CRONACA • Gli organizzatori della manifestazione del 12 giugno non parlano. Le posizioni dei relatori
Vanni Raineri
Anche a Cremona sbarca la manifestazione che si oppone all’obbligo vaccinale. Come abbiamo anticipato sabato scorso, il “No paura day” si terrà sabato 12 giugno alle ore 17, ma non, come previsto in un primo momento, nel Piazzale Luzzara dietro lo stadio Zini, bensì al Parco del Po Maffo Vialli, poco oltre le Colonie Padane.
Ad intervenire saranno 5 personalità che si sono tutte contraddistinte per le posizioni critiche in merito ai vaccini rispetto alle direttive nazionali. Sembra corretto affermare che non si tratta né di una manifestazione negazionista e nemmeno no-vax, ma che intende promuovere l’opposizione all’obbligo vaccinale.
Il nome di maggiore spicco è quello del cantante Povia, di cui si è parlato nei giorni scorsi anche per l’inno dell’Inter (poi è stato scelto quello composto da Max Pezzali e Claudio Cecchetto). La posizione di Povia sui vaccini è nota, tanto che ha scritto il brano dal titolo emblematico “Liberi di scegliere”. Ci sarà Paolo Sensini, storico e analista geopolitico: è lui ad aver parlato di “bolla informativa che ha intossicato la società e che spetta a noi bonificare. Anche i social non sono liberi, solo parlare nel prato è libertà. È vero che ci sono stati 130mila morti, che meritano rispetto, ma ci hanno resi prigionieri in casa per questo. Inaccettabile”.
Con lui anche il ricercatore scientifico Stefano Scoglio, che in precedenti manifestazioni si è spinto più in là, affermando di essere un negazionista convinto, e che “il virus non esiste”.
L’infermiere Mariano De Mattia si presenterà con il gruppo “La carica delle 101”: si tratta di 101 persone organizzate contro il decreto legislativo 44 del 2021 sull’obbligo vaccinale per il comparto della sanità.
Infine, e forse sarà il suo l’intervento più interessante, Andrea Stramezzi, medico volontario Covid 19: si tratta di un medico chirurgo e odontoiatra favorevole alla cura domiciliare del Covid. Estrapoliamo una sua recente dichiarazione: «La reazione infiammatoria può subentrare in tutti, non conta l’età. E il problema è che la spike memorizzata dal sistema immunitario nel frattempo è già mutata. Per questo in autunno, di fronte a una quarta ondata, al comparire dei primi sintomi bisognerà intervenire. I governi si devono preparare e informare i medici: chi ha già avuto il Covid o chi è vaccinato potrebbe incorrere in una reazione di questo tipo. Dipende dalle innumerevoli varianti in circolazione».
In settimana abbiamo chiesto agli organizzatori di poter rivolgere loro alcune domande in merito all’iniziativa. Hanno preferito non rispondere. Può essere che non abbiano paura del Covid, ma dei giornalisti pare proprio di sì.
Commenti
Posta un commento