Resistenza ucraina, Corada appoggia Pagliarulo

Gian Carlo Corada: «LA COSTITUZIONE AFFERMA CHE LA GUERRA NON È UN METODO PER RISOLVERE
LE CONTROVERSIE FRA STATI»

Gian Carlo Corada

La posizione di Pagliarulo: VA FATTA UNA DISTINZIONE TRA L’ODIERNA RESISTENZA
UCRAINA RISPETTO A QUELLA ITALIANA CONTRO IL NAZIFASCISMO, NON È QUINDI OPPORTUNO FORNIRE ARMI AGLI UCRAINI

Vanni Raineri
E volete mai che festeggiamo un 25 aprile senza polemiche politiche?
La differenza tra quest’anno e i precedenti è che la polemica appare tutta interna alla sinistra, col centrodestra ad osservare sornione il dilemma degli “avversari”. In realtà lo stesso tema stavolta è divisivo anche all’interno della destra.
Parliamo ovviamente delle dichiarazioni rese dal presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo, ex Pci e senatore del Partito dei Comunisti italiani dal 2001 al 2006, il quale pochi giorni fa, il 12 aprile, è stato confermato presidente al Congresso di Riccione. In breve, Pagliarulo dapprima aveva chiesto un’inchiesta internazionale per scoprire cosa sia successo davvero a Bucha, mettendo quindi in discussione la realtà delle terribili immagini provenienti dalla città martire, poi ha fatto una distinzione tra l’odierna resistenza ucraina all’aggressione russa rispetto alla Resistenza italiana contro il nazifascismo di 80 anni fa, dicendosi contrario a fornire armi agli ucraini. Ad alimentare la polemica, alcune prese di posizione dell’ex senatore comunista risalenti ad alcuni anni fa e fatte emergere da alcuni giornalisti con le quali lo stesso si mostrava tenero col governo di Mosca e molto critico con quello ucraino, soprattutto a seguito delle proteste di piazza che portarono nel 2014 alla fuga del presidente eletto, il filorusso Janukovyc, e della conseguente rivolta nel Donbass.
In particolare ha fatto scalpore la contrarietà del presidente onorario Carlo Smuraglia, oggi 99enne, presidente Anpi in carica fino al 2017, ultimo partigiano che ha occupato la massima carica. Comprensibilmente Smuraglia ha cercato di evitare uno scontro all’interno dell’Anpi, ma si è detto favorevole agli aiuti militari equiparando le due resistenze.
Anche Albertina Soliani, una delle vicepresidenti Anpi, ha considerato inadeguate le dichiarazioni di Pagliarulo, condannando con fermezza l’operato di Putin. E che dire della senatrice a vita Liliana Segre, che ha affermato in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera di mercoledì che «se vogliamo essere fedeli ai nostri valori l’equidistanza non è possibile di fronte a un’aggressione dei russi agli ucraini». La Segre ha ribadito che vorrebbe che la Festa della Liberazione diventasse davvero la festa di tutti gli italiani, ed è apparsa ferita dalle divisioni interne all’Anpi, aggiungendo: «Sarebbe difficile quest’anno intonare “Bella ciao” senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane “si sono svegliati e hanno trovato l’invasor”».
Maurizio Verona, sindaco di un luogo simbolo della Resistenza quale Sant’Anna di Stazzema, dove le SS massacrarono 560 civili, ha detto dal canto suo che non ci sono differenze tra la nostra Resistenza e quella odierna degli ucraini, e che resistere significa combattere con le armi.
Anche il nostro Presidente, Sergio Mattarella, ha voluto sottolineare che l’attacco russo colpisce le idee fondanti della Liberazione.
Abbiamo sentito quindi l’opinione in proposito di Gian Carlo Corada, che il 27 febbraio scorso è stato confermato alla guida dell’Anpi provinciale di Cremona.


«L’Anpi non è una caserma - dice l’ex sindaco e presidente della Provincia di Cremona - ma una grande casa con diverse opinioni. C’è però unanimità su due punti: la condanna dell’aggressione russa e il no alla prospettiva del riarmo. Si pensi che l’Italia ha stabilito una spesa di 15 miliardi, una cifra enorme e neanche coordinata con l’Unione Europea».


Poi c’è il punto di disaccordo: «La discussione è sull’opportunità o meno di dare armi agli ucraini. La posizione della maggioranza di Anpi, che personalmente condivido, è contraria all’invio di armi, la stessa posizione di Papa Francesco e della maggior parte dei movimenti pacifisti. Questo non perché non sia giusto difendersi. Vede, la Costituzione afferma che la guerra non è un metodo per risolvere le controversie fra stati, e fu l’atomica a cambiare la natura della guerra. Quando mai si risolve qualcosa inviando armi? In questo modo si aumenta solo il numero di morti e di sofferenza. Non si tratta di pacifismo assoluto».


Quindi se gli ucraini si arrendessero ci sarebbero meno morti e meno sofferenza. È la soluzione?


