Per Marta una piazza d’onore che vale molto

CICLISMO • Solo una straordinaria Annemiek van Vleuten (quasi 40 anni) ha avuto la meglio su un’indomabile Marta Cavalli, che sino alla fine ha tentato di vincere il Giro d’Italia, corso da campionessa. Ora l’avventura al Tour de France



FORTUNATO CHIODO
Non c’è stato ancora il cambio di consegne, ma ci siamo quasi. Il Giro d’Italia femminile è stato vinto dalla veterana (40 anni a ottobre) Annemiek van Vleuten, ma alle sue spalle scalpita Marta Cavalli, che potrebbe letteralmente essere sua figlia. La campionessa di Formigara è stata all’altezza del ruolo e ha provato fino alla fine ad insidiare la maglia rosa, chiudendo il Giro in seconda posizione e naturalmente con la maglia azzurra di miglior italiana, con un ritardo di 1’52”, davanti alla spagnola Mavi García e ad Elisa Longo Borghini. Nella tappa regina, la Cavalli si è presa il lusso di distanziare in salita e discesa la van Vleuten con un saggio di classe, spalleggiata dalle compagne di squadra della Fdj Nouvelle-Aquitaine Futuroscope. A San Lorenzo Dorsino (Trento), sui tornanti del Passo Daone (Cima Coppi), ha rilanciato ancora la sfida e infine è ripartita verso l’arrivo, ma la van Vleuten ha innescato il suo rapportone e in piedi sui pedali ha respinto lo splendido attacco. Successo di tappa dell’americana Kristen Faulkner (Bike Exchange) con un attacco solitario a un centinaio di chilometri dall’arrivo, con Marta seconda a 59”. «Ho tenuto fede alle mie ambizioni - ha commentato la cremonese - e quindi sono soddisfatta». Ora l’aspetta il Tour de France, che partirà il 24 luglio. Godono i favori della vigilia le olandesi volanti Marianne Vos e Annemiek van Vleuten (che sogna l’accoppiata riuscita a Pantani nel ’98), Kristen Faulkner, Elisa Longo Borghini, mentre lo squadrone francese di Marta Cavalli punta sulla danese Cecilie Ludwig, con la cremonese che stavolta farà da spalla, puntando magari a qualche vittoria di tappa, in attesa di valutare la situazione che verrà a delinearsi.

Classifica finale: 1) Annemiek van Vleuten (Movistar), 2) Marta Cavalli (Fdj Nouvelle-Aquitaine Futuroscope) a 1’52”, 3) Mavi García Cañellas (Uae) a 6’10”, 4) Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo) a 6’59”, 5) Niamh Fisher-Black (SD Worx) a 11’12”.

DUE MEDAGLIE EUROPEE PER LA VENTURELLI

Sono mancati pochi metri alla Nazionale italiana per riuscire nell’impresa di vincere il Campionato Europeo su strada per Juniores e Under 23. Ad Anadia, in Portogallo, le azzurre si sono dovute accontentare dell’argento con Eleonora Ciabocco e del bronzo con la cremonese Federica Venturelli, alle spalle della francese Eglantine Rayer. Federica è giunta al traguardo a soli 2 secondi dal tandem di testa (nella foto il podio). Un peccato per le ragazze guidate dal ct Paolo Sangalli, che si sono dovute arrendere al talento della 18enne di Neuvy-au-Houlme, che quest’anno si è aggiudicata una tappa e la classifica finale del Tour Gevaudan Occitanie e l’argento nella prova a cronometro in questi Europei. Comunque soddisfatto Sangalli, che applaude il perfetto gioco di squadra delle azzurre: «Vedendo l’ordine di arrivo, qualcuno potrebbe dire che abbiamo corso male; in realtà eravamo consapevoli che la francese fosse indubbiamente la più forte. Abbiamo corso da squadra, isolandola e arrivando nel finale in due contro una. Purtroppo su questo tipo di arrivo, lei è stata superiore. Abbiamo ottenuto il massimo risultato a cui potevamo ambire». “Una sola squadra”: è questo il motto che guida l’Italia a un ruolo da protagonista in questa rassegna continentale, superando a pieni voti l’ultimo test in vista del Mondiale in Australia. La Venturelli è stata poi protagonista in pista nel torneo dell’inseguimento a squadre: correndo in 3’27’803, le azzurre (con la cremonese erano in gara Francesca Pellegrini, Martina Sanfilippo e Vittoria Grassi) hanno ottenuto il secondo tempo e poi hanno conquistato l’oro in finale contro la Germania. Vittoria anche per i maschi, sempre contro la Germania.

 

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