SINTESI DI ALCUNI CAPISALDI
ENERGIA ELEMENTARE
1) La Natura per ogni sua creazione ha scelto la forma geometrica della sfera come quella più perfetta e armoniosa.
2) Nella infinita sfera dell'iperspazio esistono due sole grandi forze uguali e opposte: la Forza CENTRIFUGA che anima lo SPAZIO ed ha sviluppo macroscopico verso l'esterno e la forza CENTRIPETA del TEMPO che è invece assorbente, magnetica con azione di ordine centrico.
3) La forza centrifuga dello Spazio si esprime con linee aventi carattere atermico, afisico e si propaga allo zero assoluto (-273,13°C).
4) Le linee di forza dello Spazio sono l'esplosione essenziale di ordini direttivi tridimensionali, (iperspazio) alla più alta velocità esistente nell'Universo. (Velocità psichica).
5) Tre sono le velocità universali:
A) Velocità psichica che è quella che si svolge continuamente allo zero assoluto; questa è la velocità della estensione degli ordini spaziali, la velocità del pensiero umano e della spiritualità.
B) La velocità cosmica alternata che è quella di spostamento dell'unità fisica di spazio-tempo e che comporta la più elevata energia termica, che perde quasi interamente nella sua corsa reazionaria, riducendola al minimo concepibile.
C) Velocità fisica che è quella dei fotoni che nella sua corsa pure alternata trasporta fotoni già ad un grado centigrado di calore fisico al di sopra dello zero assoluto
6) il moto-spazio è uguale al moto-tempo, ma con ordine direzionale inverso.
7) Le due forze dello Spazio e del Tempo , essendo di uguale intensità ed opposte, si annullerebbero se non agissero in due tempi diversi ed alternati uno di spazio fisico e uno di Tempo presente.
8) Il ciclo alternato del moto spazio-tempo rappresenta la misura dell'unità di spazio fisico, dell'unità di tempo presente, dell'unità di velocità cosmica alternata.
9) Nell'attimo centripeto del tempo presente si verifica l'assorbimento al centro di una intera gamma di unità fisiche spaziali che si concentrano in un punto unico, ove le singole velocità direttive si arrestano.
10) in questo momento di arresto nel punto centrico di convergenza generale dei vari ordini si genera la prima unità di calore elementare, di luce cosmica o plasma con energia elementare. Questa prima unità di spazio fisico io l'ho denominata "ESPONENTE ELEMENTARE" e rappresenta L'ULTIMA PARTICELLA INDIVISIBILE DELLA MATERIA FISICA.
11) L'ENERGIA ELEMENTARE E' QUINDI UNICAMENTE LA TRASFORMAZIONE DELLA VELOCITA' DI VARI ORDINI DIRETTIVI CONVOGLIATI IN UN PUNTO UNICO CENTRALE.
12) Ogni esponente elementare vive in un suo campo isolato da altri campi limitrofi per la legge di ISOLAZIONISMO SPAZIALE da me scoperta, per cui ogni unità di spazio si mantiene separata da ogni altra unità a causa del campo che è per tutti negativo.
13) Ogni esponente elementare ha due moti: uno di traslazione, uno di rotazione intorno al suo asse ideale.
Il moto traslativo si svolge a velocità cosmica.
Il moto rotatorio, pure rispondendo a tale velocità, si crea nel momento in cui si arresta il moto traslativo per comporsi in energia termofisica statica.
14) Ogni esponente elementare ha un suo ordine direttivo cromatico immutabile che precisa il suo carattere cromatico di luce.
15) le quattro principali direzioni sono rappresentate dai quattro colori elementari i quali si rivelano come luce Rossa, Bleu sul piano verticale neutro superiore e inferiore.
Giallo e Indaco sul piano orizzontale destro positivo e sinistro negativo.
Gli ordini direzionali intermedi sono rappresentati dai quattro colori complementari: viola, Neutro, Arancione, Verde che, tutti uniti, compongono la base della Cromofisica universale.
16) L'ESPONENTE ELEMENTARE TERMOFISICO RICEVE DALLO SPAZIO ATERMICO E AFISICO UNA SPINTA FORMIDABILE DI REAZIONE CHE LO COSTRINGE A VELOCITA' COSMICA, SPEGNENDO QUASI TOTALMENTE LA SUA ENERGIA TERMICA, OGNI CREAZIONE FISICA DELLA NATURA E' SOGGETTA A QUESTA FORZA DI REAZIONE CHE IO HO DENOMINATO "POTENZA ZERO".
17) L'energia elementare appena composta si traduce in linee di forza dinamica traslativa perché è spinta dalla reazione ambientale della potenza zero.
18) L'ENERGIA ELEMENTARE, DIVENENDO PURA VELOCITA' COSMICA, PERDE QUASI TOTALMENTE IL SUO SUPERLATIVO POTERE TERMICO E LA SUA INTEGRITA' DI LUCE ENERGOTERMICA RITORNERA' INTATTA OGNI QUALVOLTA SI ARRESTERA' IL SUO MOTO TRASLATIVO E NELL'ATTIMO DI ARRESTO TOTALE LA VELOCITA' SI MODIFICHERA' IN MOTO ROTATORIO.
19) Per conservare l'energia termofisica allo stato di energia statica occorrerà contrapporre al suo ordine direttivo altri ordini opposti alla sua corsa.
20) Più "quanti" di energia elementare statica uniti in netta opposizione riducono la velocità cosmica in velocità fisica.
21) TANTO PIU' ELEVATO E' IL NUMERO DEGLI ESPONENTI ENERGETICI IN UN COMPLESSO FISICO, TANTO MINORE SARA' LA VELOCITA' E L'AZIONE DIRETTA DI ENERGIA ELEMENTARE CHE SI OCCULTA COL PROGREDIRE DEL COMPLESSO FISICO.
22) Tutta la materia fisica è composta da valori esponenziali di energia di vari ordini direzionali ed ogni minimo ordine possiede le seguenti caratteristiche costanti:
direzione immutabile
colore di luce particolare
velocità propria
temperatura costante e particolare.
23) Le associazioni esponenziali compongono la intera serie atomica e nei singoli atomi si manifestano le sole due forze psichiche; quella centripeta nucleare e quella centrifuga elettronica.
