Renzo Piano, un suggerimento per Cremona

la bellezza degli ospedali
«DOBBIAMO ESSERE IN GRADO DI RICOSTRUIRE UN NUOVO UMANESIMO E GLI OSPEDALI SONO GLI AVAMPOSTI DI QUESTA RIVOLUZIONE»


VANNI RAINERI
“La nuova frontiera sono gli ospedali. Siamo di fronte a una svolta, bisogna saper cogliere lo spirito dei tempi”. Parola di Renzo Piano.
Il celebre architetto 84enne è stato intervistato da Repubblica che ha dedicato due pagine su quello che per lui è un cambiamento epocale alle porte, e che concerne proprio gli ospedali di nuova concezione: ospedali che devono essere dotati anche di bellezza, una componente sin qui poco considerata per luoghi di cura. Un’occasione ghiotta considerando che proprio a Cremona sorgerà presto un ospedale nuovo di zecca, che sarà il primo realizzato in Lombardia nell’epoca post-Co- vid.
E dunque, al di là delle opinioni sull’opportunità o meno di demolire il vecchio nosocomio di via Giuseppina per ricavarne uno nuovo a pochi metri di distanza, stante la decisione ormai presa dalla Regione Lombardia di procedere col bando, vale la pena fare le opportune valutazioni in merito alla filosofia di base con cui deve essere realizzata la nuova struttura, e i suggerimenti di un big dell’architettura mondiale come Renzo Piano giungono a proposito. Ovvio che non saremo noi cittadini a dover scegliere tra i progetti quale sia il più funzionale, esiste già un gruppo di lavoro composto da professionisti degni della massima stima, ma la proposta valida universalmente sulla costruzione dei nuovi ospedali viene da una delle fonti più autorevoli in campo progettuale.
Ma cosa ha detto Renzo Piano all’inviata Raffaella De Santis, che l’ha raggiunto per l’intervista ad
Atene? Innanzitutto Piano si trova nella capitale greca in quanto impegnato nel progetto dell’ospedale di Komotini, e altri due saran- no costruiti a Salonicco e a Sparta, sempre in Grecia. Tutti preceduti da quello già realizzato da Emergency in Uganda. Per il futuro, l’archistar sta lavorando alla progettazione di un nuovo ospedale a Palermo, mentre a Bologna è in fase di conclusione un hospice pediatrico, e il grande progetto che lo attende è il grande ospedale di Parigi, una sorta di chiusura di un cerchio che si aprì proprio nella Ville Lumière oltre 50 anni fa, quando il progetto di un giovane Renzo Piano fu il prescelto tra ben 681 per la costruzione del Centre Pompidou, meglio noto co-me Beaubourg, divenuto in breve simbolo della moderna Parigi culturale. Un’opera che lo rese celebre.
Ma perché l’architettura d’élite oggi dovrebbe occuparsi soprattutto di ospedali? Lo spiega bene Renzo Piano quando dice che «siamo di fronte a un cambiamento epocale, si è intuito che bisognava rimettere al centro della cura l’umanità. Negli ultimi settant’anni gli ospedali hanno perso il contatto con le persone, sono diventati fredde macchine per guarire, anche quando sono centri di eccellenza».
Ma perché mai gli ospedali dovrebbero essere belli oltre che funzionali? Perché «la bellezza è un’esplorazione della verità come dimostrano gli antichi “asklepieion”, che erano templi di guarigione. Gli ospedali dovrebbero ricordarsi di quei luoghi, di quella bel- lezza originaria che precede la scienza medica, rispettandola, s’intende». Insomma, «dobbiamo essere in grado di ricostruire un nuovo umanesimo e gli ospedali sono gli avamposti di questa rivoluzione».

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