Efficienza e trasparenza, Cremona bocciata in etica






Vanni Raineri
Fondazione Etica boccia Cremona, e lo fa senza appello. Il giudizio negativo è pesante, poiché viene da una fondazione nazionale riconosciuta, indipendente e no-profit che si occupa di innovazione nel sistema pubblico e nelle politiche sociali. Fondazione Etica è sorta 13 anni fa con l’obiettivo di contribuire a elaborare un nuovo modello di sviluppo improntato alla sostenibilità sociale, politica ed economica, oltre che basato su una moderna etica pubblica. Non ha carattere partitico, il vero riferimento è la Costituzione. Tra le attività di Fondazione Etica c’è anche quella di pubblicare annualmente il Rapporto Rating Pubblico sui 109 comuni capoluogo. L’ultima edizione, contenente dati riferiti al 2020, è stata pubblicata nei giorni scorsi dall’editore Rubettino, con prefazione dello statistico ed economista Fabrizio Barca, già ministro per la coesione territoriale nel governo Monti. Si tratta di un rapporto che analizza e compara la capacità di amministrare e spendere dei comuni, partendo da trasparenza ed efficienza.

Ecco quindi che, rispetto alle varie classifiche che vengono stilate periodicamente dai media, questo Rapporto assume speciale rilevanza. Il Corriere della Sera ha dedicato una pagina la scorsa settimana all’esito di questa indagine, ma senza entrare troppo nel dettaglio, solo perché aveva a disposizione una sintesi del Rapporto, che elencava le città con migliore e peggiore performance, ma senza avere a disposizione l’elenco completo. Cremona ad esempio era tra le città che non comparivano nella sintesi. Per riuscire ad avere un quadro esaustivo, e in particolare avere i dettagli riguardanti Cremona, abbiamo contattato Fondazione Etica, trovando ampia collaborazione, in particolare nella vice presidente Giovanna Ciniero.

CE LO CHIEDE L’EUROPA

Come afferma la parte preliminare del Rapporto, nel 2018 la Commissione Europea, nel suo Rapporto sulle Pubbliche Amministrazioni degli Stati membri ha dichiarato: “Il buon governo e la qualità delle amministrazioni pubbliche vanno chiaramente nell’interesse dei cittadini dell’Ue e degli Stati membri, al fine di ottenere il massimo valore da fondi pubblici limitati. A livello mondiale, i dati sono inconfutabili: l’elevata produttività, le economie ad alto reddito per abitante sono quelle con le istituzioni pubbliche più efficaci ed efficienti”. Detto altrimenti, non ci può essere sviluppo economico e sociale senza una buona governance pubblica. Ciò è ancor più vero ora che si tratta di gestire i fondi del Pnrr. I Comuni saranno attori cruciali nella realizzazione degli investimenti strutturali previsti da quel Piano, in quanto chiamati a gestire progetti complessi e spendere risorse ingenti, che si andranno a sommare a quelle delle Politiche di Coesione 2021-26. Per evitare il rischio di sprechi e malaffare, la Commissione Europea ha chiesto agli Stati Membri di rafforzare la loro “capacità amministrativa” ad ogni livello di governo, e, dunque, anche comunale. Ma per rafforzare quella capacità bisogna prima conoscerne i punti di forza e di debolezza. E il problema è proprio qui: ad oggi non esiste alcuna misurazione né in Italia, né in Europa, della capacità amministrativa delle Amministrazioni locali. Per questo, Fondazione Etica ha misurato la capacità amministrativa dei Comuni capoluogo di provincia, analizzando il livello di accountability e di performance di aree come il bilancio, la governance, il personale, i servizi, gli appalti, l’ambiente. L’analisi si basa sui dati che i Comuni hanno l’obbligo di pubblicare nella sezione Amministrazione Trasparente dei propri siti web, secondo quanto disposto dal cosiddetto d.lgs. del 2013.

I RISULTATI DELL’ANALISI 
 
Rappresentano uno strumento conoscitivo per i cittadini ma soprattutto una bussola orientativa per i governi, per interventi tecnici possibilmente prima dell’arrivo dei fondi europei. Sono 47 i comuni con un risultato considerato almeno sufficiente, e Cremona, al 68° posto, non è tra questi, ma fa parte dei 62 con un risultato complessivo insufficiente, cioè con punteggio inferiore a 50 (Cremona ha 43,03, inferiore anche alla media nazionale che è 47,88). Sono solo 3 i Comuni che superano quota 70: le emiliane Reggio Emilia e Bologna e la toscana Prato. Tutti i comuni più performanti, e questa non è una novità, sono del nord, mentre gli ultimi 23 sono tutti del centro-sud. Di conseguenza, possiamo affermare che Cremona è tra i fanalini di coda del nord. In Lombardia anzi occupa proprio l’ultimo posto, molto staccata dai comuni capoluogo limitrofi, come si vede nella tabella riepilogativa.