Gli elettroni non potendo fuggire dal loro campo magnetico centripeto, si sfogano in un moto traslativo intorno al nucleo, vorticando su se stessi in un moto-spin. Questi due moti non incontrano ostacoli che li frenino e l'energia calore è perciò minima. Fermando questi due moti elettronici e quello protonico riappare l'energia termica con la sua luce.
24) Quando la struttura atomica è satura di elettroni, protoni e neutroni la forza del moto centrico è rallentata a favore del moto eccentrico; perciò la forza magnetica diminuita consente urti continui fra i vari elettroni, protoni e neutroni e da tali urti si generano nuovi esponenti di ordine destro e sinistro orizzontale e altri neutri di ordine verticale che, a causa dell'alto grado di calore fisico, esplodono dall'atomo in radiazioni aventi carattere radioattivo con emissione di raggi Alfa Beta Gamma.
25) Dal meccanismo naturale della reversione degli ordini temporali in ordini spaziali l'energia si traduce in linee di forza traslativa e può compiere lavoro. Le più alte velocità fermate si traducono in alta energia termica e in luce fisica.
26) Contrariamente a quanto si è creduto sinora, per reazione, LE PIù' ALTE VELOCITA' POSSEGGONO IL MINIMO GRADO DI CALORE (appena sopra lo zero assoluto). E quindi le minime velocità di moto ne posseggono il più alto grado e energia termica.
27) Di conseguenza, appunto nel momento di arresto dei vari ordini direzionali dello spazio si ha il più alto potenziale di energia termica; calore e velocità sono quindi espressioni di manifestazioni fisiche indirettamente proporzionali.
28) Nel rallentamento della velocità si recupera il calore fino al raggiungimento del calore originale di creazione nell'arresto statico centrico di molte velocità.
29) Nell'attimo in cui tutti gli ordini delle velocità si arrestano in un punto centrico si crea il fenomeno di energia, luce fisica e plasma e nel punto centrico neutro si precisa QUEL PRINCIPIO NEUTRO DI DISPARITA' DELLA CREAZIONE FISICA che io scopersi.
30) Poiché il principio della luce fisica poggia essenzialmente sull'arresto delle velocità, non è esattamente scientifico definirlo un fenomeno elettromagnetico.
CONCLUSIONI: partendo da tutti questi principi fondamentali facenti parte della mia nuova Teoria generale degli Esponenti, ritengo che il mezzo più idoneo per ottenere Energia sia quello magnetico ossia far convergere al centro tutti gli ordini direttivi esistenti nella sfera, obbligando le singole velocità a fermarsi in un punto centrico neutro, ove, per un attimo, si comporrà l'energia elementare per sintesi, sempre che siano rispettati gli impulsi alternati.
E' necessario che gli impulsi elettromagnetici siano orientati da ogni punto della sfera verso il centro, che rappresenta quel punto d'urto necessario per bloccare in un solo istante tutte le velocità direttive onde convertirle in Energia Elementare ottenendo il plasma cosmico voluto.
Il Prof.
Luigi Fantappiè con la sua "Teoria unitaria del mondo fisico e biologico", ha sollecitato importanti constatazioni e considerazioni in ordine alla ricerca sperimentale sull'energia elementare e ai suoi sviluppi.
Questo suo postulato da me pienamente condiviso come dimostra la mia "Teoria Generale degli Esponenti", afferma infatti che "tutte le vere leggi della natura sono simmetriche rispetto ai due versi del tempo e che tutti i fenomeni dell'universo sono costituiti da onde sferiche le quali, per la detta simmetria, possono essere non solo divergenti ("fenomeni entropici) come quelle comunemente osservate, ma anche convergenti, (fenomeni sintropici) che sono quelli sostanzialmente nuovi che si vengono a scoprire."
L'energia elementare permea, come si è osservato, l'intero universo, perché tutti i suoi elementi, nessuno escluso, concorrono a formarla. Senza questa forza viva, infatti, l'universo non esisterebbe, per cui appare impossibile riuscire a comporre per sintesi l'energia elementare ottenendone il plasma cosmico senza riprodurre fedelmente gli elementi che concorrono a formarla e il comportamento stesso della natura.
Creare energia, ovvero, come si dice in fisica, l'attitudine di un corpo a produrre lavoro, è sempre stata un'esigenza dell'uomo, che fu egregiamente appagata con la scoperta empirica dell'energia elettrica e dei mezzi meccanici per produrla.
Senonché, rilevando che per alcuni isotopi degli elementi di numero atomico più elevato, come l'uranio, il torio, l'attinio ecc... si verificava spontaneamente la radioattività, che è, appunto, un complesso di fenomeni naturali legati all'instabilità di alcuni nuclei atomici, la scienza pensò di poter ottenere artificialmente la radioattività provocandola mediante il bombardamento corpuscolare dei nuclei. Cosa che avvenne regolarmente nelle pile atomiche e, successivamente, negli acceleratori di ioni.
L'antico sogno degli alchimisti di tramutare un elemento in un altro si realizzò allorché le scoperte delle sostanze radioattive presero nuova forma e indirizzo nel 1919 da parte di D. Rutherford il quale, bombardando l'azoto con particelle alfa emesse dal radium, otteneva idrogeno e ossigeno. Sulla sua strada, nel 1930, i tedeschi Bothe e Becker trovarono che bombardando dei metalli leggeri quali il boro, il litio, il berillo, coi raggi alfa del polonio si ottiene una radiazione molto penetrante. Nel 1932 i coniugi I.
Curie e F. Joliot notarono che detta radiazione penetrante, colpendo sostanze come, per esempio, la paraffina, espelleva protoni dotati di grande energia cinetica e, sempre nello stesso anno, J. Chadwick riusciva a stabilire come questa radiazione fosse data da protoni senza carica elettrica e cioè neutroni. e appunto perché senza carica elettrica e perciò dotati di grande massa in piccolo volume, i neutroni hanno potere penetrante così elevato; e, infatti, coi neutroni è stato possibile raggiungere e penetrare nell'interno dei nuclei pesanti che avevano sempre resistito ai bombardamenti con le particelle alfa aventi carica positiva.
