IL CASO • Un’infermiera casalasca con tre dosi si è vista recapitare l’avvio del provvedimento sanzionatorio
ENRICO GALLETTI
Vaccinata con tre dosi, obbligata a farle tutte e tre perché nella vita è un’infermiera professionale. Appena hanno aperto gli hub vi si è precipitata, convinta - come milioni di altri italiani - che quella fosse l’unica strada per uscire dalla pandemia. Dopo la prima dose ha fatto tutti i richiami. Ma qualche giorno fa, come regalo “pasquale”, ha ricevuto a casa una raccomandata dell’Agenzia delle Entrate. Una lettera in cui la informano che nei suoi confronti è stato aperto un provvedimento per inadempienza dell’obbligo di vaccinazione dei sanitari. Con tanto di minaccia di multa. “Il Ministero della Salute le comunica l’avvio del procedimento sanzionatorio per l’inosservanza dell’obbligo vaccinale, in quanto risulta che lei alla data del 01/02/2022 non ha effettuato la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario entro i termini di validità delle certificazioni verdi Covid-19 previsti dall’articolo 9, comma 3, del decreto legge 22 aprile 2021”. La diretta conseguenza di quella comunicazione (che contiene la possibilità di presentare la documentazione vaccinale) è quella di pagare la famosa sanzione da 100 euro dei “no vax”. Solo che lei, di no vax, non ha proprio nulla. «Mi sono vaccinata per la prima volta il 31 marzo dell’anno scorso, la seconda dose il 28 aprile, dopo un mese, e la terza il 2 febbraio. Le prime due a Cremona, la terza a Casalmaggiore - racconta l’infermiera casalasca di 53 anni -. Per la verità il mio vaccino era in programma il 1 febbraio ma quel giorno, non avendo la disponibilità del siero di Moderna, che per me è necessario avendo alcuni problemi di salute, una volta all’hub mi hanno chiesto di tornare il giorno seguente. Ovviamente poi ho ricevuto il Green pass e mi hanno rilasciato i certificati di avvenuta vaccinazione. Quando ho letto quella lettera, sono rimasta di stucco. Mi sono rivolta all’Asl di Casalmaggiore, dove mi hanno detto che avrei dovuto compilare un modulo e spedirlo via Pec, poi mi è stato detto di recarmi all’Asst di Cremona, dove esiste un ufficio apposito dedicato alle sanzioni. Farò così, ci andrò la settimana prossima chiedendo che il provvedimento a mio carico venga ritirato». Per la donna, però, la morale è un’altra: «Mi domando come possa fare chi ha scarsa dimestichezza con i mezzi digitali. Senza contare la perdita di tempo: per far valere un proprio diritto serve magari prendersi un giorno di ferie per presentare tutta la documentazione. Questa sicuramente non è una situazione piacevole. E poi mi faccio una domanda: i no vax, quelli veri, avranno ricevuto la mia stessa raccomandata?».
Le procedure per multare gli over 50 che hanno deciso di non vaccinarsi contro il Covid sono partite circa due settimane fa, come avevamo raccontato in un servizio sul Piccolo. Il 4 aprile il Ministero della Salute ha iniziato a inviare a chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale le comunicazioni sull’avvio del procedimento sanzionatorio, che si concretizza in una multa da cento euro. Il sistema però si inceppa se a ricevere la cartella, come nel caso dell’infermiera, è chi è perfettamente in regola con lo status vaccinale
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