Stabili i contagi, ma si svuotano gli ospedali

 COVID • Sono 10.554 i casi di ieri, in lieve calo; scendono a 61 in provincia di Cremona

Ieri sera il ministro della Salute Roberto Speranza, dopo il monitoraggio settimanale con l’Istituto superiore di sanità, ha firmato le ordinanze che definiscono i nuovi colori delle Regioni italiane a partire da lunedì. La Valle d’Aosta tornerà in zona arancione e Sicilia e Sardegna resteranno arancioni. Passeranno in zona gialla Puglia, Basilicata e Calabria. Tutte le altre resteranno gialle, nessuna in zona rossa.

I NUMERI IN ITALIA
Sono 10.554 i nuovi casi di coronavirus in Italia. I decessi di ieri sono 207, per un totale di 122.470 vittime da febbraio 2020. Le persone guarite o dimesse sono complessivamente 3.572.713 e 15.580 quelle uscite ieri dal Covid.

IL QUADRO LOCALE
Sono 61 i positivi al Covid in provincia di Cremona registrati nelle ultime 24 ore. Un dato in calo rispetto al giorno precedente, quando i contagi erano 105. Nel frattempo in Lombardia continuano a diminuire i ricoverati nelle terapie intensive (-22) e nei reparti (-104). Sono 1.759 i nuovi positivi in regione, i guariti/dimessi 2.680.

CONFCOMMERCIO
Marco Stanga, vicepresidente Confcommercio Cremona e presidente provinciale Federmoda, ha dichiarato ieri: «Come Confcommercio condividiamo e sosteniamo la protesta contro le misure restrittive che, da oltre sei mesi, impongono la chiusura dei negozi nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (leggi sotto, ndr). Siamo per la cultura della sicurezza, della salvaguardia della salute per i nostri dipendenti e per tutti i clienti, oltre che per noi stessi. Ma siamo ugualmente consapevoli che, grazie ad investimenti importanti e al rispetto di normative severe e protocolli rigidissimi, possiamo lavorare nella massima sicurezza. E rivendichiamo il nostro diritto a farlo. Tutte le imprese del nostro settore sono costrette, ormai da oltre un anno, a vivere in un clima di forte incertezza. Manca la possibilità di svolgere la nostra attività e non ci sono ristori adeguati. Scelte che avranno una ricaduta pesantissima sul tessuto delle imprese (ma anche della economia e del Paese più in generale). Si stima, nel nostro comparto, una perdita in termini di occupazione di 1,5 milioni di unità su una flessione complessiva (in tutta Italia e in tutti i settori) di 2,5 milioni. Sono numeri che non si possono ignorare e che richiedono una analisi attenta e decisioni che uniscano responsabilità e coraggio».

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