Dopo che, nel 1934, Curie e Joliot ottenevano, con bombardamenti alfa, elementi radioattivi del boro, del magnesio e dell'alluminio, Enrico Fermi otteneva sostanze radioattive artificiali bombardando il nucleo pesante dell'uranio con neutroni rallentati da successive collisioni contro nuclei d'idrogeno normale, ma furono poi i tedeschi O. Hahn e F. Strassman che nel 1938 scoprirono che bombardando uranio con neutroni si otteneva un isotopo nel bario.
In conseguenza di ciò C.R. Frisch e L. Meitner collaboratori del fisico danese
Njels Bohr, enunciavano l'ipotesi che l'assorbimento di un neutrone da parte del nucleo dell'uranio potesse provocare la scissione in due frammenti quasi uguali con liberazione di una grande quantità di energia; ed Enrico Fermi, condividendo l'enunciazione, emise a sua volta l'ipotesi che durante la scissione venivano lanciati neutroni, il che implicitamente ammetteva la possibilità di una reazione a catena; un atomo colpito da un neutrone lo assorbe, si spezza ed emette altri neutroni che colpiscono altri nuclei i quali ripetono l'assorbimento, la scissione, l'emissione di altri neutroni e così via.
Senza volere rievocare tutte le ricerche febbrili che si svolsero nel 1939/40 e che portarono. disgraziatamente, con altre scoperte alla costruzione della bomba atomica, va accennato il fatto che fino al 1905
Albert Einstein previde che enormi quantità di energia avrebbero potuto essere sviluppate da un cataclisma interno all'atomo spezzandosi il quale una parte della sua materia, scomparendo, si sarebbe trasformata in energia con un rapporto uguale al quadrato della velocità della luce. Dalla sua equazione si dedusse quindi che la scomparsa di un grammo di materia è compensata con la produzione di 25 milioni di Kwh. di energia equivalenti al calore sviluppabile da 2.700 tonnellate di carbone.
Se da un lato i progressi della scienza in questo campo possono apparire di buon auspicio per l'umanità, va rilevata, tuttavia, la grave violenza che l'uomo esercita sulla natura senza tenere conto delle gravissime conseguenze che possono derivarne.
Gli atomi dei diversi elementi fisici rappresentano le cellule della sostanza cosmica ed essi sono tutti formati dagli stessi corpuscoli elementari raggruppati in modo svariato.Il criterio unitario che è alla base della creazione fa si che l'atomo, come ce lo rappresenta idealmente Niels Bohr (modello di Bohr), sia formato come un minuscolo sistema planetario, di diametro uguale a circa 10 miliardesimi di centimetro.
Il sole di questo sistema è il nucleo atomico, molto compatto e pesante (racchiude praticamente l'intera massa del sistema) formato da protoni e neutroni, attorno al quale ruotano, come i pianeti attorno al sole, uno o più elettroni, corpuscoli di massa insignificante, portanti ciascuno una carica negativa.
anche se si considera l'infinitesimale dimensione dell'atomo rispetto al sistema planetario, violentare l'atomo per spaccarne il nucleo è - in termini cosmologici - come bombardare il sistema planetario per creare un cataclisma all'interno del sole.
L'energia elementare contenuta in un atomo è forza viva, come forza viva è quella di una cellula del corpo umano. se si considera, perciò, la reazione a catena che il bombardamento di un nucleo produce in altri nuclei associati costituenti le cellule della materia fisica, il bombardamento dell'atomo è paragonabile alla violenza esercitata artificialmente su una cellula del corpo umano con elementi che determinino un cataclisma all'interno della cellula stessa, il quale provochi la reazione a catena in tutte le altre cellule dell'organismo. Ma questo, ahimè, non è un concetto che tutti possono facilmente comprendere.
La mia "Teoria generale degli esponenti" racchiude la chiave che permette all'uomo di buona volontà di usufruire dell'equilibrio e della simmetria sferica della natura cosmica, sfruttandone l'energia elementare per giungere a produrre, con macchine opportune, l'energia termica in misura sempre adeguata ai suoi bisogni in continua ascesa.
Prima di enunciare la mia teoria specifica e di formulare (a parte) intorno ad essa, dei suggerimenti tecnici che servano da guida alla costruzione delle apparecchiature idonee al detto ottenimento, non mi sembra fuor di luogo, nel riportare alcune altre interessanti scoperte scientifiche e nel riferire alcune mie constatazioni in ordine alle stesse e alle precedenti, raccogliere alcuni dati interessanti se pure elementari.
1) Nel 1932
C.D. Anderson, studiando i raggi cosmici con la camera a nebbia scoprì il POSITRONE il quale è una particella elementare che differisce dall'elettrone solo per il segno della carica elettrica, positiva anziché negativa, per cui viene detto anche anche elettrone positivo. La vita del positrone nella materia è brevissima (qualche miliardesimo di secondo); combinando con un elettrone negativo normale ( Negatone) si trasforma poi in due raggi gamma. L'emissione del Positrone è stata recentemente constatata anche nei fenomeni radioattivi di alcuni isotopi artificiali.
la scoperta del Positrone è una delle più interessanti perché è stata utilizzata da F.O. Lawrence dell'Università di Berkeley nei suoi studi sull'antimateria. questi, infatti, accertò sperimentalmente nel 1955, l'esistenza dell'ANTIPROTONE, che è un protone con carica negativa anziché positiva.
Proprietà caratteristica dell'Antiprotone, già rilevata negli studi sui raggi cosmici, è quella di provocare l'annientamento del protone eventualmente incontrato ( e di se stesso, congiungendosi ad esso strettamente) con emissione della quantità di energia corrispondente alla massa così creata, rappresentata da due raggi gamma. E.O. Lawrence, il 19 ottobre 1955, annunciava la scoperta dell'Antiprotone come una grande tappa della fisica moderna perché forniva la possibilità di fabbricare artificialmente l'ANTIMATERIA, ossia un atomo di ANTIIDROGENO, costituito, appunto, da un atomo e da un Positrone.
L'antiprotone, tuttavia, può essere prodotto artificialmente solo nei più moderni
BEVATRONI capaci di imprimere alle particelle energie nell'ordine di almeno due milioni di elettroni-volt.
