Pedrola, l’emozione dell’azzurro olimpico

CANOTTAGGIO - L’atleta della Bissolati (20 anni) ci racconta le senzazioni provate per la prima convocazione nella Nazionale Olimpica a Sabaudia e ringrazia i suoi allenatori Manzoli e Magri e la società


FABIO VARESI
SABAUDIA - La prima convocazione in Nazionale Olimpica non si scorda mai. Per Susanna Pedrola, 20 anni della Bissolati, è una grande soddisfazione, che le permette di allenarsi a Sabaudia con i migliori atleti azzurri, come gli ex bissolatini Gentili e Rodini.

«La notizia della convocazione per il raduno del gruppo olimpico - rivela Susanna - è stata una bella sorpresa, ma non è giunta del tutto inaspettata: è tanto tempo che ci lavoro e sono contenta di mettermi finalmente in gioco ad un livello un po’ più alto. Allenarsi con la Nazionale era un mio obiettivo da tempo ed ora è il momento di mettersi a lavorare con ancora più determinazione e dedizione per raggiungere i prossimi traguardi».

A tal proposito, quali sono i tuoi obiettivi?

«Credo che l’Olimpiade sia il massimo traguardo auspicabile per un atleta che pratica canottaggio, perciò è a quello che bisogna puntare. È giusto anche essere realisti: probabilmente Parigi 2024 è troppo vicina per me, ma bisogna sempre farsi trovare preparati ed in ogni caso lavorare per quello che verrà. Per la stagione 2024 sarebbe bello fare una buona prestazione al mondiale Under 23, magari in singolo, visto il quarto posto raggiunto quest’anno agli Europei, che credo sia un buon punto di partenza. Sicuramente lavorare con la squadra olimpica sarà formativo e funzionale a tale scopo».

Chi vuoi ringraziare per questo traguardo raggiunto?

«Senza la Bissolati non sarei di certo qui. La Bissolati per me significa casa, il posto dove sono cresciuta e continuo a crescere come atleta, ma soprattutto come persona, come individuo che fa parte di una società che funziona, come dimostrano i risultati di tutta la squadra. Ognuno fa la sua parte: noi atleti portiamo a casa le medaglie, ma è grazie a chi sta dietro che possiamo permetterci di inseguire i nostri sogni e sto parlando dei nostri allenatori Luca Manzoli e Davide Magri (nella foto con lei). Inoltre, senza l’aiuto della società, che ci permette di avere sempre tutti i mezzi necessari per allenarci, tutto questo non sarebbe possibile. Voglio quindi fare un ringraziamento speciale a Luca e a Davide che credono sempre in me e non si stancano mai di ripetermelo. Un grazie alla società ovviamente, anche se non sarà mai abbastanza, considerando tutto quello che fa per noi atleti. Ultimo, ma non per importanza, un grazie a Gigi Arrigoni, figura preziosissima e mio punto di riferimento, con cui sono felice di tornare a lavorare in azzurro».

Commenti

  1. Grazie per aver contribuito alla discussione con un pezzo così ben pensato.

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