CULTURA - Lo afferma Maria Antonietta Epifani, direttrice del Premio “Città di Ceglie Messapica”
La lettura oggi subisce la temibile concorrenza dei social network e delle serie tivù. Come far tornare la lettura un’attività importante, persino non derogabile, nelle vite di tutti noi? Ne parliamo con la direttrice artistica del Premio letterario nazionale “Città di Ceglie Messapica” (il bando scade il 31 gennaio 2023, disponibile online https://www.comune.ceglie-messapica.br.it/.../mostra_news..), Maria Antonietta Epifani (nella foto), musicologa e scrittrice.
Immaginiamo che la promozione di un premio letterario, peraltro di respiro nazionale, serva proprio a saggiare la qualità letteraria nel nostro Paese, ma anche a spronarla: è così?
«Grazie ad un’amministrazione comunale sensibile, Ceglie Messapica si attesta nel territorio pugliese per la sua intensa attività culturale legata alla promozione della lettura che culmina, appunto, con l’istituzione del Premio letterario nazionale. Se guardiamo l’odierno panorama editoriale italiano, ci rendiamo conto che molto spesso alla vasta quantità di libri editi non corrisponde affatto la qualità. Si maschera in un’opera letteraria quello che in realtà non lo è, vuoi perché il mercato richiede un dato prodotto, vuoi perché si ha voglia di raccontarsi e improvvisarsi scrittori. Un premio letterario dà la possibilità di guardare dall’interno il mondo dell’editoria e di accertarne la qualità, facendo scelte svincolate da qualsivoglia pressione esterna. Inoltre, sono fermamente convinta che questa manifestazione può servire da pungolo per la creazione di altre realtà culturali. A mo’ di esempio, per incoraggiare i giovani alla lettura e sollecitarne il pensiero critico, abbiamo previsto una giuria di studenti composta da dieci alunni degli Istituti Superiori d’Italia, scelti ogni anno dal direttore artistico (all’interno di una scuola selezionata) con il compito di segnalare al Comitato Scientifico una rosa di cinque libri».
Che cosa guida la scelta del tema del Premio letterario nazionale “Città di Ceglie Messapica”?
«Tenendo conto degli attuali e importanti cambiamenti storico-economici, il Premio vuole essere un hub culturale, un’officina per lo sviluppo del pensiero autonomo in cui saranno presentati diversi temi a partire dai classici, dalla filosofia, dalla musica e dalle arti per approdare alle tematiche legate alle religioni, multiculturalità e quant’altro. Oltre al Premio “Città di Ceglie Messapica”, la cui “parola” sarà ogni anno diversa, abbiamo inserito quattro premi speciali: “Parola al femminile”, “Giovani” (under 30), “Narrativa per ragazzi” e, in ultimo, “Premio Ippocrate”, che riguarda gli operatori sanitari. La varietà e la diversificazione che abbiamo voluto rappresentano una risorsa e una fonte da cui attingere per la scoperta di novità interessanti. Tenendo presente il significato di logos, si è voluto dare importanza alla parola, al pensiero critico e al principio dialettico del confronto per favorire un percorso pluridisciplinare che offra visioni, suggerimenti e pensieri e raccogliere intorno al suo asse intelligenze libere e audaci. Ci auguriamo di riuscire nell’intento».
Il Premio è alla seconda edizione, la prima è stata vinta da Graziano Gala con “Sangue di Giuda”.
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