Le prime sperimentazioni furono compiute, infatti, nel BEVATRONE di Brookhaven presso New York, in funzione fin dal 1952, l'unico esistente. Esso può imprimere ai corpuscoli elettrizzati energie dell'ordine di vari miliardi di elettroni-volt ( di qui il nome di Bevatrone, da BeV, sigla di bilione elletroni-volt) mai raggiunti finora. Le particelle sono mantenute su un'orbita approssimativamente circolare da un campo magnetico lentamente crescente. In uno o più punti della traiettoria esse vengono sottoposte all'azione di un campo elettrico che le accelera. Il magnete ha un diametro di 2o metri e pesa 4.000 tonnellate.
La scoperta sperimentale dell'ANTIMATERIA costituirebbe e confermerebbe, per i fisici, la prova della meccanica dei "quanta" secondo la quale per ogni particella dell'universo cosiddetto "reale", ci deve essere una particella contraria; cosicché per ogni particella materiale deve necessariamente corrispondere una particella antimateriale.
Per universo "reale" si deve intendere tutta la materia che vediamo intorno a noi ad occhio nudo o con i mezzi ottici che la scienza ci offre, la quale è chiamata "materia regolare o positiva",
Ma, il contrario di "materia regolare e positiva" è "materia irregolare o negativa" e non Antimateria che è differente nelle sue proprietà atomiche, e vuole significare "sostanza che ha il potere di annientare la materia" come ha dimostrato l'esistenza in natura dell'Antiprotone scoperto da Lawrence.
In proseguo cercherò di dimostrare che la materia negativa esiste come esiste la forma negativa dell'elettricità.
Per il momento mi preme rilevare che la materia ha il suo contrario nella "non materia", vale a dire in una sostanza non dotata delle proprietà fondamentali della materia le quali sono, in fisica, l'estensione e la massa. Materia è quindi ciò che occupa una porzione di spazio e che perciò possiede una massa, ovverosia una inerzia, ed è composta da molte particelle o molecole compenetrate fra loro, con dimensioni dell'ordine di un milionesimo di millimetro. (il numero delle molecole contenute in un grammo di materiale è paragonabile al numero di grammi d'acqua contenuti in tutti gli oceani).
La "non materia" di contro, non occupa una porzione di spazio né possiede una massa. Per conseguenza nessuna delle altre proprietà che la fisica classica attribuisce alla materia; impenetrabilità, divisibilità, porosità, compressibilità ecc.
essa non si manifesta nello spazio come la materia, bensì nel tempo e non ha carattere statico ma dinamico. Non è caratterizzata dal calore come la materia ma è assolutamente atermica. Non è influenzabile in alcun modo dagli agenti atmosferici i quali, invece, nella materia, possono provocare una modificazione fisica, chimica e fisiologica. Si tratta quindi di una entità imponderabile, eterna, immutabile, infinita ed estremamente dinamica come il tempo, costituita da onde sferiche (come ogni fenomeno dell'universo) che condiziona ed equilibra tutti i fenomeni della natura perché degli stessi è partecipe.
E' propriamente una sostanza psichica, o meglio, "energia psichica elementare" concetto questo che va al di là delle concezioni della fisica classica e ciò spiega la riluttanza dei ricercatori nel concepirla.
Se però, poniamo mente per un momento al principio della "Teoria unitaria del mondo fisico e biologico" e riflettiamo sulle cellule che compongono gli organismi della natura umana, animale e vegetale e ci accorgiamo con relativa facilità che ognuna di esse è"mente" perché alla loro costituzione concorrono elementi materiali ed elementi immateriali, non è difficile, per analogia, concepire negli atomi che compongono la materia fisica, oltre che la sostanza materiale anche il concorso di sostanza immateriale, vale adire di "energia psichica elementare".
Se riflettiamo poi sulla ragione umana la quale è formata da unità psico-fisiche energetiche che si esplicano, come tutti sappiamo, e ci soffermiamo sulla spiritualità e sulla velocità e potenza del pensiero, non possiamo non ammettere l'esistenza della sostanza immateriale e cioè dell'"energia psichica elementare" quale componente non solo della costituzione delle nostre cellule ma addirittura quale base fondamentale della nostra stessa esistenza.
La scoperta dell'antiprotone fatta da Lawrence, se può costituire la prova della meccanica dei "quanta", conforta ancor più le mie modeste suesposte riflessioni.
Se, infatti, dell'effetto della collisione di un antiprotone con un protone casualmente incontrato, provoca in quest'ultimo l'emissione di tanta energia pari alla sua massa causando l'annientamento dello stesso, è chiaro che senza l'"energia psichica elementare“ fuoriuscita, la materia non può sopravvivere.
2) Con la mia "Teoria Generale degli Esponenti", in ordine alla legge di gravità e a quella dell'"isolazionismo spaziale", spiegavo la mia visione dell'universo secondo la quale sin dal primo istante di reversione dello stato spirituale in quello fisico-termico, le singole unità furono reazionate dallo spazio atermico e lanciate singolarmente in direzioni particolari, divenendo le rivelazioni di un ordine orientativo cosmico costante.
Infatti anche lo spazio cosmico infinito agisce da matrice di ordini direttivi intelligenti e da palestra di sfogo di tutte le unità di energia elementare che in esso iniziano una nuova serie di processi associativi unitari fino ad assumere i caratteri di fisicità, per saturazione. Il moto psichico presente in ogni infinitesimale punto cosmico, nell'attimo assorbente-magnetico attrae, dai sei punti cardinali diversi, le unità che si dispongono attorno all'una che funge da nucleo dando origine ad un sistema progressivo nello sferismo e regressivo nel moto di traslazione basato su sette unità isolate da un campo di isolazionismo spaziale; forza dilatante che agisce ritmicamente sul piano orizzontale, neutralizzando il potere assorbente della forza gravitazionale, agente sul piano verticale e tendente ad assorbire un'altra unità opposta isolata. (vuoto). Questi due supremi moti ritmici di uguale volontà e potenza ma opposti, conservano costantemente isolate tutte le unità di energia allo stato associativo per impedire ogni contatto fisico disintegrante (complessi unitari ed astrali).
