERTIFICATO COVID
I negoziatori del Parlamento e del Consiglio Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul Certificato Covid digitale UE per facilitare la libera circolazione durante la pandemia. Il certificato sarà disponibile sia in formato digitale che cartaceo. Attesterà se una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha un risultato recente di test negativo o è guarita dall’infezione. In pratica, si tratta di tre certificati distinti. Il quadro comune dell’Unione Europea permetterà agli Stati membri di emettere tali certificati che saranno poi accettati negli altri paesi dell’UE. Secondo l’accordo, il regolamento del Certificato Covid digitale UE resterà in vigore per 12 mesi.

VACCINI: I BREVETTI
«Purtroppo in molte aree del mondo, la pandemia non accenna a diminuire. Le differenze nei tassi di vaccinazione sono sconvolgenti. Sono state somministrate quasi 1,5 miliardi di dosi di vaccini, in oltre 180 paesi in tutto il mondo. Solo lo 0,3% di queste si trova in paesi a basso reddito, mentre i paesi più ricchi ne hanno somministrate quasi l’85%». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento di apertura al Global Health Summit. «E’ essenziale consentire la libera circolazione di materie prime e vaccini oltre i confini - ha aggiunto Draghi -. L’UE ha esportato circa 200 milioni di dosi di vaccini Covid-19 in 90 paesi, circa la metà della sua produzione totale. Tutti gli stati devono fare lo stesso. L’Italia accoglie con favore l’iniziativa della Commissione Europea volta a produrre vaccini e prodotti sanitari nei paesi a basso e medio reddito. Vogliamo coinvolgere le nostre aziende farmaceutiche e i nostri centri di ricerca per sostenere la produzione, in particolare in Africa».

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