Il caro bollette mette a rischio la ripresa economica del Paese

ENERGIA • Abbiamo sentito i rappresentanti di industriali, commercianti, Rsa e canottieri


Benedetta Fornasari
Il caro bollette non risparmia nessuno e svuota il portafoglio di tutte le categorie di consumatori. Una ulteriore batosta in un momento delicato, sospeso tra la coda dell’ennesima ondata pandemica e gli slanci di una ripresa che da mesi fatica a decollare. L’arrivo delle prime bollette del nuovo anno ha già prodotto i suoi effetti e, conti alla mano, i costi delle utenze sono schizzati alle stelle, toccando anche il +50%. Dalle famiglie alle imprese, dai sindaci ai commercianti, un coro unanime lancia un grido d’allarme che non può e non deve essere ignorato dal Governo da cui si attendono misure concrete e urgenti.

Serena Ruggeri
conseguenze disastrose per imprese e famiglie

«Quella che sembrava poter essere una fiammata temporanea si sta trasformando in qualcosa di diverso, con effetti che continuano a manifestarsi. Gli interventi finora adottati sono insufficienti, l’Italia ha un’urgenza maggiore rispetto ad altri Paesi e credo che il Governo debba avere più coraggio. Le conseguenze che si prospettano sono disastrose per le imprese e le famiglie italiane. Per le aziende questo vuol dire perdita di competitività, vuol dire passare da una incidenza della componente energetica del 10-15% ad oltre il 50%. Si vedono già tante imprese costrette a fermare gli impianti, ridurre i turni, smantellare parte dei processi produttivi perché i costi dell’energia elettrica e del gas non sono sopportabili e non è più conveniente produrre. La bolletta per il sistema industriale è passata da 8 miliardi nel 2019 a 21 miliardi nel 2021 e arriverà a 37 miliardi nel 2022. La situazione è drammatica e occorre intervenire prima che questo si traduca in un freno alla crescita. Poi, una volta tamponata l’emergenza, sarà determinante un piano di medio termine, per evitare il ripetersi di questo fenomeno. Dobbiamo trovare il modo di non dipendere troppo da un solo fornitore estero, investendo e diversificando».

Vice pres. vicario Associaz. Industriali Cremona

Walter Montini
rischio aumento rette il governo ci sostenga

«Anche le RSA della provincia di Cremona si trovano in difficoltà per l’aumento vertiginoso dei costi delle utenze del gas e della energia elettrica. Le bollette sono triplicate, andando ad appesantire bilanci già in dissesto e scombussolati a causa della pandemia. Se i rincari diventeranno insostenibili, saremo costretti ad aumentare le rette di degenza, che per effetto del Covid nei mesi scorsi hanno già subìto un lieve incremento tra l’1 e il 2%. Ad oggi non pensiamo a questa evenienza, ma c’è un forte rischio e quindi auspichiamo che il Governo consideri anche gli ospedali e le case di riposo e non solo le industrie, gli artigiani e le famiglie».

Presidente della Ass. Residenze socio sanitarie della provincia di Cremona

STEFANO ANCESCHI

La frenata dei consumi un pessimo indicatore

«L’aumento della bolletta energetica è stato un vero shock per il “sistema Paese”. Per le famiglie, ma anche per le imprese, in maniera trasversale. I dati lo certificano. A cominciare dalla frenata dei consumi che, come rilevato dall’Ufficio Studi della Confcommercio, sono ancora sotto del 7,7% rispetto al 2019. Un indicatore pessimo, che arriva dopo i segnali di vivacità registrati nel 2021. E questo vale anche per il Pil che, nonostante il +6,5% del 2021— tra le migliori performance in Europa — di strada ne deve fare ancora per recuperare i livelli pre-crisi. L’impatto delle nuove tariffe energetiche è pesantissimo. Si stima che i bar pagheranno il doppio rispetto al 2021. Per i ristoranti l’aumento supera il 75%. Per alimentari e alberghi l’incremento va oltre il 60%. Di pari passo procede l’aumento delle materie prime. Una deriva non sostenibile da imprese ridotte allo stremo dalla pandemia e che ora, faticosamente e coraggiosamente, stanno cercando di ripartire e di contribuire, ciascuna, al ritorno alla crescita dell’Italia. Più volte, come Confcommercio e insieme alle altre realtà della rappresentanza economica, abbiamo portato il problema all’attenzione dell’esecutivo. Proprio mercoledì il premier Draghi ha annunciato un “intervento di ampia portata” per alleviare il caro bollette, promettendo un nuovo provvedimento entro pochi giorni. Vedremo se arriveranno misure efficaci. La speranza è poi quella legata all’arrivo della primavera, con una minore richiesta (per riscaldamento) che dovrebbe contribuire a calmierare i prezzi. Come Confcommercio riteniamo che, accanto alle misure emergenziali, servano interventi strutturali: dalla dipendenza estera, agli oneri di sistema, alla compensazione dell’aumento dei prezzi dei carburanti sulla filiera dei trasporti e della logistica. Pensiamo si debba metter mano al “tesoretto” italiano, così come accelerare sul potenziamento della produzione italiana del gas che potrebbe raddoppiare in pochi mesi, passando da quattro a otto miliardi di metri cubi. Ma va sviluppata anche l’apertura di nuovi canali di forniture per assicurare scorte nei prossimi anni, da vendere a prezzi agevolati. Il tema energetico, per il “sistema Italia” va ripensato con strategie sia congiunturali, sia strutturali sia nel lungo periodo, in particolare sulle rinnovabili».

direttore generale Confcommercio Cremona

Maurilio Segalini

subito un consiglio direttivo per cercare di fare rete

«Confrontando le bollette dell’ultimo trimestre del 2021 con quelle dello stesso periodo dei due anni precedenti, ho verificato che i costi delle utenze sono triplicate. Nei due trimestri centrali dello scorso anno c’era stato un aumento ma al di sotto del 10%, poi le tariffe hanno subìto una impennata, soprattutto quelle del gas, seguite a ruota dall’energia elettrica e i rincari ci sono stati anche per l’acqua.

È un problema molto serie perché sicuramente fino a marzo dovremo fare i conti con questi pesanti rincari che si ripercuotono sui bilanci preventivi (già approvati o in fase di approvazione) e quindi bisognerà valutare – e saranno le assemblee dei soci a farlo – se mantenere le quote attuali o aumentarle e, di conseguenza, quali interventi organizzativi mettere in campo. Per il prossimo inverno, a fronte di questi costi inevitabili che devono essere necessariamente sostenuti, possiamo adottare misure di contenimento come prevedere spogliatoi aperti per un numero ridotto di soci (100-200 persone al massimo) con armadietti a rotazione e spazi limitati che ci consentano di risparmiare soprattutto sul riscaldamento. Ci auguriamo che il Governo intervenga con i sostegni e le risorse promesse e stanziate, ma certamente l’incremento delle bollette resta e la previsione è che dal mese di aprile si dovrebbe assestare a un +20%.

Ho convocato per mercoledì 16 febbraio un Consiglio direttivo di Assocanottieri a cui parteciperanno tutti i presidenti e la riunione sarà aperta anche alle associazioni sportive di Cremona. All’ordine del giorno i protocolli Covid per la riapertura in vista della stagione estiva e la possibilità di fare rete, di unirci per stipulare dei contratti di fornitura sfruttando economie di scala. Bisognerà vedere se i contratti in vigore consentiranno di perseguire iniziative comuni in tal senso».

Presidente Assocanottieri

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