Soltanto per la forza di gravità e per la forza di isolazionismo spaziale lo stato di energia può conservarsi all'infinito senza disintegrarsi per azione di antigravità. (vuoto).
In altre parole, ogni presenza sostanziale fisica viene di continuo sottoposta alle due leggi di gravitazione e di controgravitazione in modo alterno, e queste due azioni ritmiche agendo con velocità cosmica pongono la singola unità di energia elementare a conservare di continuo la sua posizione di separazione dalle altre unità esistenti, sia esse associate in complessi unitari oppure isolate, perché ciò che avviene risulta la conseguenza di due forze ugualmente potenti e veloci anche se agiscono in senso contrario: ossia, per un attimo l'azione è quella gravitazionale, quindi magnetica, ma nell'attimo successivo l'azione risulta opposta: quella cioè di isolazionismo spaziale.
Queste due forze uguali e retrograde, agendo su ogni minima presenza unitaria di energia termofisica, investono per intero tutto l'universo cosmico assoggettandolo al mantenimento dei singoli spazi di isolazionismo. Quindi ogni complesso astrale, sia esso di modestissime dimensioni o formidabilmente grande come la più gigantesca galassia, cadendo sotto queste due leggi contrarie, può avere un suo spazio di isolamento nello stesso modo delle singole unità di energia.
La scoperta di questo principio di isolazionismo spaziale assume l'importanza scientifica di un'altra legge universale che si è manifestata nel corso delle mie ricerche: quella degli ordini direttivi orientativi delle unità di energia.
Queste due leggi costituiscono i due cardini funzionali di tutta la creazione e le loro diverse dinamiche hanno il potere della continuità perenne senza mai venirne meno, costituendo esse le chiavi che aprono il libro di tutta la conoscenza della concezione cosmica. Per comprendere tutta l'importanza di queste leggi che investono l'universo intero, dalla singola unità di energia a tutto il complesso universale cosmico, basta, del resto, riflettere sul comportamento delle unità stesse e sulle loro azioni ed osservare come esse posseggano un loro campo inviolabile di protezione.
La prima definizione della gravità data dall'uomo fu, in effetti, una semplice osservazione: "Oggetti caduti in basso", finché Isacco Newton teorizzò che la gravità consiste in "Una massa che attrae tutte le altre masse" e precisò che una massa, congiungendosi ad una massa più grande, fa aumentare in questa la forza d'attrazione. Ma dopo tre secoli, questa teoria venne clamorosamente contestata da Albert Einstein il quale, in sostanza, postulò che quella che da Newton era ritenuta attrazione gravitazionale è invece forza libera in movimento nello spazio curvo. La teoria di Einstein afferma infatti che "Una massa causa l'incurvatura dello spazio. Altre masse si muovono in questo spazio curvato".
Alla base di questa teoria stava l'osservazione che, appoggiando una sfera pesante su di un telo in un telaio, il peso della sfera faceva avvallare il telo stesso. Lasciando poi cadere una sfera più piccola in un qualunque punto del telo curvato si assisteva al rotolamento della stessa verso la sfera più grande.
La suggestione della analogia non soddisfa però l'esigenza di chiarezza che una corretta teoria impone, soprattutto quando si voglia sovvertire un concetto radicato da secoli nella mente degli studiosi. Questa teoria ci dà l'immagine del comportamento delle masse che si dispongono alla periferia di un sistema associativo ma non spiega come si manifesta la forza libera del movimento nello spazio curvo delle masse nucleari ; non tiene conto delle particelle elementari la cui proprietà - come ho cercato di spiegare avanti - sono la temperatura e il colore; ignora le incidenze meccaniche e la condotta degli atomi e la forza magnetica che presiede alla coesione degli esponenti.
3) Weber nelle sue attente esperienze ebbe a convincersi che nessuna reale separazione è possibile per ottenere una divisione del magnetismo nei suoi due poli.
Riducendo un magnete costatò che sempre nelle parti divise si formano i due poli e perciò ritenne che il magnetismo altro non fosse che un fenomeno elettrico costante da attribuirsi alla materia. Ampere, prima ancora, ebbe a dichiarare che non esiste nessuna differenza essenziale tra magnetismo e una corrente elettrica e che mai si era potuto svelare il magnetismo libero. Ritenne perciò di dovere dichiarare che i magneti elementari di Weber non erano realmente che delle minuscole correnti elettriche.
Questo astruso problema fisico, esaminato in quel senso, formò il convincimento che magnetismo ed elettricità non fossero che una sola realtà fisiche esistente nella materia, e, partendo da questo principio errato gli studiosi dei due fenomeni accettarono per vero il pensiero di Weber e quello di Ampere e la scienza moderna ancora continua in tale errore confondendo i due fenomeni. Invece ben diversi, anche se uno è conseguenza dell'altro e viceversa.
Tale errata interpretazione non ha permesso alla scienza ufficiale di approfondire le origini formative dei due fenomeni e perciò si è venuta a trovare nella logica impossibilità di capire a fondo il fenomeno elettrico e quello magnetico visti come due manifestazioni diverse, originate da una unica forza spirituale (o psichica) che si riversa ora in senso verticale divenendo magnetica, ora in senso orizzontale corrente elettrica:
nel volere continuare in un errore di principio, difficilmente si riesce poi a riprendere la giusta conoscenza di altri fenomeni secondari derivanti da altri fondamentali; perciò riesaminando questi due problemi separatamente, per ben comprenderli è necessario che la nostra mente non parta da preconcetti e cerchi invece la verità fisica in una nuova indagine, staccandoli decisamente, anche se entrambi, come ho già detto, sono uno conseguenza dell'altro.
Per magnetismo esponenziale si intende definire quella forma di coesione che lega gli "esponenti" fra loro, consentendo la formazione della materia.
L'attrazione che ogni Esponente esercita su altri od altro Esponente è determinata dalla presenza di linee di forza centripeta inseritesi in ogni esponente appena creato, e queste linee di forza centripeta sono dovute esclusivamente alla circolazione delle forze spirituali del "tempo" che, come abbiamo potuto osservare, promuovono una forza centripeta che rivela caratteri magnetici. Questo ordine di linee si svolge sul piano verticale a differenza delle linee elettriche e centrifughe che si svolgono in ordine orizzontale destro e sinistro.
