CULTURA - L’esposizione a Palazzo Duemiglia si compone di pannelli dedicati alla sofferenza dei bambini
S’intitola “Stelle senza un cielo” la mostra itinerante dello Yad Vashem, il centro della Memoria di Gerusalemme, allestita dal 20 gennaio fino al 4 febbraio, nelle sale di Palazzo Duemiglia. Venerdì 27 gennaio, giorno della Memoria, alle ore 21 è in programma la presentazione della mostra e, a seguire, un concerto di musiche ebraiche eseguite dai Sonantes. L’esposizione è promossa dal Centro Pinoni ed ha il patrocinio e la collaborazione dallamministrazione comunale. Oltre alle visite canoniche, è possibile accedere anche con scolaresche e gruppi. «L’esposizione - spiega Simone Fappanni - è dedicata ai bambini che hanno dovuto affrontare l’Olocausto tra sofferenze, fisiche e psicologiche, tremende. Pochi di essi sono sopravvissuti, spesso grazie all’altruismo di persone coraggiose che hanno messo a repentaglio la loro vita, eroi silenziosi che la storia spesso non ricorda. Molti, invece, sono stati trucidati o sono morti di stenti. L’esposizione si compone di pannelli che parlano di un’infanzia negata, dove tutto è stato stravolto e messo in discussione».
Non bisogna affatto dimenticare che, come si legge nel pannello che apre la rassegna, “nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale, circa sei milioni di ebrei erano stati assassinati; tra loro, circa un milione e mezzo di bambini”. Ad essi vanno aggiunte altre migliaia di minori, appartenenti a quelle “categorie” che il nazismo aveva deciso di annientare. «Nel ghetto - ricorda Yosef Alterwein Tirosh - correvo di qua e di là con gli altri bimbi cercando cibo, rubandolo... Eravamo bambini, loro (i tedeschi, ndr) non mi catturavano, ed è così che di solito portavo a casa il cibo». Ma la mostra vuole veicolare anche un messaggio “positivo”, quello per cui questi bambini tentarono in ogni modo di aggrapparsi alla vita, cercando conforto nell’amicizia, anche laddove vennero brutalmente strappati ai loro genitori e persino nel gioco. «Ogni spillo – racconta Ruth Yurgrau Lavie nella sua drammatica testimonianza - un semplice pezzo di metallo piegato, diventava una bambola. Scatole di fiammiferi diventavano letti… Le mie dita, a volte con delle facce dipinte sopra, diventavano le mie bambole e ciò era sufficiente». I pannelli in mostra sono quindi una raccolta di aneddoti, narrazioni, poesie, ricordi, accompagnati da fotografie che riescono ad immergere l’osservatore in una pagina di storia che, data la tragicità, non dev’essere assolutamente dimenticata. «Siamo onorati - conclude Giorgio Denti, presidente del Centro Pinoni che promuove l’evento - di potere ospitare nei nostri spazi questa importante esposizione che si sofferma su un aspetto doloroso dell’Olocausto». In contemporanea è possibile visitare la collettiva “Immagini per la Shoah”. I pannelli in mostra sono quindi una raccolta di aneddoti, narrazioni, poesie, ricordi, accompagnati da fotografie che riescono ad immergere l’osservatore in una pagina di storia che, data la tragicità, non dev’essere assolutamente dimenticata. Nell’occasione sarà presentato il libro “Le sillabe della Shoah” con copertina d’arte di Alberto Besson e una serie di dipinti sull’Olocausto eseguiti da Nicoletta Gentili, Duilio Busdon, Maria Camilla Rap, Ivo Compagnoni, Massimo Tosi, Anna Paola Cozza, Giulia Troise, Laura Pozzi, Mariangela Milan, Katia Vignola, Enrica Groppi, Riccardo Bozuffi, Alberto Besson, Giorgio Denti, Loredana Fantato, Edi Antonella Mantovani, Guerino Apostoli, Rosella Vaghetti, Marino Torta, Antonella Agnello, Florentina Panainte, Nicoletta Reinach Astori, Maria Angela Fiorasi, Lorenza Pellini e Giancarlo Cutini.
Commenti
Posta un commento