Dimissioni Belotti: il caso A2a-Lgh sempre più rovente

PARTECIPATE • Il sindaco di Rovato ha lasciato dopo aver ricevuto l’atto di costituzione in mora, lo stesso inviato a Galimberti

Il clima attorno alla discussa fusione tra Lgh e A2a si sta facendo rovente. A seguito delle indagini in corso sul presunto danno erariale, il sindaco di Rovato, una delle città coinvolte nel processo di fusione, ha deciso di dimettersi. Si tratta di Tiziano Belotti, che un anno fa era stato confermato primo cittadino della città bresciana con la maggioranza assoluta dei voti già al primo turno.

La lettera di dimissioni è stata protocollata giovedì pomeriggio, e consegnata a tutti i consiglieri comunali. Nel caso (assai probabile) che Belotti non ci ripensi nelle due settimane concesse, il Comune sarà commissariato e i suoi cittadini dovranno tornare alle urne probabilmente la prossima primavera.

Fu nel 2015 che Lgh, nata dalla sinergia tra 5 aziende (Aem Cremona, Scs Crema, Asm Pavia, Astem Lodi e Cogeme Rovato) cedette il 51% delle quote ad A2a, che allargava così la sua area di influenza in Lombardia. A decidere la cessione furono i 5 consigli comunali, e già allora non mancarono le critiche da parte delle opposizioni. Poi si è mossa la giustizia, sino a che la Corte dei Conti giovedì ha notificato ai sindaci (anche a quello di Cremona Gianluca Galimberti) un atto di costituzione in mora, col quale il magistrato Francesco Foggia, che coordina l’indagine della Corte dei Conti, invita i destinatari a risarcire in solido l’eventuale danno erariale.

Ai 5 sindaci si contesta la mancata effettuazione di una gara pubblica, da qui il presunto danno erariale. Da segnalare che due mesi fa le assemblee straordinarie di Linea Group Holding e A2a avevano approvato il progetto di fusione per incorporazione della Multiutility delle 5 città lombarde in A2a, che già le controllava detenendo appunto il 51% delle quote.

Belotti ha motivato proprio con la notifica ricevuta la drastica scelta di dimettersi: «Ho sempre difeso gli interessi del mio territorio e del mio Comune - ha scritto nella lettera - spesso contro tutto e contro tutti. In particolare, nella vicenda della cessione di quote Lgh ad A2a, la mia posizione è sempre stata fortemente critica, ritenendo in ogni caso indispensabile la procedura di cessione a evidenza pubblica… Ora mi si accusa di avere responsabilità di un presunto danno patrimoniale per questa vicenda, ignorando di fatto le numerose azioni, anche pubbliche, e le sollecitazioni avanzate dal sottoscritto proprio per pretendere una gara pubblica. A questo punto, oltre agli sberleffi degli amici sindaci (dell’epoca) di Cremona, Crema, Lodi e Pavia che avevano una posizione diametralmente opposta alla mia (Belotti è leghista, ndr), adesso è arrivata anche la beffa della costituzione in mora… Non ritengo di poter continuare l’esperienza da sindaco in queste condizioni assurde e irragionevoli».

Se a Rovato è bufera, a Cremona è calma piatta, nulla trapela dal palazzo comunale.

A scatenarsi sono le opposizioni. La scorsa settimana i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle avevano annunciato di aver depositato un esposto alla Guardia di Finanza e alla Corte dei Conti. Il Pd cremonese finalmente aveva risposto con un comunicato stampa che però non entrava nel merito della questione giudiziaria (sarebbe stata necessaria una gara pubblica o no?) ma si limitava a dimostrare la bontà dell’operazione in termini di vantaggi per la cittadinanza.

Ma è Fratelli d’Italia che sin dall’inizio aveva contestato aspramente la fusione senza indire una gara pubblica. In particolare il consigliere comunale di Cremona Marcello Ventura torna al comunicato del 3 dicembre 2015 col quale i consiglieri cremonesi e bresciani di Fratelli d’Italia sottolineavano quanto fosse necessaria l’evidenza pubblica e non la trattativa privata in un’operazione di questo genere e portata. Si chiedeva altresì di acquisire un parere preventivo della Corte dei Conti proprio a tutela del patrimonio e dei cittadini.

«Purtroppo - afferma Ventura - abbiamo visto che con la solita arroganza di sfida, questo suggerimento è stato totalmente inascoltato e ora ci troviamo non solo con un patrimonio completamente depauperato delle sue ricchezze, ma con un sindaco, giunta e consiglieri comunali del 2015 che hanno ricevuto informazioni di garanzia dalla Procura della Corte dei Conti su segnalazione della Guardia di Finanza. Direi che questo sindaco… dovrebbe seguire l’esempio del collega di Rovato che si è dimesso. E’ chiaro che depositeremo la richiesta in via ufficiale. Ora ci aspettiamo anche che questo irriguardoso, assordante silenzio nei confronti della comunità cremonese venga meno e spieghi finalmente pubblicamente ed una volta per tutte perché si sia portata avanti una operazione che non aveva la benché minima trasparenza».

 

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