In ogni esponente si formano due correnti divergenti dal centro verso sinistra o verso destra, che si sfogano in direzione dei due poli convenzionali precisando in senso verticale le stesse linee di forza che prima si manifestarono come corrente centrifuga; raggiunti i poli, si convertono in linee convergenti verso il centro ideale dell'Esponente elementare.
Le linee convergenti sono centripete con caratteri magnetici.
Ora, bisogna considerare che gli Esponenti elementari non posseggono tutti lo stesso ordine direzionale di giro di rivoluzione, ma ogni ordine e grado possiede i propri esponenti che costantemente gireranno in quel solo senso per tutta la loro esistenza.
Questa caratteristica ha fatto si che quando il polo magnetico superiore incontra un polo magnetico inferiore le due correnti neutroniche si assorbono e reciprocamente si uniscono per l'accostamento dei due campi; se invece vengono a trovarsi in opposizione due esponenti con poli uguali sullo stesso asse d'influenza, spontaneamente essi si respingono.
Per queste caratteristiche divisorie si è generata la forza dell'"isolazionisno spaziale" e si crea nei corpi fisici la bipolarità organica e la polarità atomica.
Per assistere ad un semplice esperimento delle forze attrattive dei corpi basterà osservare il comportamento di due pezzi di legno posti a galleggiare in un piano d'acqua stagnante; questi due galleggianti, se non sono troppo lontani tra loro, svolgeranno linee di forza attrattiva che li costringeranno ad unirsi in un complesso unitario. Questo semplice esperimento è sufficiente per dimostrare che i corpi solidi svolgono intorno a se stessi continue emissioni di forze attrattive raramente individuabili; le stesse forze di simpatia e antipatia che si sviluppano del resto anche negli esseri viventi.
In questo ultimo caso il fenomeno verrà definito come manifestazione psichica di magnetismo animale (assai poco approfondito, peraltro, dalla scienza ufficiale) essendo generato dalla posizione singolare dello spazio.
LE LINEE DI FORZA CENTRIPETA SONO TANTO PIù FORTI QIANTO MINORE è IL NUMERO DEGLI ESPONENTI UNITI E COL PROGREDIRE DI ESSI LA FORZA DI ATTRAZIONE DIMINUISCE. TANTO PIù ELEVATA è LA MASSA TANTO MINORE è L'ATTRAZIONE.
Ciò che maggiormente preme precisare non è tanto l'esistenza della forza attrattiva dei corpi quanto la definizione della natura di queste linee di forza concentrata in tutti gli Esponenti del creato. Per primo argomento si deve riconoscere che le forze centripete sono dovute esclusivamente all'energia del "tempo" e non dello "spazio" anche se in esso hanno continuo svolgimento. Volendo precisare in senso filosofico l'origine di queste linee di forza, si dovrebbe dire che esse precisano il punto di partenza della Creazione.
il punto ideale di creazione fisica è rappresentato dalla concentrazione di tutte le linee di forza spirituale dell'iperspazio nel quale tutti gli ordini direzionali possono essere contenuti in tutti i gradi longitudinali e latitudinali, concentrandosi tutti in un punto unico definito "punto creativo" o idea creativa.
Queste linee di forza spirituali non possono armonizzarsi in un complesso statico, perché sono tutte opposte di senso direzionali, perciò sono esplodenti di ordini direzionali lanciati nello spazio. Dalla concentrazione e dalla dilatazione sono nate le due forze spirituali degli ordini le quali si alternano in attimi minimi di tempo. Queste due forze, quando si concentrano sono centripete ed assorbenti, ossia magnetiche, mentre sono centrifughe quando si dilatano, e in questo senso assumono caratteri traslativi denominati "caratteri elettrici divergenti".
Quando gli ordini direzionali della sfera interspaziale si concentrano tutti in un punto unico, in quello stesso punto e in quello stesso istante venne a generarsi la prima scintilla di luce per l'arresto delle velocità delle linee di forza spirituali e per la concentrazione statica in un punto unico degli ordini direzionali dello spazio.
Ogni Esponente entra nel "tempo" in quel preciso istante in cui esso nasce e da quel momento le forze integrali del "tempo" si inseriscono nella sua intima struttura fisica in modo indelebile ed eterno incidendogli il carattere magnetico e assorbente e, in ultima analisi, l'atto di nascita che si incide come potenza prima sulle creazione termica e fisica.
4) Limitando ora l'attenzione alla massa su cui viviamo, la terra, ricordiamo che essa è circondata dall'atmosfera. Questa è una massa d'aria che l'avvolge e che con la stessa ruota partecipa a tutti i suoi movimenti nello spazio cosmico. Ha un'altezza di oltre 200 km. ma gli strati d'aria che la compongono si rarefanno di mano in mano che, dal livello del mare, l'altezza aumenta; e ciò mentre varia la loro composizione.
Dal punto di vista biologico, l'aria è un miscuglio di gas che respiriamo: 20,90% di ossigeno, 70,18% di azoto, 0,94% di argon in volume. Ma nell'aria sono presenti anche anidride carbonica, vapore acqueo, ozono, tracce d'idrogeno, elio, cripton, xenon e nella parte più bassa e specialmente nei centri abitati, e industriali, anche ammoniaca, nitrati, acido solfidrico e pulviscolo atmosferico giacché sono gli strati dell'aria che costituiscono l'atmosfera.
Il pulviscolo atmosferico è un complesso di corpuscoli che si rendono visibili sul cammino dei raggi luminosi di un fascio di luce solare penetrante in un ambiente oscuro attraverso un foro o una fenditura. E' costituito da particelle di sostanze organiche e minerali estremamente piccole. Sulle città industriali il pulviscolo è enorme. Si calcola che il pulviscolo sospeso nell'atmosfera che sovrasta la città di Milano pesi in ragione di oltre 18 centigradi per ogni metro cubo d'aria e che perciò tutto il materiale sospeso e volante sopra l'intera città raggiunga il peso di parecchie tonnellate.
