Il sogno americano di Alessandra

CANOTTAGGIO • Dopo aver sfiorato il podio olimpico, la Montesano si è dovuta fermare per problemi di salute, ma ora si sta allenando pensando ai Mondiali


FABIO VARESI
È indubbiamente uno dei migliori talenti azzurri del remo, capace a soli 23 anni di sfiorare il podio olimpico. Allora come mai la casalasca Alessandra Montesano non compare tra i convocati del primo raduno della Nazionale? Semplice, perché si trova oltre Oceano per motivi di studio.

Alessandra, innanzitutto come ti trovi negli Stati Uniti durante la pandemia?

«Mi trovo bene, perché la situazione nel mio campus universitario è molto controllata e protetta. Richiedono la mascherina all’interno degli edifici scolastici, quindi dove facciamo lezione, nelle mense e nei mezzi pubblici. All’aperto o nei locali, invece, le mascherine non sono richieste. Inoltre, la presidente della mia università ha reso i vaccini obbligatori per tutti con almeno una dose entro il 15 ottobre 2021. Penso che questa situazione sia per tutti un po’ difficile da gestire, quindi ognuno di noi deve fare il proprio dovere, anche se costa qualche comodità».

Come mai hai scelto di studiare negli States?

«L’unica possibilità che avevo di continuare il mio percorso di studio ed allenarmi, entrambi ad un ottimo livello e senza trascurare né l’uno, né l’altro, era andare negli Stati Uniti. Quando mi sono diplomata, molte università mi hanno offerto delle borse di studio per andare a studiare e remare da loro. Ho scelto The Ohio State University a Columbus, in Ohio, perché sapevo che il programma di canottaggio era tra i migliori presenti nei college americani. Inoltre, è un’ottima scuola. Ho la fortuna di fare quello che amo e di amare quello che faccio e l’America mi sta dando un’esperienza che nessuno mi porterà mai via».

Riesci ad allenarti con profitto?

«Il record italiano sui 2000 metri, i due titoli italiani in singolo, la medaglia di bronzo ai Mondiali Under 23, il podio all’Europeo Senior sfiorato per 6 centesimi e il titolo sfiorato per 6 decimi, sono tutti stati ottenuti quando sono ritornata dagli States. Ho anche acquisito molta massa muscolare, una base sulla quale poi con la Nazionale sono riuscita a costruire e migliorare. Devo ammettere che a livello tecnico però non vengo molto curata, ma fortunatamente quando ritorno a casa dalle Fiamme Gialle, che ringrazio tanto, riescono a farmi recuperare tanto, curandomi in ogni aspetto».

Ti manca Casalmaggiore?

«A dire il vero no, come non mi manca Columbus quando non sono qui. Amo la vita che faccio e che ho in entrambi i luoghi esono concentrata e felice sia in Italia che dall’altra parte del mondo. Certo, quando sono in America gli affettati italiani e il Parmigiano un po’ mi mancano, ma recupero ogni volta che ritorno!».

Come mai hai scelto il canottaggio?

«Perché amo il concetto di affrontare e superare la fatica per ottenere risultati dal grande valore. Ho sempre fatto sport, perché anche mio padre è stato un atleta. Ma nel 2012, un amico di mio padre che remava quand’era ragazzo, mi ha convinto a provare perché a suo parere avevo il carattere e il fisico adatti. Dieci anni dopo posso confermare, come il primo giorno, che aveva (e ha) ragione».

Il tuo sportivo preferito?

«Mi piace molto Allyson Felix, la ammiro come atleta e donna».

Ripensando al quarto posto di Tokyo, hai qualche rimpianto?

«La storia non si fa con i se o con i ma, ma con quello che realmente succede. Certo, il quarto posto brucia, ma se due mesi prima dell’Olimpiade ci avessero detto che saremmo arrivate quarte, ci avremmo messo la firma sopra. Quando si arriva a quel livello, non ci si accontentasolo di partecipare, perché sei consapevole di far parte dell’élite e vuoi appartenerci fino alla fine. Quindi certo, pensieri sul quarto posto ci sono, ma da qui si riparte per costruire un futuro ancora più brillante, perchél’Olimpo non è poi così lontano».

Quali sono gli obiettivi in questo anno post olimpico?

«Ho alcuni problemi di salute di cui mi devo prender cura che mi hanno portato a stare lontano da qualsiasi tipo di attività fisica per parecchi mesi. Il mio obiettivo è sicuramente quindi di rientrare in forma tutelando la mia salute e fare il meglio con quello che ho. Il Mondiale però con una bella medaglia mi stimola molto. Ma penso a un passo per volta».

Il tuo sogno nel cassetto sportivo e nella vita privata?

«Se si dice ad alta voce, rischia di non avverarsi... Ve lo mostrerò in futuro».

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