Il Giro ha consacrato il talento di Marta

CICLISMO • Marta Cavalli haconfermato la sua crescita internazionale anche nella prestigiosa corsa a tappe, indossando la maglia azzurra di miglior italiana. Ora punta all’exploit ai Giochi Olimpici di Tokyo

 FORTUNATO CHIODO
Il Giro d’Italia donne si è chiuso anche nel segno di Marta Cavalli, che una volta di più ha confermato di meritare la convocazione olimpica. Nella 9ª frazione, definita la tappa regina per il suo dislivello di 1.124 metri, con arrivo in cima al Monte Matajur in Friuli Venezia Giulia a quota 1.641, che con la sua caratteristica forma conica, è il simbolo delle Valli del Natisone, in provincia di Udine. Il podio è stato tutto griffato dalla SD Worx, con il trionfo della scalatrice sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio, 35 anni di Pretoria, che ha preceduto di 1’6” le olandesi compagne di squadra Demi Vollering e Van der Breggen, quest’ultima dominatrice del Giro. Ottimo quarto posto per Marta Cavalli, prima delle italiane: la 23enne cremonese, rappresentante delle Fiamme Oro e in forza al team transalpino Fdj Nouvelle-Aquitaine Futuroscope, da una tappa lunga e tosta è venuta fuori alla grande. E pensare che Marta è rimasta vittima di una foratura, che l’ha costretta a perdere molto tempo nella crono di apertura del Giro. Sembrava una mission impossible, invece Marta Cavalli ha saputo stringere i denti, lottare senza pietà e non ha mollato la presa, superato i guai fisici e spiccato il volo in salita, dimostrando di essere la più forte delle atlete italiane, misurandosi alla grande con le superdecorate del pianeta mondiale. Alla fine l’azzurra di Formigara ha chiuso 6ª a 8’29” dalla leader Anna van der Breggen, ma soprattutto è stata la miglior italiana, con tanto di maglia azzurra indossata. Non male a 23 anni ed ora testa a Tokyo, dove l’attende un tracciato tosto, con dislivelli imponenti e tre salite di riferimento, su tutte il Monte Fuji e il Mikuni Pass.
 
VENTURELLI TRICOLORE • Sulle strade di Chianciano Terme (Siena), Federica Venturelli ci ha regalato un’altra giornata memorabile, laureandosi campionessa italiana su strada Allieve. Su e giù con pendenze e temperatura che bruciano le gambe, ha affrontato il Campionato italiano alla grande, restando sola negli ultimi chilometri e conquistando un prestigioso oro, forse il più bello della sua giovane carriera, ma già ricca di trofei. «La corsa nei giri iniziali èstata relativamente lenta - ha detto la cremonese di San Bassano, in forza al Gruppo Sportivo Cicli Fiorin - unico spunto una fuga a due che ha raggiunto un minuto di vantaggio. Le gambe c’erano e in prima persona ho accelerato in salita per ridurre il gap. Poi, al mio primo attacco a 5 km dalla fine hanno risposto in quattro, Cagnazzo, Labella, Orecchio e Temperoni. Al secondo attacco, solo Irene Cagnazzo ha resistito, ma alla terza accelerata ho fatto il vuoto, incrementando il vantaggio fino a 37” sul traguardo. Dedico la vittoria ai miei nonni, che stanno affrontando un periodo difficile per problemi di salute». Alle sue spallr sono giunte Valentina Zanzi e Irene Cagnazzo. Federica ha poi vinto anche la Tre Sere di Dalmine, dove si è imposto anche l’Esordiente Federico Saccani in coppia con Sergio Ferrari.

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