Quanto è detto dell'aria si riferisce a una zona dell'atmosfera dell'altezza di 11 km. detta troposfera la cui massa costituisce i tre quarti della massa totale dell'atmosfera ed è il teatro degli ordinari fenomeni meteorologici. Più in alto, in base a osservazioni dirette fatte con palloni -sonda, a fenomeni luminosi rilevati a ascensioni dirette ( Piccard fino a 16 Km.; studiosi americani oltre 21Km.) si ritiene che la temperatura vada diminuendo con l'altezza e che i gas si dispongano secondo la loro densità. In questa regione chiamata stratosfera (fra gli 11 e gli 80 km. di altezza) e nella ionosfera (oltre gli 80 Km.) si avrebbero, nel miscuglio dei gas atmosferici, composizioni di azoto, ossigeno e idrogeno, ma già a 100 km. di altezza l'aria sarebbe costituita quasi esclusivamente di idrogeno, con piccole quantità di elio in stato di estrema rarefazione.
L'aria pura, come tutti i corpi, ha un peso: un litro d'aria pura, a zero gradi e a 760 mm. di pressione, pesa gr. 1,29928, cioè 773 volte meno dell'acqua, stando ai calcoli di Galileo e Torricelli. La pressione atmosferica è l'azione di peso esercitata dall'aria sui corpi. Tale azione è messa in evidenza con il barometro. Questa pressione equivale, al livello del mare, al peso di una colonna di mercurio alta 86 cm. per ogni cm. quadro di superficie, oppure al peso di una colonna d'acqua alta m. 10,33.
L'idrogeno (H) così chiamato dal Lavoisier perché bruciando nell'aria genera acqua, è l'elemento più leggero e più diffuso nell'universo, il suo peso atomico è quindi pari a 1, ed esso costituisce l'unità di misura per la determinazione del peso atomico degli altri elementi. Il nucleo dell'atomo di idrogeno è poi costituito da un solo protone, di massa presso a poco uguale alla massa di un singolo protone o di un singolo neutrone costituenti il nucleo degli altri elementi, è infatti il numero totale dei protoni e dei neutroni del nucleo di un elemento che determina il peso atomico dell'elemento stesso.
Anche per stabilire il peso delle molecole di un corpo ci si deve riferire al peso di un atomo di idrogeno, o meglio, alla sedicesima parte del peso di un atomo di ossigeno. Nel pulviscolo atmosferico si trovano dunque presenti in enorme quantità, particelle di sostanze organiche e minerali, tutte col loro peso, sia vaganti allo stato libero sia combinate con altri elementi, come, per esempio, il carbonio (C) di peso atomico 12; che è il principale componente di tutte le sostanze organiche e che nell'atmosfera si trova allo stato di anidride carbonica; o il silicio (Si), di peso atomico 28,3, anch'esso metalloide della famigli del carbonio, che entra in molti composti naturali; oppure il ferro (Fe) di peso atomico 55,84 che si trova allo stato di bicarbonato ed anche in combinazioni con l'ossigeno e lo zolfo. Di uno stesso elemento possono esistere diverse varianti (isotopi) caratterizzati da un diverso numero di neutroni (e quindi da un diverso peso atomico), mentre il numero dei protoni è costante e ne determina le caratteristiche chimiche.
Poiché il protone è una particella elettricamente positiva, mentre il neutrone è (lo dice il nome) elettricamente neutro, il nucleo di un elemento ha una carica positiva uguale al numero dei protoni (numero atomico) moltiplicato per la carica elementare del protone. I protoni ed i neutroni del nucleo delle cosiddette "forze nucleari" connesse all'esistenza nel nucleo di un terzo tipo di particella, il mesone, di massa trascurabile in confronto a quelle dei protoni dei neutroni di vita estremamente breve.
Attorno al nucleo positivo, ruotano, a guida di pianeti attorno al sole - come si è detto - gli elementi negativi, di massa piccolissima: la carica di ogni elettrone è di valore uguale alla carica positiva del protone, sicché per gli atomi neutri (non ionizzati) il numero degli elettroni è uguale al numero dei protoni del nucleo, quindi al numero atomico dell'elemento.
L'insieme delle traiettorie degli elettroni costituisce la corona: esistono elettroni interni che percorrono traiettorie molto vicine al nucleo, elettroni esterni che ruotano relativamente più lontano: ai primi è legato il comportamento dell'atomo in relazione ai raggi X; dai secondi dipendono più specificatamente le proprietà chimiche e spettrografiche, il coefficiente di dilatazione, la conducibilità termica ed elettrica, le proprietà magnetiche e non atomiche (compressibilità. durezza, ecc.).
L'importanza degli elettroni più esterni è dovuta al fatto che il loro legame col nucleo è piuttosto debole, ed essi non possono perciò essere strappati dalla loro orbita con una certa facilità.
Il nucleo degli atomi è generalmente molto stabile, anche perché viene difeso contro le influenze esterne dalla corona degli elettroni: per superare questa zona elettricamente carica occorre utilizzare proiettili neutri ( per esempio, i neutroni stessi liberati da altri nuclei particolarmente adatti) oppure tanto veloci da superare gli intensi campi elettrici della corona (per esempio, elettroni, o meglio protoni proiettati dai cosiddetti acceleratori di ioni). Raggiungendo il nucleo con queste particelle lo si può spezzare, ottenendo due o più elementi diversi. Questo fenomeno, detto "fissione nucleare", è spesso accompagnato da sviluppo di energia nucleare sotto forma di radiazioni di onde elettromagnetiche, o di violente proiezioni di particelle pesanti, generalmente elioni. Reazioni nucleari con sviluppo di energia possono verificarsi spontaneamente in alcuni atomi particolarmente instabili o in isotopi instabili di elementi normali.
Alcuni fisici hanno ammesso un'identità fra corpuscoli elettrizzati e onde elettromagnetiche e hanno parlato di elettroni in moto in uno spazio a 6 e più dimensioni, e di elettroni dotati di energia cinetica negativa.
