Salgari, successo anche con libri meno conosciuti

IL PERSONAGGIO Tra i tanti capolavori non c’è sicuramente “La giraffa bianca”, che però fu ugualmente apprezzata

Alessandro Zontini

Nell’immaginario dei ragazzi e delle ragazze, ma non solo, della seconda metà degli anni ’70 hanno primeggiato due emblematiche ed indimenticate figure: Sandokan ed Il corsaro nero, protagonisti di celebri pellicole del periodo che appassionarono milioni di spettatori seduti davanti alla televisione o al cinema. Sandokan, il nobile capo dei tigrotti, i romantici pirati della Malesia ed il Corsaro Nero conte di Ventimiglia, l’impavido difensore dei deboli, sono due dei tanti straordinari personaggi inventati dalla vulcanica mente creatrice di Emilio Salgari. Nato a Verona nel 1862 e mancato ai vivi a Torino nel 1911, Salgari, vissuto in gravi ristrettezze economiche e spesso truffato da avidi agenti che, comprese le notevoli potenzialità letterarie, lo spronavano a scrivere in maniera sempre più massiccia, ma senza riconoscergli l’adeguato riscontro economico, ha consegnato ai posteri una miriade di appassionanti romanzi e di racconti di avventure - destinate prevalentemente ad un pubblico di ragazzi - che hanno anche avuto numerose trasposizioni su pellicola. La fortuna letteraria, non certo economica, di Emilio Salgari ha determinato anche la produzione di una cospicua mole di apocrifi, romanzi contrabbandati come originali salgariani ma, in realtà, scritti da emuli o, addirittura, da falsari che intendevano semplicemente trarre qualche vantaggio, ovviamente economico, dal successo dell’autore veronese. La sua vena, così straordinariamente prolifica, ci ha consegnato non solo i romanzi dedicati ai pirati o ai corsari, ma Salgari si è concesso incursioni nel mondo della storia (“Cartagine in fiamme”), del Far West (“Il re della prateria”, “I minatori dell'Alaska” ed altri) e persino della proto-fantascienza (“Le meraviglie del Duemila”) incontrando spessissimo notevole successo in termini di vendite. Ma, a fronte del notissimo e vendutissimo “Il Corsaro Nero”. che nel 1899 trovò ben 80mila acquirenti diventando uno dei libri più venduti vi sono altre opere di Salgari che, per vari motivi, si sono “smarrite” nel mare magnum della sua produzione. Per singolare bruttezza - episodio raro nella produzione salgariana - si distingue “La giraffa bianca” del 1902 (“S. Belforte & C. Editori” Livorno). La trama è semplice. Il dottor Skomberg, celebre zoologo tedesco, deve catturare una curiosa giraffa bianca avvistata nel cuore dell’Africa nera. Dopo mille peripezie ed affrontati spaventosi pericoli costituiti dagli assalti dei selvaggi e dalle aggressioni delle fiere, Skomberg tornerà a Dresda non con il mammifero, bensì con la sua sola pelle. Secondo alcuni studiosi salgariani il romanzo è un adattamento de “I cacciatori di giraffe” di Mayne-Reid, pubblicato nel 1876 a Milano e, nonostante una trama banale ed una sceneggiatura non all’altezza dei capolavori dell’autore, ha spesso suggestionato, per la sua immaginifica, esotica, avventura chi lo ha letto. Quale omaggio a Salgari, sulle pagine della rivista “Corto Maltese”, nel 1991, venne pubblicata a puntate e a fumetti la “Giraffa bianca” realizzata da Ugo Bertotti a comprova dell’importanza che lo scrittore ebbe e, ancora, ha. Anche con le sue opere meno riuscite – ma sempre meritevoli di riscoperta - Emilio Salgari è infatti divenuto patrimonio della cultura patria perchè, come disse una volta Giovanni Spadolini, è stato uno degli uomini che fecero l’Italia.

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