La lezione antirazzismo del grande Lilian Thuram

IL PERSONAGGIO • L’ex difensore della Francia e della Juventus a Cremona ha presentato il libro “Il pensiero bianco”


MASSIMO  MALFATTO
Ha riscosso successo l’evento organizzato da Porte Aperte Festival e svoltosi presso lo Sported Maris. Gradito ospite Lilian Thuram, 50 anni, francese originario di Guadalupa, ex difensore di Monaco, Parma, Juventus e Barcellona dove ha concluso la sua carriera. L’impegno del francese nella lotta al razzismo è noto a tutti fin dai tempi in cui faceva il calciatore. Lo spunto dell’incontro è stato il suo ultimo libro “Il pensiero bianco. Non si nasce bianchi lo si diventa”, quasi 300 pagine appassionanti quanto istruttive in cui l’autore affronta uno degli argomenti più difficili di cui scrivere in storiografia e sociologia.

«Ho voluto raccontare - dice Thuram - la storia dell’identità che portiamo. Il razzismo è legato ad un punto di vista, non è una cosa naturale ma un’ideologia politica per giustificare la violenza economica. E’ stata una costruzione a partire dall’idea che la razza bianca è superiore e c’è una storia dietro che va capita per superare tutto questo. Avere pregiudizi è normale e chi dice di non averli mente: bisogna starci attenti e alcuni di questi vanno bloccati anche se a volte ti fanno riflettere in maniera più veloce. Il pregiudizio lo capisci quando accade qualcosa che non va in spogliatoio, tu non hai fatto niente ma la gente ti guarda come se fossi colpevole. Non fa piacere a nessuno essere visto come una persona negativa per la tua pelle. L’identità nera e bianca nasce dal principio della supremazia bianca: oggi c’è meno gente che la pensa così ma sono comunque troppi».

Thuram ha poi criticato duramente la legge italiana che non prevede lo ius soli: «E’ una legge molto violenta, va cambiata. L’idea del razzismo è legata all’idea del sangue puro. Non c’è niente di peggio che sentirti dire: tu non sei di qua, non porti niente di buono qui. Per crescere i bambini hanno bisogno di autostima, è la sola cosa che da genitori dobbiamo dare ai nostri figli. Il razzismo te la toglie, ti violenta e non è giusto per un bambino».

Un’ossessione non ha mai smesso di assillare Thuram: come e perchè si diventa razzisti? Profondamente coinvolto nell’educazione delle giovani generazioni sul razzismo, l’ex calciatore illustra nel libro la storia della gerarchia delle razze e il perpetuarsi del “pensiero bianco” che viene descritto come un’ideologia politica che ha diviso gli esseri umani in razze che sono presumibilmente legate ad un colore della pelle. Thuram ha poi ricordato il parallelismo tra razzismo, sessismo e omofobia: «Si parla poco delle persone che approfittano del razzismo e del sessismo, non solo le persone che hanno subito devono riflettere, ma anche chi fa parte del gruppo dominante. Gli episodi di razzismo accadono perchè a tanta gente non danno fastidio».

Poi la conclusione di Thuram: «Credo che nello sport la cosa più importante sia divertirsi: lo scopo è quello di insegnare ai giovani ad ascoltare per crescere e imparare. Ai genitori dico di accompagnare i figli: è molto importante perchè rimarrà nei loro ricordi, e i ricordi sono la cosa più bella per i bambini e la loro famiglia. Quando hai una famiglia che ti segue è più facile diventare una persona equilibrata».

Obiettivo di Thuram è farci riflettere sul fatto, per niente scontato, che la responsabilità è sempre della parte privilegiata, non delle vittime: non è il più debole a doversi integrare ma il contrario. Di conseguenza gli unici a poter sconfiggere davvero il razzismo sono proprio i bianchi.

Presenti all’incontro atleti della Sported Maris e Sansebasket con una delegazione della Marini Pro Cremona. Il Comune era rappresentato dagli assessori Luca Burgazzi e Luca Zanacchi; Thuram è stato intervistato da Giorgio Barbieri e Roberto Lana.

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