SANITÀ • La proposta viene dalla sinistra che invita la destra. Ma difficilmente si troverà unità
Vanni Raineri
Stanco della lunga attesa di uno straccio di autonomia all’interno della Ats Valpadana, promessa da tempo (la famigerata Area Territoriale Socio Sanitaria Interaziendale Casalasco-Viadanese) e mai concretizzata, ora il territorio dell’Oglio Po chiede di ospitare una Asst autonoma sia da Cremona che da Mantova. L’appello, che è stato inoltrato a tutte le forze politiche del territorio, parte dalla sinistra, e questo potrebbe rivelarsi un ostacolo per coinvolgere diverse appartenenze: molto starà nella capacità di promuovere qualcosa di costruttivo che non si limiti alla critica partitica.
Il Partito Democratico l’ha fatta da padrone nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, che si è svolta all’ingresso dell’ospedale Oglio Po. A partire dall’ex sindaco di Scandolara Ravara Velleda Rivaroli, coordinatrice del progetto. Con lei erano presenti altri esponenti Pd quali Stefano Bini (Viadana), Mario Daina (Casalmaggiore), Noemi Doro (Canneto sull’Oglio), Giuseppe Romagnoli (Rivarolo Mantovano), Orestilla Sogni (Gussola), Claudio Bottura (Bozzolo), Stefano Simonazzi (Marcaria), Gaetano Novellini e Gianni Pedrazzini (Dosolo), e con loro Paolo Longhini coordinatore dei circoli Pd dell’Oglio Po, Silvio Perteghella (Viadana Democratica) e Pierluigi Pasotto (del gruppo consigliare Casalmaggiore la Nostra Casa). Importante anche la presenza di due medici quali Luigi Borghesi e Fabrizia Zaffanella.
In particolare, Borghesi ha ricordato i tempi in cui l’Ussl 50-52 univa i territori dell’Oglio Po cremonese e mantovano fino allo smantellamento del 1997, quando una grande scommessa del territorio seppe guardare oltre i confini provinciali (ricordiamo che per far sorgere l’Oglio Po chiusero gli ospedali di Casalmaggiore, Viadana e Bozzolo) ma si rivelò poco lungimirante solo per le decisioni burocratiche della politica. La volontà è quella di tornare a quell’unità del territorio, facendo fronte alla perdita costante di servizi, operatori, primariati e specialisti che hanno ridotto l’attività dell’ospedale Oglio Po ma non solo, come dimostra anche Bozzolo.
L’Asst dell’Oglio Po potrebbe gestire in autonomia gli ospedali per affrontare meglio le esigenze: una delle prime battaglie sarà quella per la riapertura del punto nascite. Considerando che ciò comporterebbe la perdita di potere per le due Asst provinciali e un costo per la creazione di una nuova azienda, quali speranze ci sono che l’iniziativa abbia successo? Sarebbe necessaria una grande coesione, cioé da un lato che la destra si unisca ad una battaglia che nasce dagli avversari, e che la sinistra si batta senza guardare alle colpe del passato ma solo alle esigenze odierne. Vale a dire, speranze prossime allo zero.
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