Decollano i prezzi dei beni Torna lo spettro inflazione

ECONOMIA • Gas naturale, petrolio, acciaio, alluminio, carta, grano, olio, zucchero in forte crescita


Vanni raineri
Difficile spiegare cosa sia e cosa comporti l’inflazione a una generazione che si è abituata da tempo a prezzi sostanzialmente stabili. Chi invece ha vissuto negli anni Settanta ricorda bene percentuali di inflazione a doppia cifra, che significavano aumento vertiginoso dei prezzi dei beni di consumo. L’inflazione fu uno stratagemma per imporre tasse evitando di farlo in modo diretto: se lo stato deve restituire una certa somma a termine, ovvio che alla scadenza la cifra nominale resti invariata, ma quella reale molto più bassa. La crisi petrolifera (chi non ricorda la circolazione delle auto a targhe alterne?) contribuì pesantemente all’aumento dei prezzi.
Oggi si torna a parlare di aumenti considerevoli, e torna quindi lo spauracchio dell’inflazione. Stavolta però sembra causata dalla ripresa stimolata da politiche espansive, che fa seguito alla recessione provocata dalla pandemia.
Sta di fatto che anche oggi il prezzo della benzina è decollato, e in Gran Bretagna si è arrivati addirittura a razionarne la vendita. Aumentano il gas e l’energia elettrica, variabili che inducono all’aumento di altri prezzi: si pensi ad esempio al prezzo del gas che incide sulla produzione agricola, e di conseguenza sui prezzi di frutta e verdura in vendita nei supermercati.
“La benzina ogni giorno costa sempre di più, e la lira cede e precipita giù… con il salario di un mese compri solo un caffè”. Così cantava in quegli anni ’70 Adriano Celentano nella sua celebre “Svalutation”.
Gli osservatori economici in realtà ritengono che non si dovrebbe riproporre uno scenario simile a quello di allora: solo una serie di errori clamorosi potrebbero provocare una crescita sensibile dei prezzi, ma sta di fatto che già oggi materie prime e prodotti alimentari soprattutto sono in forte rialzo. Il gas naturale ha subito un’impennata notevole, ed è il principale responsabile dell’annunciato aumento delle bollette. Il petrolio è tornato a superare quota 70 dollari al barile, e l’Opec ha deciso di non aumentare la produzione per difendere il rialzo dei prezzi, il valore dell’acciaio è raddoppiato, e quello dell’alluminio ha toccato nuovi record. Quanto ai beni alimentari, per il grano l’aumento del 60% si ripercuoterà su diversi prodotti, così come per l’olio e lo zucchero. Rialzi ancora più consistenti riguardano la carta.
Il tutto è probabilmente dovuto ad una serie di concause, tra cui la forte ripresa dell’economia mondiale dopo la recessione, con conseguente aumento della domanda, la necessità mondiale di politiche green che stanno mettendo al bando le fonti di energia tradizionale (lungi dall’essere rimpiazzate) e ovviamente alcuni casi di speculazione.
Per far fronte agli annunciati aumenti, il governo ha già cercato di correre ai ripari, come ha preannunciato il premier Mario Draghi nel suo intervento (applauditissimo) all’assemblea di Confindustria: si parla di 3 miliardi di euro per alleggerire gli effetti degli aumenti sulle bollette, destinati in particolare ai soggetti più deboli.

Commenti