Rolfi in visita alle aziende cremonesi

 AGRICOLTURA • L’assessore a Vescovato, Pieve San Giacomo e Stagno Lombardo, poi in Assemblea Coldiretti

Vanni Raineri

Un ospite speciale per l’apertura dell’Assemblea di Coldiretti Cremona, svoltasi martedì scorso presso la Cascina Lago Scuro di Stagno Lombardo: l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi. Assieme al presidente di Coldiretti Cremona e Lombardia Paolo Voltini, al direttore Paola Bono e ai dirigenti di Coldiretti Cremona, Rolfi ha dibattuto sul tema “Quali prospettive Pac e Psr per Cremona”.
Rolfi ha aperto il suo intervento con una positiva notizia, relativa ai fondi europei destinati alla Lombardia. «Abbiamo chiuso il riparto dei fondi del piano di sviluppo rurale tra le regioni. La Lombardia, dopo l’estenuante battaglia finalizzata a cambiare i criteri di riparto delle risorse, è riuscita ad ottenere 40 milioni di euro in più. Un risultato frutto di una tenace azione tesa a porre fine al metodo storico che assegnava a sei regioni del centro sud il 48% dei fondi Psr. Lo consideriamo un primo passo, sicuramente importante, accompagnato dall’impegno messo a verbale per il 2023 di rivedere i criteri. L’obiettivo è cambiare definitivamente le regole, arrivare ad avere al cento per cento dei criteri oggettivi nel prossimo riparto, dei parametri reali. Abbiamo scritto, e intendiamo continuare a scrivere, una nuova pagina che vuole leggere i territori in funzione dei loro bisogni. E della loro valenza economica. La Lombardia è la prima regione agricola d’Italia. Deve essere trattata come tale anche in termini di riparto dei fondi pubblici».
Tra i temi toccati dall’assessore nel dialogo con Coldiretti Cremona, le tempistiche in relazione ai bandi e le misure di maggiore interesse per le aziende agricole cremonesi. Si è fatto il punto in tema di politica comunitaria e in merito all’approvazione a livello europeo dei regolamenti Pac. Si è parlato dei piani agricoli nazionali che dipendono dagli Stati membri.
Il valore della zootecnia cremonese e lombarda, la necessità di fare scelte lungimiranti in tema di Recovery plan, il “piano aria”, il rilancio della Fiera di Cremona, le assicurazioni in agricoltura sono stati altri argomenti trattati.
Nel suo intervento il presidente Voltini ha sottolineato gli storici cambiamenti intervenuti a seguito della pandemia: «Nel complesso l’agroalimentare cremonese, con le nostre aziende, ha tenuto. Ha saputo contrastare gli effetti della crisi. Sappiamo bene che alcuni comparti, come l’agriturismo o il florovivaismo, hanno subito più duramente i colpi della pandemia. Abbiamo operato, insieme alla Regione, con l’impegno di dare risposte, e supporto, a tutte le realtà. E chi ha maggiormente sofferto dovrà avere oggi ancora più attenzione. Un anno di Covid ha modificato i nostri pensieri, la nostra rotta. Dobbiamo saper mettere in campo l’innovazione digitale. Dobbiamo saper promuovere le eccellenze cremonesi, guardando sempre di più anche all’estero. La ripartenza passa dalla nostra capacità di difendere e promuovere tutte le nostre filiere» ha detto, affrontando il tema del credito in agricoltura, sottolineando l’urgenza di una semplificazione della burocrazia, ribadendo la necessità di ottenere un prezzo equo per tutti i prodotti della nostra agricoltura.
Prima del voto assembleare dedicato al bilancio, c’è stato un grande applauso alle imprenditrici agricole e ai giovani agricoltori protagonisti di “Cresciamo sani, mangiamo il cibo buono”, il progetto di educazione agroalimentare e sviluppo sostenibile proposto da Coldiretti Cremona alle scuole primarie della provincia, chiusosi con numeri da record.
Prima dell’assemblea, nel pomeriggio Rolfi, sempre accompagnato da Voltini e Bono, ha visitato alcune aziende agricole del Cremonese. L’assessore ha iniziato la visita a Vescovato, nell’azienda agricola Antonioli. Accolto dagli imprenditori Serena e Roberto Antonioli, Rolfi ha visitato un’azienda suinicola che alleva 500 scrofe a ciclo chiuso, con circa 7000 capi presenti. I suini sono destinati al circuito del Prosciutto di Parma.
A Serena Antonioli abbiamo chiesto quali siano gli interventi auspicati: «In primis sburocratizzare il Psr per l’accesso ai contributi, poi togliere le zone vulnerabili, come questa, nella direttiva nitrati, quindi intervenire sulla commissione unica per il prezzo facendo rispettare le regole: la materia prima è nostra ma sono i macelli a decidere, noi ci adattiamo a un prezzo non consono e sotto i prezzi di produzione».
Giriamo quindi le domande a Rolfi: «Sulla burocrazia, abbiamo fatto tanto ma sappiamo che serve di più. Quanto al prezzo, il problema di fondo è la frammentazione delle filiere. Col collega dell’Emilia Romagna abbiamo stilato un protocollo per arrivare a una logica interprofessionale, condividendo obiettivi e tecnologia, come avviene già nei settori del latte e dell’ortofrutta. Non dobbiamo rincorrere i prezzi parziali: oggi sono settimanali ma servono mensili se non trimestrali».
Dalla suinicoltura all’allevamento di vacche da latte, il percorso cremonese dell’assessore regionale ha fatto tappa a Pieve San Giacomo, presso la società agricola Pasquali Carlo, Marco, Nicola e Simone. Un’azienda che alleva 270 vacche in mungitura, per un numero complessivo di 620 bovini. Distribuita su due sedi, a Pieve San Giacomo (dove sono presenti l’allevamento di vacche da latte, l’impianto a biogas e gli angus al pascolo) e Pescarolo (dove si allevano suini e avicoli), anche questa azienda ha valorizzato i finanziamenti del  Psr impiegandoli principalmente nell’introduzione del fotovoltaico, tarato sui consumi aziendali.
La presenza in terra cremonese dell’assessore Rolfi è quindi approdata a Stagno Lombardo, nella Cascina Lago Scuro della famiglia Grasselli. Un’azienda biologica e sostenibile, che dal ’93 fa parte del circuito delle aziende agrituristiche della Regione Lombardia. L’azienda alleva capi di bruna italiana, per produrre il latte utilizzato nel caseificio, e le galline “livornese”, bianche come le loro uova. Coltiva inoltre numerose varietà di frutta e verdura, e dal grano monococco produce il pane, il tutto nel rispetto e nei dettami dell’agricoltura biologica. Con questi “ingredienti” la famiglia Grasselli ha proposto all’assessore e ai dirigenti Coldiretti una serata nel segno della “cucina in Cascina”.

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