«Younes ha ucciso per motivi economici»

CRONACA • Ha picchiato la madre Fatna e poi l’ha accoltellata. Dopo sette ore di ricerche, il 35enne è stato arrestato
• IL precedente nel 2016 il terzo figlio precipitò dal balcone morendo sul colpo

Una famiglia, gli El Yassire, già protagonista di una tragedia: il 24 marzo del 2016, Amine, il fratello di Younes, precipitò dalla finestra della sua stanza e morì. Si era pensato dapprima a un suicidio, poi le indagini evidenziarono una fatalità. Aveva 24 anni. 

Vanni Raineri
È stato il marito, il marocchino M’hammed El Yassire, a trovare la moglie morta nel letto, in un lago di sangue nel loro appartamento di via Panfilo Nuvolone 4, in zona Cambonino. Fatna Moukhrif, 54 anni, è stata uccisa dal figlio 35enne Younes.
A far piena luce sulla tragedia avvenuta giovedì mattina è stato ieri il Commissario Capo Marco Masia, nel corso di una conferenza stampa in Questura a Cremona.
L’allarme era scattato alle 13, quando alcuni vicini hanno segnalato al 112 la presenza del marito che chiedeva aiuto. Era da poco rincasato, dopo aver svolto la sua attività di commerciante ambulante al mercato di San Daniele Po. Era rientrato a casa prima del previsto, e si era subito insospettito poiché al suo arrivo la moglie Fatna era solita aprirgli la porta. Stavolta non è accaduto, e dopo aver aperto lui la porta di casa, giunto in camera da letto, ha visto la terribile scena spalancarsi davanti ai suoi occhi. La moglie, sdraiata sul letto col volto tumefatto, aveva diverse ferite provocate da coltelli da cucina: due di questi sono stati ritrovati vicino al letto, un terzo in cucina sul lavandino. Dopo aver riportato la calma nel condominio, gli agenti hanno iniziato l’attività investigativa sentendo i vicini e i familiari, e verificando le telecamere anche per escludere che il ragazzo, da subito sospettato, non si fosse allontanato. Da lì è partita una lunga ricerca: di Younes, che già alle 11,30 aveva spento il suo cellulare, non c’erano tracce, ed è stato ritrovato solo alle 20,30 tra via Mantova e via dell’Annona da una pattuglia della squadra mobile, una delle almeno 15 che si erano messe alla sua ricerca. Younes era vestito così come descritto da alcuni testimoni, col giubbotto bianco ancora macchiato di sangue.
Le forze dell’ordine sono state impegnate dalle 13 fino alle 4 di notte per l’attività investigativa: fino alle 2 la polizia scientifica ha effettuato il sopralluogo per i rilievi, sigillando poi la casa sottoposta a sequestro per eventuali nuovi riscontri. Il ragazzo presentava diverse escoriazioni al volto e al corpo, in particolare al polso e alle nocche delle mani. Era in stato confusionale e non ha detto nulla agli operatori; non è stato facile trovarlo in quanto non pare coltivasse amicizie.
Si tratta di un paziente psichiatrico, e non si conoscono i motivi del gesto, anche se è lecito sospettare che si tratti della recrudescenza di un’aggressività già manifestata più volte nel rapporto morboso con la madre. Ci sarebbero anche motivi economici, date le pressanti richieste di soldi alla famiglia che probabilmente non era in grado di soddisfarle. Younes si è avvalso della facoltà di non rispondere: alle 23,50 è stato sottoposto al fermo dalla polizia giudiziaria, e alle 3 è stato condotto in carcere per omicidio aggravato, in attesa dell’interrogatorio di garanzia del gip Pierpaolo Beluzzi: a difenderlo, l’avvocato Santo Maugeri. L’autopsia sulla donna verrà fatta probabilmente nella giornata di oggi: stabilirà il numero di ferite e quale sia stato il colpo mortale. Marco Masia ha ringraziato il pm Milda Milli che ha coordinato l’indagine, il Pronto Soccorso e tutte le forze dell’ordine impegnate, in primis il comando provinciale dei Carabinieri.
Cinque anni fa, il 24 marzo 2016, il fratello di Younes, Amine, era precipitato dalla finestra della sua stanza. Si era pensato dapprima ad un suicidio, poi le indagini avrebbero evidenziato una fatalità, che costò la vita al ragazzo di 24 anni. Una famiglia già provata e oggi distrutta.

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