Analizziamo ora il comportamento di Cremona nelle 6 aree considerate: in 5 casi si posiziona tra il 67° e il 77° posto, solo in un caso è 37ª.

AREA BILANCIO
Cremona occupa il 76° posto con 56 punti. In positivo la gestione del patrimonio, che ha lo score massimo (10 su 10) per la differenza tra picchi attivi e passivi: significa che ottiene molto di più gestendo e affittando immobili di proprietà rispetto a quanto spende per l’affitto di immobili da utilizzare. Massimo risultato raggiunto anche per l’assenza di opere incompiute. Cosa non va? È bassa la capacità di riscossione, e paga anche la rigidità della spesa, che probabilmente dipende proprio dalla carenza di liquidità dovuta alla limitata capacità di riscuotere.

AREA GOVERNANCE
Qui siamo al 73° posto. Bene la situazione economico-finanziaria, quella dei debiti fuori bilancio riconosciuti e finanziati e la sostenibilità del disavanzo. Non sono però esplicitati gli obiettivi da raggiungere delle performance: sono state comunicate le singole performance ma non è stata fatta la media per arrivare al risultato complessivo. I bilanci delle società partecipate vanno pubblicati nell’ultimo triennio, ma per Cremona si fermano al 2017, quindi non sono aggiornati. Inoltre, nulla è pubblicato in merito ai rilievi della Corte dei Conti: nessuna delibera, né richiami, decisioni, carteggi con la Corte dei Conti, condizione ben poco plausibile.

AREA GESTIONE DEL PERSONALE
Anche in questo caso semaforo rosso per Cremona, che si salva per l’età media del personale bassa e il limitato assenteismo dei dipendenti. Pesa nel giudizio complessivo la mancata pubblicazione dei dati sull’ammontare e il grado di differenziazione dei premi erogati ai dirigenti. Qui si parla solo di dirigenti, probabilmente la comunicazione relativa ai premi ai dipendenti è corretta.

AREA SERVIZI E RAPPORTO COI CITTADINI
Qui finalmente Cremona si distingue in positivo, occupando una 37ª posizione che le vale almeno la sufficienza, anche se i suoi 45 punti sono molto distanti dai 93 delle migliori. Un contributo positivo lo danno gli indicatori di efficienza e l’ottimale pubblicazione della rendicontazione degli indicatori negli ultimi 5 anni. Questo sia per quanto concerne il numero di servizi sia per il monitoraggio dei tempi, fattori che dicono molto dell’efficienza di un ente. Massimo giudizio anche per il servizio online: digitalizzare i servizi significa velocizzare le procedure. In negativo, lo scarso coinvolgimento dei cittadini, quindi il mancato aggiornamento della sezione dell’amministrazione trasparente per il registro degli accessi. Quanto alla rigenerazione degli immobili pubblici, è stata pubblicata una sola delibera ma non progetti realizzati. Può darsi ci siano stati ma non siano stati comunicati, il che rappresenterebbe un’aggravante.

AREA APPALTI E RAPPORTO COI FORNITORI
Qui si torna a ridosso dei gironi infernali col 71° posto. In questo settore non si eccelle in alcuna sottoarea, si salva parzialmente il monitoraggio delle opere pubbliche. Per il resto, situazione disastrata dovuta in buona parte al fatto che 4 indicatori su 6 ottengono il minimo, in quanto all’Anas non sono stati inviati i files che riguardano gli appalti. Ansa, va detto, ha previsto un portale sul quale gli enti inviano i files per rendere rintracciabili gli appalti fatti, per numero e importi. Sono 4 indicatori differenti, la cui assenza rende il comune non valutabile: non è una sospensione di giudizio, ma una situazione di una certa gravità in quanto Anas lo richiede espressamente.

AREA AMBIENTE
Cremona si eleva rispetto alle ultime posizioni grazie soprattutto al buon livello di raccolta differenziata e alla limitata dispersione dell’acqua. Il resto è negativo, a partire dalla ben nota bassa qualità dell’aria con elevati livelli di pm10. Score minimo anche per la rilevazione di rumori. Questo, va precisato, è un indicatore che si può leggere in più modi, in quanto si tratta di segnalazioni fatte dai cittadini. Può essere che questi abbiano un forte senso civico e segnalino più spesso, oppure che non lo facciamo mai. Qui pesa l’assenza di un registro nel quale si misurano le richieste dei cittadini e i tempi di risposta dell’ente. Stando alla mancata pubblicazione del Comune di Cremona, sembrerebbe che sia giunta solo una richiesta di accesso civico, che non si dice nemmeno in quanto tempo è stata evasa.




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