CICLISMO • Solo sfiorato l’oro nell’inseguimento individuale, la Nazionale ha fatto centro con Elia Viviani nella prova dell’eliminazione, all’esordio iridato. Miriam Vece ha colto il 5º posto nei 500 metri, ma non è soddisfatta
FORTUNATO CHIODO
C’erano due italiani sul podio iridato dell’inseguimento individuale: purtroppo e forse un po’ a sorpresa non sul gradino più alto ai Mondiali su pista a Roubaix. Non ci è salito Filippo Ganna, che non è arrivato nemmeno a giocarsi il quinto oro in sei edizioni, che hapagato la brutta qualificazione e si è dovuto accontentare del bronzo. Non ci è salito neppure il suo erede designato, Jonathan Milan, fresco campione europeo: in finale il ventunenne gigante friulano, oro a Tokyo nel quartetto, si è inchinato al baffuto statunitense Ashton Lambie, primatista mondiale sui quattro chilometri, che ha fatto valere la propria esperienza, superando l’azzurro di 1”089. E’ comunque un argento che pesa, soprattutto in chiave futura. «Sono fiero di quello che ha fatto Jonathan e di tutti i miei ragazzi. Pippo, invece, era scarico mentalmente e ha lasciato qualcosa. Servirà per avere più grinta il prossimo anno», ha detto il ct Marco Villa, che ha esultato anche nell’ultima giornata, malgrado il furto nella notte prima di 22biciclette, per un danno che supera i 400mila euro. Dopo il bronzo nell’omnium, infatti, Elia Viviani ha centrato quel titolo iridato che ancora mancava alla sua prestigiosa e ricca collezione: ed ha inaugurato l’albo d’oro dell’eliminazione. Viviani nel 2022 raggiungerà Filippo Ganna alla Ineos Grenadiers. Un po’ di delusione, infine, per Miriam Vece che si è fermata al quinto posto nella finale dei 500 metri con partenza da fermo. L’azzurra cremasca ha chiuso la sua prestazione con il tempo di 33”330, fallendo il podio sul quale era salita lo scorso anno a Berlino. Medaglia d’oro e titolo iridato all’imbattibile tedesca Lea Sophie Friedrich in 33”057, argento e bronzo per le russe Anastasia Vainova (33”163) e Daria Shmeleva (33”164). Per l’azzurra un piazzamento che non la soddisfa, visto che scesa dalla pista, scuoteva la testa: «Sono delusa. Ho lavorato molto in questi mesi su questa disciplina per confermare la medaglia dello scorso anno. Mi consola, anche se solo parzialmente, aver raggiunto i quarti di finale nella velocità». L’Italia ha chiuso al 3º posto nel medagliere con 4 ori, 3 argenti e 3 bronzi.
C’erano due italiani sul podio iridato dell’inseguimento individuale: purtroppo e forse un po’ a sorpresa non sul gradino più alto ai Mondiali su pista a Roubaix. Non ci è salito Filippo Ganna, che non è arrivato nemmeno a giocarsi il quinto oro in sei edizioni, che hapagato la brutta qualificazione e si è dovuto accontentare del bronzo. Non ci è salito neppure il suo erede designato, Jonathan Milan, fresco campione europeo: in finale il ventunenne gigante friulano, oro a Tokyo nel quartetto, si è inchinato al baffuto statunitense Ashton Lambie, primatista mondiale sui quattro chilometri, che ha fatto valere la propria esperienza, superando l’azzurro di 1”089. E’ comunque un argento che pesa, soprattutto in chiave futura. «Sono fiero di quello che ha fatto Jonathan e di tutti i miei ragazzi. Pippo, invece, era scarico mentalmente e ha lasciato qualcosa. Servirà per avere più grinta il prossimo anno», ha detto il ct Marco Villa, che ha esultato anche nell’ultima giornata, malgrado il furto nella notte prima di 22biciclette, per un danno che supera i 400mila euro. Dopo il bronzo nell’omnium, infatti, Elia Viviani ha centrato quel titolo iridato che ancora mancava alla sua prestigiosa e ricca collezione: ed ha inaugurato l’albo d’oro dell’eliminazione. Viviani nel 2022 raggiungerà Filippo Ganna alla Ineos Grenadiers. Un po’ di delusione, infine, per Miriam Vece che si è fermata al quinto posto nella finale dei 500 metri con partenza da fermo. L’azzurra cremasca ha chiuso la sua prestazione con il tempo di 33”330, fallendo il podio sul quale era salita lo scorso anno a Berlino. Medaglia d’oro e titolo iridato all’imbattibile tedesca Lea Sophie Friedrich in 33”057, argento e bronzo per le russe Anastasia Vainova (33”163) e Daria Shmeleva (33”164). Per l’azzurra un piazzamento che non la soddisfa, visto che scesa dalla pista, scuoteva la testa: «Sono delusa. Ho lavorato molto in questi mesi su questa disciplina per confermare la medaglia dello scorso anno. Mi consola, anche se solo parzialmente, aver raggiunto i quarti di finale nella velocità». L’Italia ha chiuso al 3º posto nel medagliere con 4 ori, 3 argenti e 3 bronzi.
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