«Ormai è evidente che non si risolverà tutto a favore dei russi: la forte contrarietà manifestata da gran parte del popolo ucraino credo abbia sorpreso per primi i russi. Lo stesso Putin ha posto come nuovo obiettivo il Donbass dove tanti parlano russo. Ci devono essere soluzioni per porre fine a questo disastro, ma la vittoria assoluta russa non ci sarà».
IL PROGRAMA
In occasione del 77° anniversario della Liberazione, il Comune di Cremona, in collaborazione con il Comitato Costituzione Liberazione (Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Cremona, Associazione Nazionale Divisione Acqui – Sezione di Cremona) ha predisposto il programma per la celebrazione del 25 Aprile.


Alle 9, al Civico Cimitero, manifestazione in memoria dei Caduti, con la Santa Messa all’aperto, alla Cappella ai Caduti, celebrata dal cappellano del Civico Cimitero don Achille Bolli. Al termine della Messa, corteo all’interno del cimitero per rendere omaggio a quanti hanno dato la propria vita per la difesa della libertà con sosta e deposizione di corone d’alloro e fiori alla Cappella ai Caduti Civili, alla Cappella dei fratelli Di Dio, ai monumenti commemorativi dei soldati trucidati a Cefalonia e Corfù e dei Caduti per la Resistenza.


Alle 10,15, dalla piazzetta di fronte alla chiesa di San Luca, partirà il corteo che sfilerà lungo il seguente percorso: corso Garibaldi, corso Campi, corso Cavour, via Gramsci, piazza Stradivari, via Baldesio per raggiungere infine piazza del Comune. Il corteo sarà preceduto dal Complesso bandistico “Città di Cremona”, dalla storica bandiera tricolore, dai labari delle Associazioni partigiane e dai Gonfaloni del Comune e della Provincia.


La cerimonia in piazza del Comune inizierà alle ore 11 con gli interventi del prefetto Corrado Conforto Galli, di Angelo Rescaglio per le Associazioni partigiane di Cremona, di Giovanni Gagliardi, vice presidente della Provincia, e di due studenti della Consulta, Chiara Massa, del Liceo di Scienze Umane “S. Anguissola” di Cremona e Atik Wail dell’Istituto Pacioli di Crema. Concluderà la serie degli interventi il sindaco Gianluca Galimberti. Al termine esecuzione di brani musicali del Complesso bandistico “Città di Cremona”.


Seguirà la deposizione delle corone alla lapide dei Caduti per la Libertà, alla lapide Medaglia d’oro CVL (Corpo Volontari della Libertà) in cortile Federico II e alla lapide dedicata alle Donne cremonesi della Resistenza. La cerimonia si concluderà davanti al quadro con le foto di tutti i caduti della Resistenza Cremonese. Nel Cortile Federico II saranno esposte le fotografie dei partigiani cremonesi caduti per la libertà.


Prima della tradizionale cerimonia della consegna delle borse di studio della Resistenza, sarà intitolata a Mario Coppetti la Sala dei gruppi consiliari posta al primo piano di Palazzo Comunale, e verrà svelato il quadro di Graziano Bertoldi che ritrae Mario Coppetti, che si è deciso di affiggere alla parete centrale della sala. «Che la dedica della sala avvenga il 25 aprile - dichiara al riguardo il Presidente del Consiglio comunale Paolo Carletti - è significativo: Mario ha sempre avuto grande ammirazione verso chiunque dedicasse tempo alla politica e alla sua Cremona nel rispetto dei valori dell’antifascismo». Alle 12,15 nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale saranno consegnate le borse di studio della Resistenza.


Per la Festa della Liberazione corone di alloro verranno deposte in varie zone della città: in via Ghinaglia (torrione dell’ex castello di S. Croce), al tempietto del Cristo Risorto, posto a fianco della chiesa di San Luca, in via Manini, tra via della Colomba e via Ettore Sacchi sotto la lapide che ricorda Giuseppe Robolotti, e alla lapide che si trova sulla scuola di San Felice.


Il 27 aprile si svolgerà una cerimonia in memoria dei Martiri di Bagnara organizzata dal Comune di Cremona, A.N.P.I., A.N.P.C., A.N.D.A., Vigili del Fuoco di Cremona, AUP – Associazione Unitaria Pensionati e Centro sociale per anziani di Bagnara. Con il seguente programma: ore 10 Santa Messa alla chiesetta del Santo Volto di Bagnara; ore 11 deposizione di una corona d’alloro alla lapide posizionata sull’edificio che ospita il Centro sociale anziani, saluti dei rappresentanti delle istituzioni cittadine; ore 11,30 consegna delle borse intitolate ai Martiri di Bagnara. Come ogni anno il 27 aprile, a Bagnara, si ricorda l’eccidio dei quattro vigili del fuoco e di due partigiani compiuto per mano di una squadra di nazisti delle SS il 27 aprile 1945 nelle vicinanze dello stabile delle ex scuole che era allora un distaccamento dei Vigili del Fuoco. La lapide posta anni fa sul luogo dell’uccisione a perenne memoria, restaurata ed integrata nel 2018 dagli aderenti all’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco del Corpo Nazionale – Sezione di Cremona, è posizionata sul muro esterno della sede del Centro sociale per anziani di Bagnara.

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