Ho raccolto tutti i suesposti dati, se pure prolissamente descritti e in parte ormai di comune dominio, per potere meglio illustrare la mia idea in ordine alla possibilità di sfruttare l'equilibrio e la simmetria della natura cosmica senza violare alcuna legge fisica, avvalendomi anche dei risultati raggiunti in campo nucleare dalla fisica moderna, al fine di creare, senza danni per l'umanità, l'energia necessaria alle sue attuali esigenze. Escludendo quindi a priori un qualsiasi sistema che comporti, con le reazioni nucleari a catena, danni incalcolabili per l'umanità presente e futura, specialmente per quanto concerne gli effetti della radioattività mi sono sforzato di trovare la soluzione, sia di evitare il bombardamento diretto del nucleo sia di evitare, per giungere ad esso, il superamento delle forti barriere protettrici costituite dagli intensi campi elettrici della corona atomica.
Il problema principale che mi sono posto è stato quindi quello dello slegamento dell'atomo, tenendo, ovviamente, in considerazione che tutto ciò che lega saldamente la materia è il potere centripeto magnetico.
Questo risultato può perciò raggiungersi soltanto a condizione di riuscire ad annullare la forza di gravità e quella di isolazionismo spaziale degli esponenti provocando la disintegrazione dell'unità di energia in essi contenuta, e, per giungere a ciò, occorre creare il disorientamento degli ordini direttivi esponenziali.
per prima cosa bisogna avere a disposizione la materia prima, vale a dire le particelle su cui potere esercitare un'azione antigravitazionale (annullando cioè il loro peso atomico) trasformando così la materia stessa, da regolare o positiva, in irregolare o negativa (chiamata impropriamente da qualcuno "antimateria") e non ha importanza il fatto che dette particelle appartengano ad uno o ad altro elemento. Queste esistono - come si è più sopra osservato - in enorme quantità nel pulviscolo atmosferico per cui non presenta alcuna difficoltà isolarne una certa quantità in un apposito contenitore.
Occorrerà invece che il contenitore abbia una forma pressoché sferica, al centro perfetto della quale, un'apposita macchina antigravitazionale possa agire in modo da tararvi il punto microscopico di gravità zero in ragione del peso atomico dell'elemento prescelto.
Il contenitore è costituito da un campo gravitazionale e da un campo magnetico (le cui linee si svolgono in senso verticale e sono, evidentemente, divergenti dal punto "zero" verso i poli nord e sud della sfera) ed ancora da un campo elettrico le cui linee si svolgono sul piano orizzontale in modo convergente col punto di divergenza delle linee degli altri due campi. Al contrario, cioè, in sostanza, di quanto avviene nei normali moti ritmici degli esponenti.
Il leggero mulinare delle particelle contenute all'interno dei campi, in periodo di stasi del campo elettrico, fa si che alcune particelle vengano attratte al punto di gravità zero, arrestando così, istantaneamente, il loro moto ed espellendo l'energia elementare in esse contenuta.
A questo punto, avendo privato quelle particelle della loro carica elettrica, abbiamo ottenuto la MATERIA NEGATIVA (che è diversa nelle sue proprietà atomiche - come si è già detto - dall'antimateria voluta dal
Lawrence,
Tarando opportunamente il punto di gravità zero, noi possiamo manovrare - come si è già visto - la materia positiva per trasformarla in materia negativa ma non potremmo riuscire a spingere fuori del punto di gravità zero la materia negativa perché essa tenderebbe a ritornare sul punto.
Questa constatazione dimostra che la materia negativa, sollecitata, produce e manifesta energia negativa che può essere utilizzata come forza antigravitazionale.
E' in virtù di questa energia negativa che le particelle di materia negativa trovano fra loro coesione e attraggono a sé altri atomi di materia negativa mentre respingono quelli di ogni altra materia regolare. Un campo gravitazionale negativo, cioè costituito da energia negativa emessa da materia negativa , può dunque essere utilizzato quale propulsione gravitazionale.
Tuttavia si è osservato che, perché la materia negativa possa produrre la sua energia è necessario sollecitarne il moto traslativo all'interno della sfera generatrice a partire dal punto di gravità zero.
Considerando che nella trasformazione della materia regolare in materia negativa rimangono integri soltanto i neutroni perché di loro natura di carica elettrica nulla, mentre i protoni e gli elettroni vengono a legarsi intimamente perdono la loro carica elettrica e diventando, per conseguenza, neutroni anch'essi, non si può negare che la materia negativa sia costituita integralmente da NEUTRONI.
La straordinaria potenza di penetrazione dei neutroni è ben nota e quindi è immaginabile quale forza di propulsione gravitazionale possa emettere la materia negativa che spiegherà la reazione del sistema ideato. Ma la produzione di materia negativa deve essere stata intelligentemente dosata al momento in cui andiamo a mettere in funzione il nostro reattore. Pertanto, occorrerà rispettare i tempi correnti fra la taratura del punto di gravità zero della macchina generatrice e la messa in funzione del campo elettrico che fornirà alla materia negativa la spinta necessaria al suo moto.
Il violento urto elettrico esercitato sulla materia negativa creerà un movimento sub-atomico per cui le particelle proiettate saranno indotte a seguire linee verticali divergenti dei campi magnetico e gravitazionale.
Gli atomi di materia negativa attireranno altri atomi di materia negativa che contribuiranno, in fila indiana, con la loro carica di energia negativa ad aumentarne la spinta e quindi la velocità della reazione finché questa troverà la via d'uscita dalla macchina generatrice, costituita da un condotto orizzontale che indirizzerà il fascio delle particelle così accelerate verso l'obiettivo voluto, in linea retta, alla velocità della luce e alla distanza proporzionata alla potenza e alla qualità dell'impulso elettrico adottato.
Se così non fosse, il reattore si autodistruggerebbe per saturazione giacché la reazione fra materia regolare e materia negativa non può esaurirsi che per urto contro un obiettivo composto dal suo stesso elemento o per saturazione. Il fascio infatti attraverserà, senza danno alcuno, qualsiasi oggetto o materia incontrata sul suo cammino alla cui composizione non abbia concorso il suo stesso elemento.
L'urto del fascio contro l'obiettivo programmato potrà provocare la fusione o la vaporizzazione del materiale colpito a causa del calore sviluppato. La quantità di calore sviluppabile è tuttavia regolabile limitando la potenza dell'energia negativa mediante il controllo di produzione della stessa.
26 febbraio 1962
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